lunedì 14 aprile 2014

Avventure /14: Il nostro modo di giocare


[di Roberta Martinucci]

C’era una volta,
anzi, no! C’è, questa volta, Calembour.
Calembour è la nostra storia. Da piccola sognavo che un giorno avrei progettato giocattoli. Pensavo però che sarebbe rimasto un bel sogno, e lo coltivavo, lì nel cassetto, protetto dalle parole dei grandi che mi avrebbero messo in guardia sulla stramberia di questo lavoro. Tutte le scelte che ho fatto crescendo hanno, però, lasciato aperta la porta in questa direzione, finché a maggio dell’anno scorso mi sono iscritta al corso di alta formazione in Design del Giocattolo del Politecnico di Milano.
E lì che ho incontrato Alessandra Falconi - mamma stupenda e ragazza curiosa che quando parla crea l’attesa e l’attenzione di chi sta per raccontare una nuova favola -, Emanuela Stocco - timida e gentile, di quelle che non ti abbandonano - e Marta Garaventa - critica e attenta, che guarda il mondo a testa in giù per poter porre le migliori domande da nuovi punti di vista.
Abbiamo progettato per Hape e partecipato al concorso VivaWood con buoni risultati. Guardandoci negli occhi, ci siamo prese per mano, abbiamo deciso di crederci con forza e di puntare a partecipare alla fiera internazionale del giocattolo di Norimberga, vera prova del nove per capire se il nostro modo di giocare e di far giocare sarebbe stato apprezzato anche fuori dai confini italiani. Così, abbiamo fondato la cooperativa Calembour design.

Il nostro stand a Norimberga: c’è stato tutto, anche noi.

Amiamo le storie. Ce ne raccontiamo tante, a turno siamo il cantastorie le une delle altre. I nostri giochi nascono lenti, tra un confronto e una poesia, una chiacchierata e un'immagine suggestiva.
Otto occhi e otto mani: suggerimenti, perplessità, critiche entrano in circolo per fare di ogni gioco un seme da affidare a piccole mani.
Crediamo nei bambini, nella voglia di crescere, e di svolgere la loro attività più seria: giocare. Crediamo che i giochi debbano essere strumenti a loro disposizione. Crediamo nell’intelligenza del gesto, che conosce se stesso solo facendo. Crediamo nei racconti, quelli conosciuti, quelli dei nonni, quelli di paesi vicini e di paesi lontani, quelli che narrano di eroi e quelli che rendono le cose più semplici sorprendenti e meravigliose.
Crediamo in una sfida difficile: che una buona preparazione accademica, delle buone idee continuamente alimentate, un sogno autentico condiviso in quattro, la progettazione e la produzione in Italia possano attraversare i confini della crisi, del consumismo, della distribuzione di massa.

Ecco i cinque giochi che abbiamo presentato a Norimberga con marchio Italiantoy by Calembour design.
Pablo Pi, gioco per xilografare e riconoscere le emozioni.


Gregor Sa, creatore di insetti con texture scientifiche per il frottage e spunti per fare interagire le creature in un libro; un poster, un teatro: spazi della fantasia.




Francis Di, veliero d’ombre colorate che salpa dalla parete della camera verso il destino più remoto dell’immaginazione.


Bruno Emme, galleria d’arte per esporre le proprie opere, giocare con le geometrie e valorizzare le collezioni di sassi, foglie, rametti e altri piccoli oggetti, veri tesori.


Münchhausen Bi, teatro, favoliere; quinte rotanti che appaiono, scompaiono, si ribaltano e assumono ruoli diversi per tutte le storie che ancora non sono state raccontate: perseverare a non raccontarle sarebbe un peccato.


A marzo 2014, in seguito alla selezione di Calembour tra le prime 12 proposte su 451, abbiamo iniziato, presso i Frigoriferi Milanesi, il percorso di incubazione per start up di innovazione culturale gestito da Avanzi-Make a Cube insieme a Fondazione Cariplo.
Completare le competenze e ridurre i fattori di rischio sono le nostre mete per essere sempre più pronte a progettare nuovi giochi, progettare e gestire laboratori e installazioni per bambini e mettere in commercio prodotti finiti.
A chi desidererà seguire Calembour design, segnalo la nostra pagina Fb e il sito.
Ringrazio di cuore i Topi per avermi offerto di parlarne su questo blog.

Nella stessa rubrica, abbiamo pubblicato:
Tre cose che mi hanno molto colpito;
Le illustrazioni nascono anche così;
Quadernini;
Sono una fabbrica di illustrazioni;
e tanti altri, che trovate qui.



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