venerdì 21 marzo 2014

Un libro affollato

Prima di lasciare la parola alle sue due bravissime autrici, qualche riflessione su questo libro da parte dell'editore. Appena ho letto il testo di Susanna Mattiangeli, Gli altri, ne sono stata conquistata e ho deciso di pubblicarlo: fortunatamente ho trovato l'autrice, che me lo aveva inviato, disponibile alla proposta. Ho riflettuto molto, invece, su chi avrebbe potuto illustrarlo. Come è noto la figura umana è la prova di più difficile per un illustratore. E qui non si trattava di qualche figura: c'erano intere folle, schiere di umani. Ho guardato decine e decine di illustratori, per molto tempo prima di decidere. Poi è intervenuto il caso. Un giorno, a Rovereto, a casa di Giulia Mirandola, appeso alla parete c'era un quadretto che rappresentava una caotica scena di vita urbana. 

L'ho guardato e ho pensato subito che era esattamente quello che stavo cercando per il nostro libro. Giulia mi ha spiegato che l'autrice era Cristina Sitja Rubio che io conoscevo già, per averla incontrata a Bologna, dove mi aveva mostrato alcuni splendidi disegni, ma molto diversi dal quadretto che avevo davanti. Così, poco dopo abbiamo contattato Cristina per proporle il testo. E lei l'ha realizzato in modo molto soddisfacente (vi racconterà lei in che modo). Un contributo fondamentale al libro l'hanno dato Lorenza Natarella che l'ha impaginato e ha avuto l'idea di scrivere il testo a mano (le immagini ponevano problemi di spazio in cui inserire il testo e nessun font sembrava riuscire a convivere con il segno fluido delle illustrazioni), e Anna Martinucci che ha realizzato la grafia, perfetta per le immagini. E mettiamoci dentro anche il fotolitista e lo stampatore che hanno resa possibile una stampa fedelissima agli originali. Senza il contributo di tutte queste persone Gli altri non sarebbe come è. Quando un libro riesce è perché nasce da un buon lavoro collettivo, cioè di tanti io che poi tutti insieme fanno gli altri. Appunto. Ricordatevi che lunedì, 24 marzo, in Fiera a Bologna, presso il nostro stand 29 D36, dalle 17 alle 18, Cristina Sitja Rubio firma le copie del libro!


Ho scritto il primo abbozzo del testo per l’albo Gli altri sulla spiaggia, guardandomi intorno. Al mare osservi tranquillamente pance e sederi di persone sconosciute, li confronti tra loro, puoi anche vedere gente che studia dettagli di altra gente con interesse scientifico.  È uno di quei posti in cui, volendo, puoi soffermarti sul particolare minimo dell’unghia dell’alluce di una signora oppure avere un’intera folla nel campo visivo senza bisogno di spostarti troppo.


Mi piaceva l’idea di rappresentare l’impatto che i luoghi hanno sul nostro modo di percepire gli sconosciuti, le persone di passaggio, che non può essere lo stesso in un piccolo paese, in una grande città, negli ascensori o al mare. Volevo anche essere parziale, dare l’impressione di qualcuno disperso e confuso tra la gente, tra sensazioni non solo visive ed esperienze non solo dirette, perché degli altri si trovano anche le tracce, si ascoltano i suoni, si sentono gli odori.


Gli altri fa parte di una piccola serie di testi che ho scritto pensando ai primi incontri con l’esterno, ai primi pensieri sulla scuola, sulla maestra e anche sui passanti, quelli che vedi una volta e poi chissà. Mi ha sempre divertito guardare le cose assumendo un punto di vista meno informato del mio, quello di me da bambina, o di un marziano, o di una persona di un’altra epoca. Spesso trovo un punto di osservazione medio in cui sono inclusi tutti questi ipotetici personaggi: la cosa più interessante è che in questo modo alla fine escono fuori immagini che rappresentano come vedo le cose io, adulta, terrestre, del 2014.


Perché alla fine si tratta sempre di trovare delle immagini, anche se poi il testo sarà illustrato da qualcun altro, qualcuno che non hai mai visto, che abita lontano e chissà che pensa. Il testo per un albo è fatto per un incontro, anche nel caso in cui l’autore e l’illustratore siano la stessa persona: è una scrittura che non vuole stare sola e ha dentro quella pausa che ti dà il tempo di guardare le immagini, di girare pagina. A volte ci metti un po’ a deciderti, perché c’è molto da vedere. Nelle sorprendenti illustrazioni di Cristina Sitja Rubio trovi il movimento di quando ti metti a pensare agli altri, a quanti sono, a cosa fanno; la trasparenza che lascia vedere quante cose succedano nello stesso momento. Hanno anche quel tanto di puzza di piedi e di spogliatoio, quella vicinanza di forme, di grandezze diverse, di sorrisi e grugniti, che compongono la mia idea di folla.


C’è il fine e il rozzo, la manina che ti saluta mentre gli altri ti ignorano, l’uccellino che si fa spazio tra le scarpe della gente. Se ti allontani, il disordine si fonde nei colori: sempre quelli, i soliti primari che, combinati, ci mostrano le cose. Ma poi devi tornare a vedere tutto da vicino: la donna col pancione, la pizza, il cane, la signora che corre e tutte quelle cose diverse che incontriamo quando apriamo la porta di casa.



[di Cristina Sitja Rubio]

I Topipittori mi hanno mandato il testo Gli altri di Susanna Mattiangeli sia nella versione originale in italiano sia tradotto in inglese, così che potessi capirlo con maggiore facilità e quindi illustrarlo.
La prima volta che l'ho letto, ho immaginato che si trattasse del racconto di un animale che descriveva degli esseri umani, ma questo dipendeva dal fatto che poco prima avevo terminato di illustrare un libro i cui protagonisti erano degli animali che vivevano in un bosco.

Primi schizzi.
Immagine più dettagliata
Poi ho pensato che forse si trattava del punto di vista di qualcuno che non era ancora nato e raccontava la storia. Dopo ripetute letture e confronti con Paolo, ho pensato di aver capito il testo e ho deciso di cominciare buttando giù alcune veloci e minime illustrazioni che ho mandato a Paolo e a Giovanna. Sono stata fortunata perché quelle prime prove sono subito piaciute.

Primi schizzi.
 Dopo questa prima fase, convinta che volessero qualcosa di più dettagliato, ho cominciato a fare altre tavole con l'idea che di realizzare illustrazioni “migliori” e le ho spedite. Ma immediatamente loro mi hanno risposto che no, avrei dovuto attenermi allo stile e allo spirito di quei primi schizzi rapidi.
Bene. Così mi sono fermata per due settimane, quindi ho cominciato a fare degli acquerelli direttamente sulla carta senza il supporto di alcuno schizzo preparatorio. Ho lavorato semplicemente sui fogli, lasciando che il caso contribuisse alle mie illustrazioni.

Primi schizzi.

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