lunedì 29 settembre 2014

E dopo? Cosa è successo dopo?

Lo sketchbook Marina Marcolin
[di Silvia Gardina]

Qualche tempo fa si questo blog si è parlato di Factory Quota 101. Al tempo il progetto era ancora agli inizi e nel post si invitavano illustratori e illustratrici a candidarsi per la partecipazione a questa iniziativa della cantina padovana. Nel mentre è successo che sono arrivate tante (davvero, non ci aspettavamo così tante) candidature, ci sono state le selezioni e si è svolto il tutto, sui Colli Euganei. Qui una famiglia di viticoltori (Roberto, Silvia, Michele, Natalia Gardina) ha ospitato cinque illustratrici per una maratona di due giorni sul vino e sull'illustrazione. Vi raccontiamo com'è andata, ma anche perché e cosa ne sarà.


Cominciamo bene: il 13 e il 14 settembre sono stati due giorni di sole pieno. Il luogo: una cantina isolata, profumo di lavanda, lepri ciccione, filari di vite, cespugli di rose, il tramonto in quad, merende pranzi e cene senza respiro. Le candidate scelte per il weekend erano cinque illustratrici: una con la risata contagiosa, una con la frangia all'insù, una senza la “c”, una che sbagliava l'idioma, una con la criniera. Perfette. I loro nomi: Ilaria Faccioli, Ilaria Falorsi, Irene Moresco, Giulia Sagramola, Stefania Tonello. Insieme a loro Marina Marcolin, con il suo impeccabile workshop sull'acquerello, e Carla Manea, ospite d'esperienza come giurata del concorso.

Che Ilaria Falorsi si sia divertita, non  v'è dubbio.
Cosa è successo? Il buongiorno del sabato mattina è stato il workshop di Marina sull'utilizzo dell'acquerello, tema: la natura della vigna. Qui il gruppo si è formato, tra scambi e consigli. Per il resto del tempo le illustratrici hanno disegnato. Ad onor del vero mangiato, bevuto e disegnato. Ad ognuna di loro è stato assegnato un tema per eseguire un'illustrazione: chi il pic-nic, chi il cibo, chi la bicicletta, chi l'ulivo, chi gli amici. Cinque temi che non erano altro che l'interpretazione che la cantina ha scelto di dare al rito della degustazione. Un racconto leggero della bottiglia di vino, legato alla convivialità.

Lo sketckbook [sketchbook?] di Ilaria Faccioli

Perché cinque illustratrici. Il bello di ospitare in una cantina persone che il vino non lo vivono per lavoro è proprio che loro il vino non lo vivono per lavoro. C'è quindi quella spontaneità di vedere la natura e i suoi prodotti che si rischia di perdere quando in questo mondo ci si è da un po' di tempo. Certamente fare vino è un lavoro serio, perché c'è la natura che non la puoi controllare, perché c'è lo studio dei terreni, perché le uve bisogna saperle lavorare. Ma poi, quando il vino lo si degusta, bisogna cambiare registro e farsi più leggeri. Il bicchiere con l'amico, una bottiglia e una coperta in mezzo al prato, la ricetta della nonna col vino da tavola. Questo è quello che sono riuscite a fare le illustratrici: essere leggere e raccontare il vino con occhi nuovi.

Lo sketchbook di Giulia Sagramola.

Cosa resterà di questi giorni insieme? Cinque illustrazioni che saranno utilizzate per creare un manuale sul vino e sulla degustazione secondo l'interpretazione della cantina. Uno strumento di comunicazione che l'azienda utilizzerà per presentarsi. Le illustrazioni realizzate hanno stili diversi, ma insieme interpretano bene il linguaggio della cantina. I lavori visti insieme danno voce a un percorso collettivo assolutamente imperfetto. Assolutamente bello. Quando sarà pronto, ve lo mostreremo





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