Ognuno ha i suoi miti. Uno dei miei è Paolo Poli di cui ho già scritto qui (l'altro, a pari merito, è Franca Valeri, di cui ho scritto qui). Per me Le sorelle Materassi e Pinocchio sono la sua voce. E, forse, per quanto abbia visto praticamente tutti i suoi spettacoli, e il suo teatro mi delizi da che ero piccola, è al suo genio di lettore che va il mio amore incondizionato.
A pochi giorni dall'uscita di Alfabeto Poli, a cura di Luca Scarlini, edito da Einaudi, mi sono prima affrettata all'acquisto e quindi alla lettura. Siccome Poli è un lettore sopraffino è anche un sopraffino conversatore. Così questo bel libro scintillante, nato da un sapiente lavoro di ricomposizione di sue interviste rilasciate nel tempo in diverse occasioni, volevo anche recensirlo, e rapidamente. E farlo per questo blog che c'entra coi bambini, perché Poli è un interprete di fiabe, filastrocche, novelle bravo quanti altri mai, e dunque fra cose di bambini ci sta benissimo, anche per la spregiudicatezza con cui ne ha sempre trattato, imbarazzando molti, cosa che capita ancora oggi che tutti sembriamo liberissimi e invece non è vero.
Paolo Poli mi era già capitato di incontrarlo una volta al cinema, qui a Milano, proprio a vedere una storia bellissima di bambini, Fanny e Alexander di Ingmar Bergman. Ce l'avevo davanti, seduto accanto a un ragazzo biondo. Ricordo che, a quei drammi protestanti, rideva allegramente e il suo umorismo, di rimbalzo, illuminava anche noi, una fila dietro.
Ma tornando a noi, fra quell'idea di recensione e la sua realizzazione, poi in mezzo sono capitate diverse cose e perciò ho pensato di rimandarla a dopo la fiera romana Più libri più liberi.
Poi è successa una cosa incredibile. Finita Più libri più liberi, mentre tornavamo da Roma, in autostrada ci siamo fermati in un autogrill per un caffè e a un certo punto è entrato Paolo Poli. Io ero così incredula che fra quelle pile di libri del papa, Fabio Volo e Benedetta Parodi, fra quelle muraglie di Pringles e quelle cataste di Peppe Pigs, potesse apparire Paolo Poli, signorile, dritto come un fuso, elegantissimo, come da copione, che davvero non potevo crederci. Me l'ha dovuto confermare Paolo, accanto a me, ripetutamente.
Non sono mai stata una groupie, alla mia età poi direi che non ho nemmeno quella freschezza dondolona, quella dabbenaggine candida e gigiona che supportano in queste circostanze.
Ma per Paolo Poli ho infranto il mio senso della decenza, ed è stata più forte della timidezza e della buona educazione la contentezza di poter esprimere a uno come lui la mia ammirazione: così, per semplice allegria e gratitudine di vedermelo davanti dopo tanto averlo ascoltato, visto, letto e ogni volta con vero piacere. Per questo, senza nemmeno troppo pensarci, mi sono avvicinata e, più o meno, è andata in questo modo:
«Buongiorno, Lei è Paolo Poli?»
«Sì, ci conosciamo?»
«No, ma io la seguo fin da quando ero bambina.»
(silenzio)
«Lei è IL MIGLIORE.»
«Lei è gentile... Ma io sono vecchissimo!»
«Sono commossa...»
«Lei è davvero gentilissima ...»
«Buone feste.»
«Buone feste.»
Prendendo a prestito una battuta di Hugh Grant in Notthing Hill: «È stato bello. Surreale, ma bello.» E siccome non ho altro da aggiungere, c'è questa B di Bambini in Alfabeto Poli che mi sembra così bella, e a suo modo natalizia, che è la cosa migliore con cui festeggiare questo libro e il suo autore. Bellissime, ovviamente, sono anche tutte le altre lettere in questa alfabetopoli. Come la F di Favole, per esempio. Ma per leggerla mi sa che vi rimane l'opzione libreria.
BAMBINI
I bambini non sono mica scemi, lo sanno benissimo che la bambola non beve e non mangia: le danno da bere e da mangiare perché nel gioco c'è il senso della vita. I bambini sono molto diretti, sono esseri fortissimi che non si lasciano stroncare da nulla. Gli piace il cannibalismo, sono più vicini di noi alla natura biologica. Io non sono violento, ma mi piace vedere che nei bambini ci sia un dente forte, che non siano rammolliti come li vorremmo. Forse non si cresce mai, ma si invecchia soltanto.
A pochi giorni dall'uscita di Alfabeto Poli, a cura di Luca Scarlini, edito da Einaudi, mi sono prima affrettata all'acquisto e quindi alla lettura. Siccome Poli è un lettore sopraffino è anche un sopraffino conversatore. Così questo bel libro scintillante, nato da un sapiente lavoro di ricomposizione di sue interviste rilasciate nel tempo in diverse occasioni, volevo anche recensirlo, e rapidamente. E farlo per questo blog che c'entra coi bambini, perché Poli è un interprete di fiabe, filastrocche, novelle bravo quanti altri mai, e dunque fra cose di bambini ci sta benissimo, anche per la spregiudicatezza con cui ne ha sempre trattato, imbarazzando molti, cosa che capita ancora oggi che tutti sembriamo liberissimi e invece non è vero.
Paolo Poli mi era già capitato di incontrarlo una volta al cinema, qui a Milano, proprio a vedere una storia bellissima di bambini, Fanny e Alexander di Ingmar Bergman. Ce l'avevo davanti, seduto accanto a un ragazzo biondo. Ricordo che, a quei drammi protestanti, rideva allegramente e il suo umorismo, di rimbalzo, illuminava anche noi, una fila dietro.
Ma tornando a noi, fra quell'idea di recensione e la sua realizzazione, poi in mezzo sono capitate diverse cose e perciò ho pensato di rimandarla a dopo la fiera romana Più libri più liberi.
Segnaliamo che nel 2012 è uscito anche Paolo Poli e Lele Luzzati: Il Novecento è il secolo nostro di Marina Romiti; una lunga conversazione con Paolo Poli sul teatro e la sua storica collaborazione con Luzzati. Un libro interessante. |
Non sono mai stata una groupie, alla mia età poi direi che non ho nemmeno quella freschezza dondolona, quella dabbenaggine candida e gigiona che supportano in queste circostanze.
Ma per Paolo Poli ho infranto il mio senso della decenza, ed è stata più forte della timidezza e della buona educazione la contentezza di poter esprimere a uno come lui la mia ammirazione: così, per semplice allegria e gratitudine di vedermelo davanti dopo tanto averlo ascoltato, visto, letto e ogni volta con vero piacere. Per questo, senza nemmeno troppo pensarci, mi sono avvicinata e, più o meno, è andata in questo modo:
«Buongiorno, Lei è Paolo Poli?»
«Sì, ci conosciamo?»
«No, ma io la seguo fin da quando ero bambina.»
(silenzio)
«Lei è IL MIGLIORE.»
«Lei è gentile... Ma io sono vecchissimo!»
«Sono commossa...»
«Lei è davvero gentilissima ...»
«Buone feste.»
«Buone feste.»
Prendendo a prestito una battuta di Hugh Grant in Notthing Hill: «È stato bello. Surreale, ma bello.» E siccome non ho altro da aggiungere, c'è questa B di Bambini in Alfabeto Poli che mi sembra così bella, e a suo modo natalizia, che è la cosa migliore con cui festeggiare questo libro e il suo autore. Bellissime, ovviamente, sono anche tutte le altre lettere in questa alfabetopoli. Come la F di Favole, per esempio. Ma per leggerla mi sa che vi rimane l'opzione libreria.
BAMBINI
I bambini non sono mica scemi, lo sanno benissimo che la bambola non beve e non mangia: le danno da bere e da mangiare perché nel gioco c'è il senso della vita. I bambini sono molto diretti, sono esseri fortissimi che non si lasciano stroncare da nulla. Gli piace il cannibalismo, sono più vicini di noi alla natura biologica. Io non sono violento, ma mi piace vedere che nei bambini ci sia un dente forte, che non siano rammolliti come li vorremmo. Forse non si cresce mai, ma si invecchia soltanto.
3 commenti:
Un bellissimo post.
Condivido molte le emozioni che hai descritto...
Io sono cresciuta con la voce di Paolo Poli che mi raccontava (con mille toni e sfumature) storie come Peter Pan e Il Mago di Oz e tante altre...
E la sua voce è sempre stata per me "terapeutica".
Avevo l'influenza? Cassettina nel mangianastri e via... fiaba raccontata da Paolo Poli...
Da "grande", quando a teatro con mia madre sono andata a "vederlo"... è stato fortissimo.
Non sapevo che faccia avesse... ma quando è salito sul palco e ha aperto bocca... boom! La Magia!
Era proprio lui!
E io avevo il magone, il batticuore e son rimasta tutto lo spettacolo (tutto) a bocca spalancata!
Evviva Paolo Poli!
E grazie di aver parlato del suo libro.
Un abbraccio
Ila
Sì, se boom sta per bomba, hai proprio ragione, @Ila. Questo è l'effetto che fa. IMPONI a qualcuno dei tuoi cari di REGALARTI il libro per Natale, anche a costo delle minacce.
Heheheh!
Per fortuna ho dei genitori che sui libri non han mai messo limiti ;) (basta vedere casa nostra...)
E il Boom... sì... esploso nella mente, nel cuore, in gola, ovunque!
(avrò modo di parlare di Paolo Poli prossimamente ;) )
Ancora grazie e un abbraccio
Ila
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