venerdì 5 dicembre 2014

La Grammatica delle nuvole

[di Mara d'Arcangelo]

Alice, la grammatica delle nuvole è uno spettacolo per tutti che dura giusto il tempo di un sogno a occhi aperti: i bambini ridono dei buffi personaggi in scena, i ragazzi rimangono affascinati dalla freschezza dei corpi danzanti e gli adulti riflettono sulle parole che si rincorrono e trillano come sveglie impazzite.

Tema è il tempo, declinato nelle sue forme di vuoto, attesa, perdita, mancanza, ma raccontato lievemente, attraverso un’allegria malinconica, quasi da teatro delle maschere.
Scambi infiniti di scarpe della misura sbagliata, tavoli spostati, tazzine da tè e teiere mai piene e mai vuote: la clownerie fa l’occhiolino al teatro dell’assurdo, in cui tutti attendono che accada qualcosa. Lampade luminose come pendole appese scandiscono un tempo fantastico. Gli strampalati protagonisti sono sempre alle prese con qualche burla, di cui possono essere vittime o artefici. I ricordi di un tempo vissuto con Alice sono in caduta libera; e del suo fantasma ora rimane solo una voce morbida e nascosta.


L’ora del tè si trasforma in cantilena crescente di imperativi rivolti a una personcina ben educata, che presto degenerano in suoni metallici, accompagnati da movimenti franti; la macchina s’inceppa, l’ingranaggio si rompe.
Occorre un po’ di poesia per ricominciare a vivere nel Paese delle Meraviglie.
I personaggi in scena evocano sensazioni inconsce, tracciando e cancellando con movimenti leggeri il confine tra realtà e sogno, in una giostra surreale di evocazioni e memorie.
Finisce lo spettacolo, ma si vorrebbe il biglietto per un’altra corsa su questa giostra di gesti buffi e passi lievi.


La grammatica delle nuvole è il sistema di regole che disciplinano la capacità di sognare, si legge nella presentazione dello spettacolo, ma forse è anche il rifugio di chi ha paura di smarrire lo stupore, tra un rito quotidiano e l’altro.
Un teatro di danza che invita a vedere ciò che in genere rimane inosservato – almeno all’occhio adulto – e fa del paradosso l’espediente per prendersi un po’ in giro. Perdere la meraviglia e poi ritrovarla tra le foglie rosse di un dolce autunno perenne, a prescindere dai vuoti, dalle attese, dalle mancanze.


Lo spettacolo Alice, la grammatica delle nuvole è andato in scena dal 30 novembre al 1 dicembre al Teatro Pim Off di Milano.
Progetto, regia e coreografia di Stefano Mazzotta, con Chiara Guglielmi, Chiara Michelini, Stefano Roveda. Voce off di Maria Cristina Valentini. Produzione di Zerogrammi, in collaborazione con Teatro di Bismantova, Luft Casa Creativa e con il sostegno di Regione Piemonte, MIBACT.


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