Sono usciti nei giorni scorsi due libri che ci sembrano belli e importanti: La voliera d’oro e Uccelli da disegnare e colorare. A fine ottobre i loro autori gireranno per le librerie di tutta Italia per presentarlo. Si concentreranno su centri minori, piccole città, coraggiose librerie indipendenti. Ci saranno presentazioni anche a Milano, Bologna, Firenze e Genova, ma non si dimenticheranno di Reggio Emilia, Carpi, Udine, Termoli, Lucera e Lucca. Incontreranno amici, bambini, ragazzi, scolaresche, genitori, illustratori e appassionati. (In fondo all’articolo, le date di tutti gli incontri).
Nell’attesa di questa lunghissima settimana, dal 25 ottobre al 3 novembre, usiamo la rete e le pagine di questo blog per far scoprire a come sono nati questi due libri dalla viva voce dei loro autori: Anna Castagnoli e Carll Cneut.
La storia di un apprendistato
[di Anna Castagnoli]
È stato parecchio tempo fa, forse più di 8 anni. Stavo iniziando la mia carriera di autrice e illustratrice e quando veniva l’estate seguivo l’ispirazione di tutto quello che avrebbe potuto nutrirmi e insegnarmi nuovi passi. Feci un corso di illustrazione a Macerata con Carll Cneut e un altro corso ad Urbino, di incisione.
Il giardino d’inverno del Palazzo Ducale di Urbino mi lasciò un’impressione abbacinante.
Per mesi, frammenti di quel giardino continuarono a girovagare dentro di me.
Quando scrivo è per cercare di liberarmi da una sensazione di incantagione causata da un’immagine. Per capirla, per disinnescarne il potere ipnotico.
Un mattino vennero da non so dove queste parole: La figlia dell’imperatore si chiamava Valentina ed era insopportabile. Nient’altro. Non sapevo nulla di quelle parole se non quello che dicevano, né sapevo chi fosse Valentina, ma sentivo che erano l’incipit di un racconto.
I frammenti del giardino e le parole stettero a lungo in una zona di limbo dei miei pensieri, presenti ma quiete. È il mio processo di creazione. Non forzo mai nulla.
Poi è stato tutto un precipizio: una sera ho sentito che dovevo sedermi a scrivere. Ho scritto d’un fiato tutta la storia di Valentina e le ho dato un titolo: La voliera d’oro, o la vera storia della principessa di sangue. La primissima versione era quasi identica all’attuale.
Pensai subito che non sarei mai stata in grado di illustrare il racconto.
Scrivo per liberarmi dalle immagini, per capirle attraverso le parole. Non riesco a tornare indietro lungo questo processo.
Mi vennero in mente alcune tavole viste a Bologna nelle quali Carll Cneut aveva illustrato delle Opere liriche (non ricordo il titolo): immagini abbastanza truculente. Pensai che lui sarebbe stato perfetto per illustrare la storia di una principessa così sanguinaria.
Carll mi era piaciuto anche come insegnante e come persona e avevo voglia di lavorare con lui.
Gli spedii per mail il racconto. Dopo poche ore mi rispose che lo avrebbe illustrato.
Oggi, a proposito di Valentina, so dire molto di più di quanto sapessi su di lei al momento di scrivere la sua storia. È paradossale, ma è vero.
Ci sono frammenti di inconscio che vengono a galla così, senza troppo mediazioni, e forse sono quelli più interessanti.
La storia di Valentina è la storia di una bambina onnipotente e sola i cui desideri non sono realistici. Le sue parole non corrispondono esattamente a qualcosa di reale e lei è sempre molto arrabbiata perché nessuno sembra capirla. I suoi sogni, gli uccelli meravigliosi che lei desidera, non esistono da nessuna parte nel mondo. Credo sia la storia di tutte le infanzie. La storia del lento apprendistato di ogni essere umano per uscire dall’onnipotenza infantile e imparare ad amare nei limiti della realtà.
Il racconto nasconde una riflessione sul linguaggio: le parole, per essere capite, devono essere inscritte nella cura e nella relazione con l’altro. Non c’è vera comunicazione fuori da questa relazione affettuosa. Valentina lo intuisce quando sogna un uccello che parla proprio a lei e con dolcezza. Esce dall’onnipotenza in quel momento: inizia a desiderare un dialogo con qualcuno, una relazione.
Quando Carll mi inviò il primo schizzo di Valentina mi uscirono improvvise due grosse lacrime di meraviglia. Ero senza fiato. Era la bambina che io avevo immaginato nel mio racconto, era lei in un modo così evidente, così sorprendente, come se fosse esistita da sempre così, con quelle gambe magre, quel vestito di cotone leggero. Potevo sentire persino il fastidio che le dava il cotone sulla pelle, tanto Carll era riuscito a rendere perfettamente la nevrosi, la solitudine, ma anche la forza volitiva di quella bambina attraverso quel primo schizzo.
Quando mi è arrivato in una cassa il libro finito è stata un’altra incantagione. Così forte che per liberarmene ho deciso di scrivere la seconda parte della storia di Valentina. Per ora ho solo la prima frase. La lascio lì.
L’attesa di un sorriso
[di Carll Cneut]
Da bambino sono cresciuto in una casa che aveva un nome: si chiamava La Casa dei Limoni. Era lontana da tutto, circondata dagli alberi, in mezzo ai campi e agli orti. Passavo molto tempo da solo, in quegli orti, in mezzo agli alberi.
Ero un collezionista. Raccoglievo due cose: cactus e uccelli. Avevo sette grandi voliere in giardino, con canarini, parrocchetti e perfino un gufo che avevo salvato.
Quando, molti anni fa, Anna mi ha mandato la storia di Valentina, una bambina sola che colleziona uccelli, mi sono immediatamente identificato, anche se lei non è proprio la più buona fra tutte le bambine (mentre io, da bambino, ero buonissimo…).
La storia mi faceva ricordare la mia infanzia per molte ragioni.
Per riuscire a illustrare una storia, mi devo innamorare del protagonista. E poi il testo di Anna mi lasciava spazio per interpretare come volevo la vicenda di Valentina.
Per quanto nel testo si dica che Valentina è una principessa, io ho deciso di ritrarla come una bambina normale: in nessuna delle illustrazioni si trova una corona o un lungo abito rosa confetto, perché volevo che chiunque sentisse di potersi mettere in relazione con il personaggio.
Come dicevo, Anna mi ha mandato il suo testo molti anni fa: ho capito subito che mi ci sarebbe voluto molto tempo per illustrare questa storia, per cui ho dovuto aspettare di non avere altri lavori in corso prima di cominciare. E di tempo ne è passato parecchio.
Poi, una volta cominciato, ho impiegato un anno e quattro mesi a finire (e devo ringraziare Anna per la pazienza che ha avuto). In effetti, in tutto quel tempo, di libri ne ho fatti due: La voliera d’oro e Uccelli da disegnare e colorare.
Quando comincio un libro, mi assale sempre il panico di non essere in grado di illustrarlo, di aver dimenticato come si fa. Posso governare questa paura solo facendo ricerche iconografiche e schizzi, immergendomi nella storia e nel progetto, sapendo che dopo molte prove sulla mia bocca, mentre lavoro, comincerà a comparire un leggero sorriso. È quello, sempre, il momento decisivo: quando capisco la strada che seguirò.
Ogni libro deve darmi la sensazione che non ci sia un altro modo per illustrarlo: devo sentire che nel lavoro è entrata la mia anima.
L’ambito in cui si muove Valentina mi faceva tornare alla mente la mia infanzia, così ho lasciato che mi si avvicinasse. Nella prima illustrazione lei è in piedi accanto a un muro coperto di disegni di uccelli. Centinaia di disegni: Valentina è un’artista. Potrebbe perfino essere un’illustratrice. Proprio come Anna e come me. Non sapevo ancora che questa immagine era una premonizione di come sarebbe stato il mio studio qualche mese dopo.
Da quell’immagine di Valentina con i suoi disegni è nata l’idea di realizzare, insieme alle illustrazioni della Voliera d’oro, anche un libro da disegnare e colorare che lo accompagnasse. Era da tempo che mi baloccavo senza troppa determinazione con l’idea di fare una specie di libro fai-da-te. Con La voliera d’oro e Uccelli da disegnare e colorare ho celebrato il matrimonio fra le due cose.
I due libri sono indipendenti, ma se li usate insieme potete perfino fare finta di essere Valentina, disegnando e inventando uccelli proprio come faceva lei. Però, cercate di essere un po’ meno cattivi.
Castagnoli-Cneut Italian Jamboree
and Ornithological Extravaganza
25 ottobre – MILANO – Spazio bk (Carll Cneut solo)
26 ottobre – FIRENZE – Libreria Cuccumeo
27 ottobre – REGGIO EMILIA – Libreria Il Semaforo Blu
28 ottobre – CARPI (MO) – Libreria Radice Labirinto
29 ottobre – BOLOGNA – Libreria Giannino Stoppani
30 ottobre – UDINE – Libreria La Pecora Nera (Anna Castagnoli solo)
30 ottobre – TERMOLI (CB) – Libreria La Luna al Guinzaglio (Carll Cneut solo)
31 ottobre – LUCERA (FG) – Libreria Il Sasso nello Stagno (Carll Cneut solo)
1 novembre – LUCCA – Lucca Junior (a cura di Cuccumeo)
3 novembre – GENOVA – Libreria Sottosopra (Anna Castagnoli solo)
I dettagli sulle singole date saranno comunicati attraverso i siti e le pagine fb delle singole librerie e attraverso la pagina fb dei Topipittori.
Ringraziamo ALIR (Associazione librerie indipendenti per ragazzi) per la collaborazione nell'organizzazione delle presentazioni. Un ringraziamento particolare a Teresa e Sara.
Nell’attesa di questa lunghissima settimana, dal 25 ottobre al 3 novembre, usiamo la rete e le pagine di questo blog per far scoprire a come sono nati questi due libri dalla viva voce dei loro autori: Anna Castagnoli e Carll Cneut.
La storia di un apprendistato
[di Anna Castagnoli]
È stato parecchio tempo fa, forse più di 8 anni. Stavo iniziando la mia carriera di autrice e illustratrice e quando veniva l’estate seguivo l’ispirazione di tutto quello che avrebbe potuto nutrirmi e insegnarmi nuovi passi. Feci un corso di illustrazione a Macerata con Carll Cneut e un altro corso ad Urbino, di incisione.
Il giardino d’inverno del Palazzo Ducale di Urbino mi lasciò un’impressione abbacinante.
Per mesi, frammenti di quel giardino continuarono a girovagare dentro di me.
Quando scrivo è per cercare di liberarmi da una sensazione di incantagione causata da un’immagine. Per capirla, per disinnescarne il potere ipnotico.
Un mattino vennero da non so dove queste parole: La figlia dell’imperatore si chiamava Valentina ed era insopportabile. Nient’altro. Non sapevo nulla di quelle parole se non quello che dicevano, né sapevo chi fosse Valentina, ma sentivo che erano l’incipit di un racconto.
I frammenti del giardino e le parole stettero a lungo in una zona di limbo dei miei pensieri, presenti ma quiete. È il mio processo di creazione. Non forzo mai nulla.
Poi è stato tutto un precipizio: una sera ho sentito che dovevo sedermi a scrivere. Ho scritto d’un fiato tutta la storia di Valentina e le ho dato un titolo: La voliera d’oro, o la vera storia della principessa di sangue. La primissima versione era quasi identica all’attuale.
Pensai subito che non sarei mai stata in grado di illustrare il racconto.
Scrivo per liberarmi dalle immagini, per capirle attraverso le parole. Non riesco a tornare indietro lungo questo processo.
Mi vennero in mente alcune tavole viste a Bologna nelle quali Carll Cneut aveva illustrato delle Opere liriche (non ricordo il titolo): immagini abbastanza truculente. Pensai che lui sarebbe stato perfetto per illustrare la storia di una principessa così sanguinaria.
Carll mi era piaciuto anche come insegnante e come persona e avevo voglia di lavorare con lui.
Gli spedii per mail il racconto. Dopo poche ore mi rispose che lo avrebbe illustrato.
Oggi, a proposito di Valentina, so dire molto di più di quanto sapessi su di lei al momento di scrivere la sua storia. È paradossale, ma è vero.
Ci sono frammenti di inconscio che vengono a galla così, senza troppo mediazioni, e forse sono quelli più interessanti.
La storia di Valentina è la storia di una bambina onnipotente e sola i cui desideri non sono realistici. Le sue parole non corrispondono esattamente a qualcosa di reale e lei è sempre molto arrabbiata perché nessuno sembra capirla. I suoi sogni, gli uccelli meravigliosi che lei desidera, non esistono da nessuna parte nel mondo. Credo sia la storia di tutte le infanzie. La storia del lento apprendistato di ogni essere umano per uscire dall’onnipotenza infantile e imparare ad amare nei limiti della realtà.
Il racconto nasconde una riflessione sul linguaggio: le parole, per essere capite, devono essere inscritte nella cura e nella relazione con l’altro. Non c’è vera comunicazione fuori da questa relazione affettuosa. Valentina lo intuisce quando sogna un uccello che parla proprio a lei e con dolcezza. Esce dall’onnipotenza in quel momento: inizia a desiderare un dialogo con qualcuno, una relazione.
Quando mi è arrivato in una cassa il libro finito è stata un’altra incantagione. Così forte che per liberarmene ho deciso di scrivere la seconda parte della storia di Valentina. Per ora ho solo la prima frase. La lascio lì.
L’attesa di un sorriso
[di Carll Cneut]
Da bambino sono cresciuto in una casa che aveva un nome: si chiamava La Casa dei Limoni. Era lontana da tutto, circondata dagli alberi, in mezzo ai campi e agli orti. Passavo molto tempo da solo, in quegli orti, in mezzo agli alberi.
Ero un collezionista. Raccoglievo due cose: cactus e uccelli. Avevo sette grandi voliere in giardino, con canarini, parrocchetti e perfino un gufo che avevo salvato.
Quando, molti anni fa, Anna mi ha mandato la storia di Valentina, una bambina sola che colleziona uccelli, mi sono immediatamente identificato, anche se lei non è proprio la più buona fra tutte le bambine (mentre io, da bambino, ero buonissimo…).
La storia mi faceva ricordare la mia infanzia per molte ragioni.
Per riuscire a illustrare una storia, mi devo innamorare del protagonista. E poi il testo di Anna mi lasciava spazio per interpretare come volevo la vicenda di Valentina.
Per quanto nel testo si dica che Valentina è una principessa, io ho deciso di ritrarla come una bambina normale: in nessuna delle illustrazioni si trova una corona o un lungo abito rosa confetto, perché volevo che chiunque sentisse di potersi mettere in relazione con il personaggio.
Come dicevo, Anna mi ha mandato il suo testo molti anni fa: ho capito subito che mi ci sarebbe voluto molto tempo per illustrare questa storia, per cui ho dovuto aspettare di non avere altri lavori in corso prima di cominciare. E di tempo ne è passato parecchio.
Poi, una volta cominciato, ho impiegato un anno e quattro mesi a finire (e devo ringraziare Anna per la pazienza che ha avuto). In effetti, in tutto quel tempo, di libri ne ho fatti due: La voliera d’oro e Uccelli da disegnare e colorare.
Quando comincio un libro, mi assale sempre il panico di non essere in grado di illustrarlo, di aver dimenticato come si fa. Posso governare questa paura solo facendo ricerche iconografiche e schizzi, immergendomi nella storia e nel progetto, sapendo che dopo molte prove sulla mia bocca, mentre lavoro, comincerà a comparire un leggero sorriso. È quello, sempre, il momento decisivo: quando capisco la strada che seguirò.
Ogni libro deve darmi la sensazione che non ci sia un altro modo per illustrarlo: devo sentire che nel lavoro è entrata la mia anima.
L’ambito in cui si muove Valentina mi faceva tornare alla mente la mia infanzia, così ho lasciato che mi si avvicinasse. Nella prima illustrazione lei è in piedi accanto a un muro coperto di disegni di uccelli. Centinaia di disegni: Valentina è un’artista. Potrebbe perfino essere un’illustratrice. Proprio come Anna e come me. Non sapevo ancora che questa immagine era una premonizione di come sarebbe stato il mio studio qualche mese dopo.
Da quell’immagine di Valentina con i suoi disegni è nata l’idea di realizzare, insieme alle illustrazioni della Voliera d’oro, anche un libro da disegnare e colorare che lo accompagnasse. Era da tempo che mi baloccavo senza troppa determinazione con l’idea di fare una specie di libro fai-da-te. Con La voliera d’oro e Uccelli da disegnare e colorare ho celebrato il matrimonio fra le due cose.
I due libri sono indipendenti, ma se li usate insieme potete perfino fare finta di essere Valentina, disegnando e inventando uccelli proprio come faceva lei. Però, cercate di essere un po’ meno cattivi.
Castagnoli-Cneut Italian Jamboree
and Ornithological Extravaganza
25 ottobre – MILANO – Spazio bk (Carll Cneut solo)
26 ottobre – FIRENZE – Libreria Cuccumeo
27 ottobre – REGGIO EMILIA – Libreria Il Semaforo Blu
28 ottobre – CARPI (MO) – Libreria Radice Labirinto
29 ottobre – BOLOGNA – Libreria Giannino Stoppani
30 ottobre – UDINE – Libreria La Pecora Nera (Anna Castagnoli solo)
30 ottobre – TERMOLI (CB) – Libreria La Luna al Guinzaglio (Carll Cneut solo)
31 ottobre – LUCERA (FG) – Libreria Il Sasso nello Stagno (Carll Cneut solo)
1 novembre – LUCCA – Lucca Junior (a cura di Cuccumeo)
3 novembre – GENOVA – Libreria Sottosopra (Anna Castagnoli solo)
I dettagli sulle singole date saranno comunicati attraverso i siti e le pagine fb delle singole librerie e attraverso la pagina fb dei Topipittori.
Ringraziamo ALIR (Associazione librerie indipendenti per ragazzi) per la collaborazione nell'organizzazione delle presentazioni. Un ringraziamento particolare a Teresa e Sara.
2 commenti:
bellissmo. ♥
Grazie a voi, Topipittori ad Anna e a Carll: siamo felicissimi di questa possibilità di incotro con la bellezza.
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