Brindisi all'acqua canterina è un fumetto realizzato da Antonella Toffolo nel 2002 (probabilmente), per una campagna contro la privatizzazione delle acque portata avanti dal Comitato acqua del bacino del Reno. Uscì in uno dei diversi opuscoli sul tema che furono pubblicati per l'occasione, ai quali, quelli che allora erano i proto Cani collaborarono su richiesta della sezione bolognese o emiliana di Attac Italia.
Pubblichiamo queste poche, ma bellissime pagine per ricordare la nostra amica Antonella, come facciamo ogni anno. Non per amore di anniversari, ma per amore di lei, che non ha mai smesso di starci accanto. In questa breve storia ci sono il suo sguardo sulle cose, il suo umorismo, la sua intelligenza, la sua capacità di dire e raccontare. E la sua luce.
Ringraziamo Elena e Antonio Bertolami per averci permesso di pubblicare queste immagini. E Lorenzo Sartori per avercele fornite.
Pubblichiamo queste poche, ma bellissime pagine per ricordare la nostra amica Antonella, come facciamo ogni anno. Non per amore di anniversari, ma per amore di lei, che non ha mai smesso di starci accanto. In questa breve storia ci sono il suo sguardo sulle cose, il suo umorismo, la sua intelligenza, la sua capacità di dire e raccontare. E la sua luce.
Ringraziamo Elena e Antonio Bertolami per averci permesso di pubblicare queste immagini. E Lorenzo Sartori per avercele fornite.
4 commenti:
Bellissima, non l'avevo mai vista.
Grazie per la pubblicazione sul vostro blog della storia di Antonella.
E' una storia molto bella, io non l'avevo ancora vista.
Sono commosso perchè ci ho ritrovato molte cose sue.
Era già matura dal punto di vista espressivo.
C'è tutto lo spirito dei luoghi dove era nata sua madre
e lo spirito della gente che ci viveva e che ci vive ancora.
E dove lei poi è ritornata.
Antonino
Grazie a te, Antonio. Senza te, Elena e Lorenzo non ci sarebbe possibile ricordare Antonella in questo modo.
@Marco: sì,hai ragione, è proprio bella. Rimaniamo dell'idea che un'autrice con questa forza narrativa sia difficile da trovare. Peccato che non abbia potuto lavorare di più e non abbia incontrato più persone in grado di capire quello che faceva.
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