lunedì 10 settembre 2012

Quando passa l'uragano

[di Ilaria Falorsi, Gloria Pizzilli ed Elisabetta Romagnoli]

Locandina "ex post" del corso, di Ilaria Falorsi
Un workshop con Paolo Canton, breve ma intenso.
Un workshop che non inizia il 14 luglio, come il programma vorrebbe, ma prende il via molto prima, ad Aprile, quando sul blog dei Topipittori compare il post sul corso intensivo intitolato “Progettare il libro”, che si terrà in estate nello studio di Simone Rea, a Cecchina. Solo 14 i posti a disposizione, pochi, alcuni già presi in partenza da misteriosi illustratori affermati, tra cui lo stesso Simone. Non c’è tempo per pensare. Un giro di boa e i posti sono tutti assegnati, la classe è fatta.

Passa qualche settimana e gioiosa arriva la prima mail collettiva di Paolo, in cui si scopre chi sono i partecipanti. Di qui è un crescendo. Si organizzano macchinate per il viaggio verso Roma, si propongono gite, ristoranti, visite culturali, ci si consiglia per il pernottamento. Qualcuno, causa imprevisti, è costretto a rinunciare. Qualcun altro si aggiunge.

E così il 14 luglio arriva veloce e il corso, quello vero, inizia. Le facce dei presenti sono curiose, alcune sanno già di cosa si sta parlando e Paolo è preciso, calmo, e paziente. Ripete tutto due, tre, quattro volte se ne hai bisogno. Si scherza, si dice che per fare questo corso devi essere stato dalle Orsoline, visto che siamo tutti con l'ago e il filo in mano, e proprio tutti, anche i più impensabili, infilzano un foglio dietro l'altro e piccole pile di quaderni si accumulano sul tavolo.

Simone Rea non ha fatto le Orsoline.
Daniela Tieni, invece sì.

Si sta stretti nello studio di Simone, ma l'atmosfera è bella, un po' da famiglia ritrovata - condividiamo il tavolo in 14 gomito a gomito, e dove perdi il passaggio, c'è chi accanto te lo rispiega. Si parla non solo di tagli, cuciture e legature, ma si affrontano i problemi legati alle possibilità e alle limitazioni che il mercato dà per i formati di stampa, per imparare a costruire fin dalle basi un progetto che sia effettivamente fattibile. Si parla di numeri, di proposte che giungono alle case editrici, di quante sono e di quanti libri, invece, vengono veramente pubblicati durante l'anno. Ci si imbatte in numeri spaventosi e si rimarca la necessità di sapersi presentare, di dover dare corpo e serietà al proprio progetto, anche per spiccare in mezzo al gruppo – concentrandosi non solo sulla qualità delle illustrazioni, ma iniziando a proporre veri e propri prototipi che siano finiti sia dentro, che fuori.

Appunti ordinatissimi.

Tavoli un po' meno.

Nel frattempo Paolo invita a sperimentare, a interagire tra noi, a sviluppare e combinare tra di loro i progetti base appena imparati. Ci sono arditi/e che creano leporelli che scalano montagne e labirinti di coriandoli, o chi si incanta su un nido spazzato dalla tempesta che a ogni foglio un po' si distrugge e un po' rivela la sua sorpresa. I giorni corrono veloci, non si sta mai fermi e nuovi input vengono continuamente aggiunti (un po' da Paolo, un po' guardando i progetti degli altri) e fai appena in tempo ad accennare un'idea su un foglio che è l'ora di pranzo e poi di cena e temi quasi che non riuscirai a riportarti tutta questa energia a casa, che qualcosa finirà un po' persa sulla strada di ritorno.

L'invito a sperimentare accolto con entusiasmo.

I giorni si susseguono, i rapporti si stringono, si inseguono fragole e panna nella notte e si bisticcia sulla gelateria preferita. Il lunedì si decide, come una vera famiglia, di fare la scampagnata al mare. Da bravi furbacchioni convinti pensiamo che, essendo lunedì ed essendo tardi, ci arriveremo agilmente. Passiamo un'ora e mezzo in macchina, c’è traffico e il sole ci tortura ma siamo in macchina tutti  insieme e cantiamo canzoni folk russe al neonato Orlando, sperando di distrarlo. Arriviamo al mare e poco alla volta tutti si fanno coraggio ed entrano in acqua, si fanno foto, ci si stringe negli asciugamani e si fanno disegni sulla sabbia. A fine serata, stanchi morti ma con le pance piene arranchiamo ognuno verso la propria branda e un po' mogi si ripensa al fatto che domani è l'ultimo giorno.

Un progetto di Marina Marvcolin

Martedì inizia e Paolo parla di copta, filza notarile e copertina rigida, e non si fa in tempo a realizzare ognuno il proprio prototipo (la copta era particolarmente insidiosa) che la giornata finisce, e pensando che peccato, che vorresti maneggiare matite, ago e filo ancora per un po', Paolo stupisce tutti e prepara i compiti (ritagliati su misura persona per persona) e consegna quaderni e progetti da sviluppare a casa, e pensi che mai i compiti estivi ti sono piaciuti così tanto.

E uno di Anna Castagnoli

L'ultima cena, la fine del workshop e gli ultimi abbracci (per alcuni). Si brinda al prossimo incontro e si gioca e si disegna, pesticciando i piedi per non far finire la giornata. E più che mai adesso si sente la voglia di stare vicini, ché quando gli illustratori si incontrano, si ricaricano. E fa tanto, tanto bene.

Il corso visto da Gloria Pizzilli
Ma il workshop non è finito il 17 luglio, come era nei patti.  Perché Paolo è uno che non centellina le informazioni, non è avaro di sé stesso. È uno che se per qualche fortunato motivo lo incontri sulla tua linea della vita, ti investe con la sua personalità, ti fa salire a bordo e ti fa volare con sé. E lo ha fatto anche il 18, per farci approdare nel laboratorio incantato di Mook. Una veloce gita a Roma, due piccole stanze, rese ancor più piccole dalla incredibile quantità di cose, scarti, pezzi di legno, lastre, sculture, matrici, prove di stampa, chiodi, materiali usati e da usare, presenti dappertutto. Qui, con incredibile pazienza, Carlo Nannetti ci ha mostrato un po’ del suo mondo. Ci ha fatto sognare con la sua perizia tecnica, con il carisma di chi sa cosa vuole e come agire per ottenerlo. Ulteriore dimostrazione che per raggiungere la spontaneità bisogna essere dei veri maestri.

Cinque giorni che hanno lasciato il segno. Cinque giorni da cui si esce storditi, al termine dei quali non si sa più bene chi si è e dove si vuole arrivare. Cinque giorni che costringono a reinventarsi.
Ed è normale, quando passa l'uragano.

Messaggio a scopo promozionale: il prossimo corso "Progettare il libro", dedicato al rapporto fra le strutture del libro e la struttura della narrazione, si terrà alla Scuola Superiore d'arte applicata del Castello Sforzesco di Milano. Saranno otto lezioni serali, dalle 19.00 alle 22.00, in date da definire, ma sempre e comunque il martedì, fra la fine di ottobre 2012 e la fine di febbraio 2013. Sarò assistito, in alcune lezioni da Giulia Sagramola di Teiera Autoproduzioni. La partecipazione ha un costo di 240 euro. Il numero dei posti disponibili è 20. Per informazioni potete contattare la segreteria della scuola al numero telefonico 02-34932021. Il 13 settembre, dalle 19 alle 22, ci sarà un Open Day della scuola, alla quale sarò presente se qualcuno desidera chiarimenti. Indirizzi e dettagli li trovate qui.


2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao,

mi piacerebbe molto frequentare il corso alla Scuola Superiore di Arte Applicata. Sapete se siano già aperte le iscrizioni? So che dovrei scriverlo direttamente a loro, ma ho provato a contattarli vie mail e non hanno ancora risposto.
Grazie mille per la disponibilità.
Eugenia

Topipittori ha detto...

Buonasera Eugenia.
Se ci mando una mail al nostro indirizzo info[at]topipittori[dot]it ti passiamo tutte le istruzioni del caso.
Grazie per l'attenzione