ovvero Venti buone ragioni per regalare un libro a un bambino
Perché amo leggere? Ve lo siete mai chiesti?
Io non lo saprei argomentare compiutamente, direi subito, di botto: ma perché uno non dovrebbe amare la lettura? Come si può vivere senza aver conosciuto Peter Pan, Matilde, Mattia, Spotty, il Brucomaisazio, Ferdi, Giulio Coniglio, Stella, la pulcetta grassa, Cybelle, Tiffany, Puzzy, Harry Potter, Rudiger, Cipì, Danny, Africa, il GGG, Jim Bottone, Opal...? Cappuccetto Rosso dove mai lo incontrerai se non in un libro? La storia del gatto con gli stivali come potrai immaginarla, se non hai mai sfogliato un libro…
E potrei andare avanti a enumerare esempi.
In questi mesi ho avuto modo di osservare da vicino i bambini della scuola dell’infanzia di mio figlio Saverio nel loro rapporto con i libri. In particolare ho avuto modo di vederli leggere, sfogliare e, infine, scegliere tra tanti libri e ho potuto chiedere loro: «Perché hai scelto quel libro?».
Così ci siamo seduti, in cerchio, su comodi cuscini e ognuno, con il libro scelto fra le braccia, ha provato a raccontarmi che cosa lo aveva colpito e che cosa lo aveva spinto a sceglierlo.
La mia prima reazione è stata di scoraggiamento: le risposte sembravano stereotipate, banali, scontate. Forse avrei dovuto fare altre domande. Poi, ripensandoci, ho capito: dovevo smettere di essere nella parte del “grande” che giudica e registra, e invece mettermi nei loro panni per arrivare al cuore delle loro ragioni, cercando quella profondità che sempre mi stupisce, quando le si dà occasione di svelarsi. E sapete il risultato? Le ragioni non sono poi tanto differenti dalle 20 ragioni per regalare un libro un bambino dei Topipittori.
Una breve (circa) premessa, per aiutarvi a mettervi a livello bambino!
I bambini innanzitutto sono rimasti spiazzati dall’esperienza che si può fare del libro. Il fatto di poterlo ascoltare, toccare, accarezzare, maneggiare… per molti è stata una novità assoluta. Nell’immaginario il libro apparteneva al pianeta delle attività barbose da fare seduti, lontani da tutto ciò che piace: la scoperta di potersi sdraiare, di poter toccare e manipolare, la scoperta che il libro ti segue in quel che fai, che parla la tua lingua e che non si rompe se lo sfogli, non ti sgrida se lo gratti… è stata una scoperta vera.
Inconsciamente tutti i bambini ricercano nella lettura un'esperienza empatica. Ricercano il noto, ciò che conoscono e amano: per chi legge poco questo coincide con l’identificazione e la preferenza per temi familiari (innanzitutto gli animali o i personaggi dei cartoni animati), per chi invece è un po’ allenato questo significa scegliere libri conosciuti o storie già ascoltate. Questa dinamica, a mio avviso, nasce non tanto dalla limitatezza dell'orizzonte visuale e culturale praticato, quanto dal fatto che la lettura è associata a un rapporto personale e soddisfacente sempre ricercato dai bambini: una comfort zone, dove si è circondati da elementi amati.
Durante la lettura di alcuni libri, i bambini sono rimasti incantati: tutti, senza eccezione. Commoventi e memorabili i volti partecipi alla lettura: le manine sulla bocca nei passaggi di maggior pathos, gli occhi sgranati alle inaspettate svolte di pagina e trama, la partecipazione per nulla impacciata alla creazione di suoni e atmosfere. Il godimento emozionale è stato tale che, anche dopo alcune settimane, mentre andavo a prendere mio figlio, mi è capitato di essere fermata da bimbi che mi chiedevano di leggere per loro.
La scoperta è stata anche visiva: nei libri ci sono cose che i bambini non pensavano/sapevano ci fossero. Hanno scoperto personaggi più intriganti di Peppa Pig, di Jake il pirata o delle Tartarughe Ninja, hanno conosciuto principesse spigliate ed eleganti molto più moderne della più moderna Cenerentola. Senza sorvolare sul fatto che il loro mondo immaginifico è talmente fervido che i pallini colorati di Lionni o di Tullet hanno lo stesso potere catartico di figure assai più delineate e consuete come ad esempio i vari animali.
Ecco dunque le loro ragioni, accanto alle ben più note Venti buone per regalare un libro ad un bambino.
1) Per fargli frequentare un sacco di esseri e cose che non avrà mai la possibilità di incontrare di persona.
«Perché ci sono gli elefanti rosa».
«Perché ci sono tutte le ruspe del mondo!».
«Beh, mi piacciono i mostri!».
2) Perché se legge un libro, poi può leggere una nuvola un gatto un albero una persona.
«Fa i versi degli animali e io li riconosco».
3) Per divertirlo come ti sei divertito tu.
«Perché mi piacciono le barzellette», a proposito di un inaspettato libro sull’arca di Noè.
4) Perché se non sai fare i pacchetti è la cosa più facile da incartare (o da impilare).
Alcuni bambini della classe primavera (1-2 anni) hanno sistematicamente creato pile e costruzioni di libri: a un certo punto ci muovevamo in una cattedrale.
5) Perché se hai azzeccato la scelta, ti ricorderà per tutta la vita, te e il libro.
«Perché hai detto che è magico».
6) Perché poi te ne regalerà uno lui, bellissimo.
Beh, questo lo spero io!
7) Perché in una pagina non c’è tutto quello che c’è tra terra e cielo, ma abbastanza da non perdere la speranza.
«Perché ci sono le pecore».
«C’è il mare».
«Ci sono tanti camion diversi».
«Perché ci sono i pinguini».
«Ci sono due genitori».
8) Per spiazzarlo (o spiazzarti).
«Perché ci sono i numeri. Non avevo mai visto un libro sui numeri».
«Ci sono i dinosauri: e sai che fa anche un rutto?».
«Perché fa quello che vuole.». *o*
9) Perché un libro è leggero (e peloso, e di stoffa, e ruvido…) anche se pesa.
«Perché è peloso e ci sono i cani».
«Si può grattare e accarezzare».
10) Perché un libro è la prova dell’invisibile.
«Perché c’è Gesù!».
«È la storia di Gesù quando è nato: sai che è nei nostri cuori?».
11) Per dirgli che con le parole può fare un sacco di cose interessanti (che magari può evitare di fare effettivamente!).
«Perché hanno rubato un pollo».
12) Perché i libri si regalano solo a quelli in cui si ha fiducia.
«Perché lo ha scelto il mio amico».
13) Per regalargli un bel momento di silenzio dentro e fuori di lui.
«Si può fare il puzzle» e la concentrazione è una virtù rara, e noi grandi (maestre comprese!) ci siamo goduti mezz'ora di silenzio beato, senza averli dovuto richiamare neanche una volta.
14) Per fare un dispetto a chi sogna un Paese di analfabeti.
«C’è un incendio da spegnere, gli incendi come quelli che spegne il cane dei Paw Patrol». E se ci diverte con gli incendi, nei libri, forse si guarderà meno televisione e si impareranno più parole (sull’equipaggiamento dei pompieri, sicuramente).
15) Perché degli ignoranti non se ne può più (ma dei bambini che imparano analogicamente la lingua non se ne ha mai abbastanza).
«Mamma, ma se i libri li vende il libraio, il Duplo lo vende il duplaio, nelle cave lavora il cavaio e il letto lo fa il lettaio!». Non fa una piega.
16) Perché se è piccolo diventi grande e se è grande, torni piccolo.
«Mi piacciono le moto, io vorrei guidarle».
«Io da piccola collezionavo i dinosauri!». Questo l’ho ammesso io.
17) Perché ha la capacità di trasformare il piombo in oro (e i bambini in zombie!)
«Perché fa paura e io sono una zombie, a carnevale».
18) Perché cosa altro regalare a chi capisce e vede tutto?
« Eh, ci sono i puntini gialli blu rossi e gialli…».
19) Perché hai pochi soldi ma vuoi fargli un regalo bellissimo.
«Mi piacciono i camion»: non sottovalutate il risparmio, nel comprargli un libro piuttosto che un camion ;)
20) Perché gli vuoi troppo bene per regalargli qualsiasi altra cosa.
«Perché c’è tutto quello che voglio!».
Siete ancora in tempo per regalarne uno alla biblioteca di classe: qui c'è la nostra wish list, con i libri che non sono stati acquistati in queste settimane!
(ringraziamo Maria Polita e l'asilo di Saverio per la concessione dell'uso delle immagini a corredo del post)
Perché amo leggere? Ve lo siete mai chiesti?
Io non lo saprei argomentare compiutamente, direi subito, di botto: ma perché uno non dovrebbe amare la lettura? Come si può vivere senza aver conosciuto Peter Pan, Matilde, Mattia, Spotty, il Brucomaisazio, Ferdi, Giulio Coniglio, Stella, la pulcetta grassa, Cybelle, Tiffany, Puzzy, Harry Potter, Rudiger, Cipì, Danny, Africa, il GGG, Jim Bottone, Opal...? Cappuccetto Rosso dove mai lo incontrerai se non in un libro? La storia del gatto con gli stivali come potrai immaginarla, se non hai mai sfogliato un libro…
E potrei andare avanti a enumerare esempi.
In questi mesi ho avuto modo di osservare da vicino i bambini della scuola dell’infanzia di mio figlio Saverio nel loro rapporto con i libri. In particolare ho avuto modo di vederli leggere, sfogliare e, infine, scegliere tra tanti libri e ho potuto chiedere loro: «Perché hai scelto quel libro?».
Così ci siamo seduti, in cerchio, su comodi cuscini e ognuno, con il libro scelto fra le braccia, ha provato a raccontarmi che cosa lo aveva colpito e che cosa lo aveva spinto a sceglierlo.
La mia prima reazione è stata di scoraggiamento: le risposte sembravano stereotipate, banali, scontate. Forse avrei dovuto fare altre domande. Poi, ripensandoci, ho capito: dovevo smettere di essere nella parte del “grande” che giudica e registra, e invece mettermi nei loro panni per arrivare al cuore delle loro ragioni, cercando quella profondità che sempre mi stupisce, quando le si dà occasione di svelarsi. E sapete il risultato? Le ragioni non sono poi tanto differenti dalle 20 ragioni per regalare un libro un bambino dei Topipittori.
Una breve (circa) premessa, per aiutarvi a mettervi a livello bambino!
I bambini innanzitutto sono rimasti spiazzati dall’esperienza che si può fare del libro. Il fatto di poterlo ascoltare, toccare, accarezzare, maneggiare… per molti è stata una novità assoluta. Nell’immaginario il libro apparteneva al pianeta delle attività barbose da fare seduti, lontani da tutto ciò che piace: la scoperta di potersi sdraiare, di poter toccare e manipolare, la scoperta che il libro ti segue in quel che fai, che parla la tua lingua e che non si rompe se lo sfogli, non ti sgrida se lo gratti… è stata una scoperta vera.
Inconsciamente tutti i bambini ricercano nella lettura un'esperienza empatica. Ricercano il noto, ciò che conoscono e amano: per chi legge poco questo coincide con l’identificazione e la preferenza per temi familiari (innanzitutto gli animali o i personaggi dei cartoni animati), per chi invece è un po’ allenato questo significa scegliere libri conosciuti o storie già ascoltate. Questa dinamica, a mio avviso, nasce non tanto dalla limitatezza dell'orizzonte visuale e culturale praticato, quanto dal fatto che la lettura è associata a un rapporto personale e soddisfacente sempre ricercato dai bambini: una comfort zone, dove si è circondati da elementi amati.
Durante la lettura di alcuni libri, i bambini sono rimasti incantati: tutti, senza eccezione. Commoventi e memorabili i volti partecipi alla lettura: le manine sulla bocca nei passaggi di maggior pathos, gli occhi sgranati alle inaspettate svolte di pagina e trama, la partecipazione per nulla impacciata alla creazione di suoni e atmosfere. Il godimento emozionale è stato tale che, anche dopo alcune settimane, mentre andavo a prendere mio figlio, mi è capitato di essere fermata da bimbi che mi chiedevano di leggere per loro.
La scoperta è stata anche visiva: nei libri ci sono cose che i bambini non pensavano/sapevano ci fossero. Hanno scoperto personaggi più intriganti di Peppa Pig, di Jake il pirata o delle Tartarughe Ninja, hanno conosciuto principesse spigliate ed eleganti molto più moderne della più moderna Cenerentola. Senza sorvolare sul fatto che il loro mondo immaginifico è talmente fervido che i pallini colorati di Lionni o di Tullet hanno lo stesso potere catartico di figure assai più delineate e consuete come ad esempio i vari animali.
Ecco dunque le loro ragioni, accanto alle ben più note Venti buone per regalare un libro ad un bambino.
1) Per fargli frequentare un sacco di esseri e cose che non avrà mai la possibilità di incontrare di persona.
«Perché ci sono gli elefanti rosa».
«Perché ci sono tutte le ruspe del mondo!».
«Beh, mi piacciono i mostri!».
2) Perché se legge un libro, poi può leggere una nuvola un gatto un albero una persona.
«Fa i versi degli animali e io li riconosco».
3) Per divertirlo come ti sei divertito tu.
«Perché mi piacciono le barzellette», a proposito di un inaspettato libro sull’arca di Noè.
4) Perché se non sai fare i pacchetti è la cosa più facile da incartare (o da impilare).
Alcuni bambini della classe primavera (1-2 anni) hanno sistematicamente creato pile e costruzioni di libri: a un certo punto ci muovevamo in una cattedrale.
5) Perché se hai azzeccato la scelta, ti ricorderà per tutta la vita, te e il libro.
«Perché hai detto che è magico».
6) Perché poi te ne regalerà uno lui, bellissimo.
Beh, questo lo spero io!
7) Perché in una pagina non c’è tutto quello che c’è tra terra e cielo, ma abbastanza da non perdere la speranza.
«Perché ci sono le pecore».
«C’è il mare».
«Ci sono tanti camion diversi».
«Perché ci sono i pinguini».
«Ci sono due genitori».
8) Per spiazzarlo (o spiazzarti).
«Perché ci sono i numeri. Non avevo mai visto un libro sui numeri».
«Ci sono i dinosauri: e sai che fa anche un rutto?».
«Perché fa quello che vuole.». *o*
9) Perché un libro è leggero (e peloso, e di stoffa, e ruvido…) anche se pesa.
«Perché è peloso e ci sono i cani».
«Si può grattare e accarezzare».
10) Perché un libro è la prova dell’invisibile.
«Perché c’è Gesù!».
«È la storia di Gesù quando è nato: sai che è nei nostri cuori?».
11) Per dirgli che con le parole può fare un sacco di cose interessanti (che magari può evitare di fare effettivamente!).
«Perché hanno rubato un pollo».
12) Perché i libri si regalano solo a quelli in cui si ha fiducia.
«Perché lo ha scelto il mio amico».
13) Per regalargli un bel momento di silenzio dentro e fuori di lui.
«Si può fare il puzzle» e la concentrazione è una virtù rara, e noi grandi (maestre comprese!) ci siamo goduti mezz'ora di silenzio beato, senza averli dovuto richiamare neanche una volta.
14) Per fare un dispetto a chi sogna un Paese di analfabeti.
«C’è un incendio da spegnere, gli incendi come quelli che spegne il cane dei Paw Patrol». E se ci diverte con gli incendi, nei libri, forse si guarderà meno televisione e si impareranno più parole (sull’equipaggiamento dei pompieri, sicuramente).
15) Perché degli ignoranti non se ne può più (ma dei bambini che imparano analogicamente la lingua non se ne ha mai abbastanza).
«Mamma, ma se i libri li vende il libraio, il Duplo lo vende il duplaio, nelle cave lavora il cavaio e il letto lo fa il lettaio!». Non fa una piega.
16) Perché se è piccolo diventi grande e se è grande, torni piccolo.
«Mi piacciono le moto, io vorrei guidarle».
«Io da piccola collezionavo i dinosauri!». Questo l’ho ammesso io.
17) Perché ha la capacità di trasformare il piombo in oro (e i bambini in zombie!)
«Perché fa paura e io sono una zombie, a carnevale».
18) Perché cosa altro regalare a chi capisce e vede tutto?
« Eh, ci sono i puntini gialli blu rossi e gialli…».
19) Perché hai pochi soldi ma vuoi fargli un regalo bellissimo.
«Mi piacciono i camion»: non sottovalutate il risparmio, nel comprargli un libro piuttosto che un camion ;)
20) Perché gli vuoi troppo bene per regalargli qualsiasi altra cosa.
«Perché c’è tutto quello che voglio!».
Siete ancora in tempo per regalarne uno alla biblioteca di classe: qui c'è la nostra wish list, con i libri che non sono stati acquistati in queste settimane!
(ringraziamo Maria Polita e l'asilo di Saverio per la concessione dell'uso delle immagini a corredo del post)
3 commenti:
le frasi dei bambini sono sempre illuminanti, a me insegnano sempre qualcosa
E' sempre troppo bello vedere i bimbi a contatto con l'oggetto libro, quando lo scoprono per quello che è davvero e ne rimangono estasiati! Che tenerezza e che bellezza! Alcune frasi mi hanno fatto troppo ridere e altre sono illuminanti. Se sapessimo ascoltarli di più a volte, e prendere tutto con un sorriso. Grazie per questi sempre bellissimi post!
Grazie a Maria e ai Topi, per questi sguardi bambini così veri.
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