Mentre l'officina di Piccola Pinacoteca Portatile, detta PiPPo, è al lavoro non solo sulle prossime uscite, ma anche in progetti di formazione ed eventi avviati con musei, scuole e librerie, arriva in libreria la novità di questo autunno Giotto. Quaderno di disegno con i testi di Marta Sironi e le tavole di Chiara Carrer.
Si tratta del primo PiPPo monografico, incentrato sull'opera di un pittore anziché su un tema, come è stato per i precedenti volumi. Come mai questa scelta? Ogni PiPPo nasce da un confronto con l'illustratore che lo realizza e Chiara Carrer ci ha proposto l'idea di dedicare il suo a questo pittore il cui lavoro ha cambiato il corso della pittura e con la sua portata rivoluzionaria ha influenzato il lavoro di generazioni di artisti, fino a oggi.
Il perché di questa predilezione, abbiamo chiesto a lei di raccontarvelo, e lo trovate qui, insieme insieme al racconto di Marta Sironi su come ha lavorato ai testi del libro per accompagnare il lettore alla visione e alla comprensione delle immagini di Giotto e di Chiara.
Giotto è stato riferimento e maestro nella mia strada nel mondo dell’illustrazione.
Sono totalmente affascinata dalla sua modernità e dalla sua asciuttezza, dalla composizione e sintesi formale, dai toni di colore e dalla sua capacità narrativa.
Per me è una lezione di espressività teatrale affascinante, la tensione dei corpi, la forza espressiva dei volti e la ripetizione dello stesso nelle scene di massa, gli occhi allungati che a volte si fanno sottili fessure, sguardi profondi dalle sopracciglia corrucciate, le mascelle quadrate, accompagnate da corpi contadini forti, tutto è semplice, pura e assoluta geometria.
E poi i luoghi soprattutto le architetture sventrate, spaccati che rivelano la vita degli interni: geometrie semplicemente meravigliose.
Ci sarebbe forse ancora molto da dire, ma per me questo è l’essenziale.
[di Marta Sironi]
Al quarto volume è arrivata la volta di Giotto, la prima uscita monografica della collana che ha richiesto pertanto una diversa prospettiva: dovevo certamente partire dalla vita e dall’opera dell’autore, pur escludendo qualsiasi forma di celebrazione, troppo spesso usata nei libri per bambini sui ‘grandi’ della storia.
Ho riletto alcuni studi su Giotto, dimenticandoli immediatamente, per tornare a lasciarmi condurre, come mio solito per la collana, dai disegni e dall’interpretazione dell’illustratore. Non volendo e non potendo appuntarmi troppo sulla storia dell’autore (del quale si sa ben poco) né sui soggetti della sua pittura (sarebbe uscito un bigino di religione), rimaneva il punto cardine dell’opera di Giotto, magistralmente colto e tradotto dalla vena analitica di Chiara Carrer: il disegno.
Giotto è il primo maestro moderno della pittura italiana, è lui a definire l’alfabeto grafico che dalle ‘icone’ medioevali porta alle ‘firme’ del Rinascimento. Si è formato così questo quaderno di disegno: un abbecedario per conoscere Giotto, ma anche e soprattutto per imparare a costruire un linguaggio grafico personale, formandolo gradatamente sugli elementi basilari del linguaggio visuale.
Ne emerge un discorso confidenziale con Giotto forse da attribuire, almeno in parte, a una stampa a colori – una scena della Chiesa Superiore di Assisi, San Francesco che dona la veste a un ricco caduto in povertà – ‘mia’ da sempre: ‘poster’ della mia cameretta, mi ha seguita nei traslochi e cambiamenti dei decenni, ancora oggi è appesa in cucina. Mi piace immaginare che questo quaderno di disegno possa ugualmente avvicinare e accompagnare a lungo tanti altri bambini, magari formandoli come disegnatori: da grandi, guardandosi indietro, potranno forse additarlo tra le cause della loro scelta.
Si tratta del primo PiPPo monografico, incentrato sull'opera di un pittore anziché su un tema, come è stato per i precedenti volumi. Come mai questa scelta? Ogni PiPPo nasce da un confronto con l'illustratore che lo realizza e Chiara Carrer ci ha proposto l'idea di dedicare il suo a questo pittore il cui lavoro ha cambiato il corso della pittura e con la sua portata rivoluzionaria ha influenzato il lavoro di generazioni di artisti, fino a oggi.
Il perché di questa predilezione, abbiamo chiesto a lei di raccontarvelo, e lo trovate qui, insieme insieme al racconto di Marta Sironi su come ha lavorato ai testi del libro per accompagnare il lettore alla visione e alla comprensione delle immagini di Giotto e di Chiara.
E ricordate che Marta e Chiara vi aspettano, insieme a noi, a Bologna, in occasione di Artelibro, alla Libreria Giannino Stoppani, giovedì 18 settembre, alle ore 19, per la presentazione del libro e l'inaugurazione della mostra degli originali realizzati per Giotto. Quaderno di disegno, visitabile fino al 12 ottobre.
[di Chiara Carrer]
[di Chiara Carrer]
Giotto è stato riferimento e maestro nella mia strada nel mondo dell’illustrazione.
Sono totalmente affascinata dalla sua modernità e dalla sua asciuttezza, dalla composizione e sintesi formale, dai toni di colore e dalla sua capacità narrativa.
Per me è una lezione di espressività teatrale affascinante, la tensione dei corpi, la forza espressiva dei volti e la ripetizione dello stesso nelle scene di massa, gli occhi allungati che a volte si fanno sottili fessure, sguardi profondi dalle sopracciglia corrucciate, le mascelle quadrate, accompagnate da corpi contadini forti, tutto è semplice, pura e assoluta geometria.
E poi i luoghi soprattutto le architetture sventrate, spaccati che rivelano la vita degli interni: geometrie semplicemente meravigliose.
Ci sarebbe forse ancora molto da dire, ma per me questo è l’essenziale.
[di Marta Sironi]
Al quarto volume è arrivata la volta di Giotto, la prima uscita monografica della collana che ha richiesto pertanto una diversa prospettiva: dovevo certamente partire dalla vita e dall’opera dell’autore, pur escludendo qualsiasi forma di celebrazione, troppo spesso usata nei libri per bambini sui ‘grandi’ della storia.
Ho riletto alcuni studi su Giotto, dimenticandoli immediatamente, per tornare a lasciarmi condurre, come mio solito per la collana, dai disegni e dall’interpretazione dell’illustratore. Non volendo e non potendo appuntarmi troppo sulla storia dell’autore (del quale si sa ben poco) né sui soggetti della sua pittura (sarebbe uscito un bigino di religione), rimaneva il punto cardine dell’opera di Giotto, magistralmente colto e tradotto dalla vena analitica di Chiara Carrer: il disegno.
Giotto è il primo maestro moderno della pittura italiana, è lui a definire l’alfabeto grafico che dalle ‘icone’ medioevali porta alle ‘firme’ del Rinascimento. Si è formato così questo quaderno di disegno: un abbecedario per conoscere Giotto, ma anche e soprattutto per imparare a costruire un linguaggio grafico personale, formandolo gradatamente sugli elementi basilari del linguaggio visuale.
Ne emerge un discorso confidenziale con Giotto forse da attribuire, almeno in parte, a una stampa a colori – una scena della Chiesa Superiore di Assisi, San Francesco che dona la veste a un ricco caduto in povertà – ‘mia’ da sempre: ‘poster’ della mia cameretta, mi ha seguita nei traslochi e cambiamenti dei decenni, ancora oggi è appesa in cucina. Mi piace immaginare che questo quaderno di disegno possa ugualmente avvicinare e accompagnare a lungo tanti altri bambini, magari formandoli come disegnatori: da grandi, guardandosi indietro, potranno forse additarlo tra le cause della loro scelta.
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