venerdì 25 luglio 2014

Le ali alle libellule le faccio con l'organza

[Una sera abbiamo incontrato Giusi Quarenghi e al collo aveva una collana bellissima, che è quella che vedete qui accanto. Una collana di libri. Per la precisione, i suoi. Le abbiamo chiesto: "Ma chi l'ha fatta?" "Angela Caremi" ci ha risposto lei. Secondo voi, potevamo non chiedere a Giusi Quarenghi di chiedere ad Angela di raccontarci di questa sua arte fra bibliofila, sartoriale e orafa? No, che non potevamo. E, dunque, ecco: le ringraziamo entrambe. E se volete verificare il grado di perfezione delle copertine riprodotte da Angela Caremi, qui trovate i libri di Giusi Quarenghi: I tre porcellini, Io sono il cielo che nevica azzurro, E sulle case il cielo.]


Cucio da quando ero bambina, ma non facevo vestiti da bambola, non ho mai avuto una bambola.
Disegnavo con ago e filo.
Le stoffe, consapevoli di questo, sono entrate nella mia vita sconvolgendola: hanno riempito la camera da letto, la cucina, il salotto - ops! io non ho un salotto -, il bagno, la credenza, il freezer per combattere le tarme, il cassettone, lo scaffale, la cassapanca; hanno spodestato libri, piatti, creme di bellezza, lavatrici, sedie.
Ebbene, di loro conosco tutto: le trame, gli orditi, ne conosco gli odori. Potrei riconoscere un tessuto dall'odore; l'odore delle loro piante: quello del cotone è lieve, si sente appena appena e sa di confetto, quello del lino è un profumo; conoscete i fiorellini azzurri della pianta di lino? Ecco, immaginatelo. Di erba, di erba dico, sa la canapa, forte robusta: ti spacca le dita quando la cuci. E la lana, quella vera, sa di caprone, non si può confondere.



Alcune, invece, hanno un buon odore di muffettina mista a cipria, buon segno! Arrivano da solai o cantine. Sono le più vecchie, scolorite, stropicciate, rammendate, vecchie e superbe! Loro lo sanno di essere le mie preferite.
Ma quelle sintetiche sentono di profumo triste, perché loro non hanno come mamma una pianta o una pecora e sono troppo giovani per essere state in solaio... né confetto né erba né cipria!
Io non faccio niente. Loro, sotto i miei occhi si trasformano, diventano libri, libri di entomologia, libri di poesia, di racconti, libri di botanica, libro per dormire in collina, Libro sulla libertà di non farsi mai la doccia, sui Pensieri diversi… e poi teatrini, teatrini burattino con i fili, teatrini mosci, teatrini libro, teatrino dei pesci, ma anche orti per la coltivazione delle stoffe, per la coltivazione dell'alfabeto, orto per coltivare i pensieri.



E le collane? Collana con maiali per la Quarenghi, collana per la Maga Circe, collana Topo topo senza scopo dopo te cosa vien dopo?, per la Maria Lai, per la Bourgeois, collana con una Preguntas di Neruda, un' altra collana per la Giusi Quarenghi con la riproduzione dei suoi libri, collana bosco con 150 alberi, collana con incendio a casa di B., e di certo non può mancare la collana con la con le stoffe del Diavolo (Pastoureau).
E in fine molti, tanti papillons per il Signor Giorgio Lucini.
Le ali alle libellule le faccio con l'organza.


2 commenti:

birbaluna ha detto...

meravigliosi!!!! Che poesia!

Rain'B ha detto...

Sono senza parole...stupendi! Leggendo me la sono immaginata, immersa tra le stoffe, i fili, i colori. Un'immagine bellissima e molto poetica. Grazie per questa piccola perla.