martedì 6 novembre 2012

Un corso è come un maiale: non si butta via niente!

[di Maribel Moreno]

Nella mia vita, di corsi ne ho fatti parecchi. Qui in Spagna, a Milano, a Macerata e, questa estate, "Progettare il libro" con Paolo Canton, a Cecchina, nell'atelier di Simone Rea [di questo corso abbiamo già parlato qui e qui, NdR].
In generale, da un corso porto a casa nuove tecniche, prospettive diverse sull'illustrazione e sull'approccio al testo, relazioni personali che talvolta si trasformano in vere e durature amicizie, e molti ricordi bellissimi.
In questo, il corso di Cecchina è stato esemplare. Si è formato un gruppo veramente fantastico (mi hanno detto che qualche giorno fa si sono ritrovati sulle montagne toscane per disegnare insieme per tre giorni. Ma è cominciata la scuola, io devo insegnare e non sono potuta andare. Uffa!). Abbiamo lavorato un sacco e abbiamo imparato molte cose alle quali, quando facciamo gli illustratori, pensiamo molto poco: formati, tecniche di stampa, cose fondamentali da sapere per evitare di commettere gravi errori nei progetti, e modi per presentare bene i nostri progetti. Per chi ama l’albo illustrato, o i libri in generale, è davvero necessario capire come si organizza la produzione, come bisogna strutturare il contenuto, pensando anche al contenitore, all’oggetto libro.

I progetti che ho realizzato a Cecchina.

Poi abbiamo fatto degli esercizi di "progettazione rapida": riuscire, in poche ore, ad abbozzare una storia per parole e immagini adatta a una forma di libro che Paolo ci suggeriva e ci insegnava a fabbricare. Un lavoro di creatività molto interessante. Così interessante che ho deciso di portarlo nelle mie attività con i miei studenti.
Io sono insegnante di liceo artistico a Barcellona, e per il corso di quest'anno ho impostato tutto il lavoro sulla materia del “design”, con l'obiettivo di sondare e approfondire il processo di creazione e stimolare la riflessione intellettuale necessaria per dare una solida base agli elementi più strettamente creativi di qualsiasi progetto, che sia un libro, un'immagine, una pagina web, un book-trailer o uno spazio tematico.

Due mie allieve all'opera

Per iniziare questo percorso, ho pensato di proporre ai miei allievi di realizzare personalmente il proprio taccuino: un luogo fisico nel quale raccogliere schizzi e idee, uno spazio personale di pensiero e lavoro creativo. L'idea di base era avere un luogo unico nel quale raccogliere tutto il materiale pensato ed elaborato, gli spunti di ispirazione, gli appunti, in modo da evidenziare, al termine dell'attività scolastica, proprio la natura articolata, fluida e continua del processo di progettazione e di creazione.
Ma in questo caso, i problemi che si pongono sono due: da una parte, i processi creativi e progettuali di ogni allievo sono diversi e si sviluppano su percorsi personali, per cui un taccuino standard non può andare bene; dall'altra, nessuno può sapere in anticipo quanto tempo e quanto spazio occorreranno per articolare il progetto, quanto sarà il materiale raccolto e, quindi, di quante pagine deve essere composto il taccuino.

La fabbricazione del taccuino in classe è oggetto di discussioni..

Un bel problema. Ma mi è tornata in mente una delle strutture di libro imparate al corso. Si tratta di una legatura inventata da una artigiana legatrice spagnola, Carmencho Arregui, che vive e lavora in Italia: la CSB Expander. CSB sta per cross crossed structure binding; Expander significa che il dorso di può allargare, aggiungendo nuove segnature al blocco libro, invece di cominciare un nuovo taccuino. Infatti sono convinta che, per insegnare ai ragazzi a pensare ai progetti in forma unitaria, sia necessario che tutto il loro lavoro di preparazione ed elaborazione resti raccolto in un unico taccuino.
Per i miei allievi, già il fatto di realizzare da soli, con le proprie mani, il principale strumento del loro lavoro nei prossimi mesi è stato entusiasmante. Speriamo che l'entusiasmo duri. Alla fine dell'anno scolastico spero di poter fare una mostra di questi contenitori di idee e di sogni. Se ci riuscirò, condividerò con voi i risultati di questo lavoro.

... e di molta allegria 

[Maribel ha già scritto sul nostro blog, qui. ]

7 commenti:

Laura ha detto...

Molto interessante la CSB Expander, grazie! E viva il maiale (qui in romagna ce ne intendiamo parecchio)

Unknown ha detto...

Bellissimo post e veramente istruttivo!

Anna ha detto...

Che bella che è Maribel.
Però mi frustra che tutte le mie compagne si ricordano nomi e rilegature e io niente, sono davvero una "sin-lapiz"! (senza-matita: dfinizione spagnola del bambino distratto a scuola, che ci ha insegnato Maribel al corso).

Unknown ha detto...

Sarebbe bello ospitare i manufatti degli allievi di Marisol Moreno nella mostra Librifattiamano 2013!

CBdA ha detto...

Che bello vedere il lavoro di Carmencho, amica carissima, andarsene a spasso! Unico appunto: CSB sta per CROSSED Structure Binding, e non CROSS: ossia, rilegatura a strutura incrociata. Non so dove il vostro insegnante avesse imparato l'Expander, ma se vi interessa approfondire il lavoro di Carmencho, che ha tanto insegnato in giro per il mondo e da noi a Milano (), potete vedere tutto qui:
Cioa e buona fortuna!
Cristina

CBdA ha detto...

ops! mi par di capire che non si possano postare link? ci riprovo, sono un po' imbranata: il "noi a Milano" sarebbe l'Associazione professione Libro, www.professionelibro.it, mentre il sito di Carmencho è www.outofbinding.com. Ciao!

Topipittori ha detto...

Che onore avere un commento di Cristina Balbiano! Il loro insegnante, cioè io, ha appreso tutto quello che sa di legatura alla Columbia University e ai corsi della Book Art Press, ora alla University of Virginia Monticello.
E, effettivamente, chi vuole DAVVERO imparare a rilegare farebbe bene a frequentare i corsi di Professione Libro. Li raccomando caldamente.
L'errore sarà immediatamente corretto. Grazie per la segnalazione.