martedì 22 maggio 2012

Cosa ho portato dal Brasile?


All'inizio del mese di maggio ho trascorso alcuni giorni in Brasile, dove sono stato invitato a partecipare alla prima sessione delle Conversas ao pé da pàgina: una serie di incontri dedicati alla lettura, alla letteratura per bambini e ragazzi e, più in generale alla cultura dell'infanzia. Le Conversas sono organizzate da Dolores Prades, consulente di molti editori per ragazzi e animatrice della Revista Emilia e da Patricia Pereira Leite di A cor da Letra e quest'anno, alla loro seconda edizione, offrono incontri con personaggi del calibro di Maria Teresa Andruetto, fresca di Premio Andersen, Katsumi Komagata, Javier Zabala, Daniel Goldin (direttore editoriale di Oceano Mexico) e molti altri, a noi europei meno noti, ma non per questo meno interessanti.

La cosa che più mi ha colpito di questa prima sessione è stata la straordinaria partecipazione del pubblico: alle due giornate di lavori hanno preso parte circa cinquecento persone. Insegnanti, bibliotecari, autori, illustratori, editori e librai si sono affollati nel bellissimo auditorium del centro SESC Pinheiros per ascoltare le conferenze, acquistare libri e confrontarsi sulle tematiche legate alla formazione dei lettori. Se penso agli sparuti drappelli di professionisti e appassionati che popolano iniziative analoghe in Italia, ma anche in Francia, per quanto mi è stato dato di vedere finora, mi domando se la disattenzione verso l'infanzia, della quale accusiamo spesso la stampa e le istituzioni, non riguardi un po' anche noi, professionisti del libro e della lettura.

L'altro aspetto che ho trovato estremamente diverso da quanto ho visto a casa nostra è il senso di grande libertà e di informalità che ha caratterizzato tutti gli interventi dei relatori (ma anche quelli del pubblico). Ho visto, nel primo panel della prima giornata, due esperte di cultura del gioco - l'ottantenne e vivacissima Lydia Hortelio e la più giovane ma altrettanto eclettica Yolanda Reyes, colombiana - scavalcare il tavolo e mettersi a giocare e cantare, seguite da un pubblico incantato: un modo certamente efficace per far capire che cosa accade ai bambini quando giocano e cantano. Ma oltre a questo momento così spettacolare, in tutti gli incontri i relatori si sono sentiti liberi di interloquire, interrompersi, innescare conversazioni, coinvolgere il pubblico.

Yolanda Reyes e Lydia Hortelio smettono di parlare e cominciano a giocare
sotto lo sguardo divertito di Patricia Pereira Leite
So perfettamente che non è questa la norma, neanche in Brasile, delle conferenze e degli incontri sul tema. Il merito va senz'altro alle due organizzatrici, che hanno saputo creare un'atmosfera molto particolare negli eventi e una vera e propria comunione fra i partecipanti grazie a intensi momenti informali e conviviali. Brava Dolores! Brava Patricia!
Dolores Prades con il sottoscritto e l'aria di divertirsi un sacco.
L'occasione del viaggio mi ha anche permesso di incontrare, con più agio e tranquillità rispetto a quanto accade nelle fiere, alcuni editori brasiliani: Alexandre Martins Fontes (WMF Martins Fontes), Cristina e Mariana Zahar (Zahar), Zeco Homen de Montes (OZé Editora), e Marcia Leite e Leonardo Chianca (Pulo do Gato). Adesso ho un quadro più preciso della realtà dell'editoria per ragazzi in uno dei paesi più dinamici e attivi sul mercato internazionale dei diritti.
Marie-Claire Bruley, grande specialista di filastrocche e ritornelli
L'editoria per ragazzi brasiliana si fonda principalmente sugli acquisti governativi e scolastici. Il governo federale, i governo locali e le scuole acquistano enormi quantità di libri, selezionati sulla base dei progetti presentati dagli editori, per distribuirli gratuitamente nelle scuole e alle biblioteche. Questo da una parte permette agli editori di prosperare ma, dall'altra parte, crea scarsi incentivi alla creazione di prodotti nazionali (l'acquisto dei diritti è molto più conveniente) e genera una dipendenza eccessiva delle case editrici dalla spesa pubblica e, quindi, da scelte politiche dettate sia dall'orientamento del governo in carica sia da considerazioni più generali di politica fiscale.

Da sinistra. Beatriz Helena Robledo, studiosa
colombiana; Fabìola Faria, bibliotecaria; Dolores
Prades e il sottoscritto.
Ritengo sarebbe auspicabile un cambiamento nella politica di acquisto da parte dei governi e delle scuole, tale da privilegiare la creazione rispetto all'acquisto, a parità di qualità dei progetti proposti: solo in questo modo, l'editoria brasiliana potrà acquistare una caratura di livello internazionale e conquistarsi un mercato nella cessione di diritti e nelle co-edizioni. Per quanto possa sembrare paradossale, sono convinto che anche per chi, come i Topipittori, vende i diritti dei propri libri a case editrici brasiliane, un'evoluzione in questo senso non possa che essere benefica.

A proposito di diritti ceduti, dal Brasile sono tornato anche con quattro libri dei Topipittori, freschi di stampa nell'edizione in lingua portoghese. Sono tutti pubblicati da Edelbra e sono: Zoo secreto (Zoo segreto), Un grão de romã (Un chicco di melograno), Nunca conte com ratinhos (Mai contare sui topi), ABC procura-se... (ABC cercasi). Quattro titoli che appartengono agli albori dei topi, o quasi: un segnale molto positivo che indica come i libri abbiamo una vita più lunga delle breve stagione delle novità, anche grazie ad altre culture e mercati.

[Le foto sono di Christiane Angelotti]

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