martedì 27 gennaio 2015

I Martedì della Emme / 15: Possedere una fattoria

[di Francesca Romana Grasso]

Recentemente un'amica bibliotecaria che ama le mucche, Giovanni Segantini e la vecchia Emme, mi ha regalato Una fattoria, un libro che intorno alle immagini di Carl Larsson vede prendere forma il testo di Lennart Rudström.
Pubblicato a Stoccolma nel 1966, è stato tradotto da Margherita Gelsomino, per Emme, nel 1982.

Carl Larsson (1853-1919) era un popolare pittore, incisore e illustratore svedese. Nonostante le umili origini contadine, fu ammesso all’Accademia Reale Svedese delle Arti di Stoccolma, in virtù del suo talento. Con la moglie Karin Bergöö, anch'essa artista,  si trasferì nel piccolo villaggio svedese di Sundborn, e insieme ebbero sette figli.

Larsson comprò la fattoria di Spadarvet con il denaro guadagnato
dipingendo un murale al Museo Nazionale di Stoccolma.

Queste note biografiche aiutano a comprendere Una fattoria, che principia così:

«Che cosa meravigliosa deve essere per un artista che dipinge paesaggi possedere una fattoria e cavalli e maiali e galline! Questo è quel che pensava il pittore Carl Larsson.(...) Un giorno che il vento fischiava e la pioggia batteva contro i vetri, arrivò una lettera di Björk (…) che scriveva che la fattoria era in vendita, insieme a quattro mucche, un cavallo, un maiale, delle pecore e naturalmente anche le galline. 
Quando arrivò di nuovo la primavera, Carl Larsson partì, insieme alla moglie e ai bambini, per andare a comprare Spadavert.»

I boscaioli usavano seghe ben affilate e “dentellate”
per ben penetrare  nella legna umida.

Tra parole e immagini si susseguono animali, stagioni, attrezzi, lavori, seghe dentellate, blocchi di ghiaccio trasportati con i cavalli, falegnamerie e fucine per approvigionare gli attrezzi, reti e nasse da pesca, battiture di terra e semine in primavera, pascoli, stalle, fienagioni e trebbiatrici, chiese di campagna con fedeli addormentati, letamaie e campi fertilizzati, raccolte settembrine di patate e arature, carbonaie, caccie e banchetti natalizi. E così, pagina dopo pagina, ci si immerge in un mondo che per millenni ha affinato tecniche e consuetudini per mediare tra esigenze umane e leggi naturali.

Uomini intenti a recuperare blocchi di ghiaccio dal lago,
per alimentare la ghiacciaia della fattoria.

Amo questo libro per gli acquerelli, che, mirabili, si pongono al servizio di una consegna puntuale di saperi antichi; lo amo perché come in un mito, il racconto si dipana attraverso parole che nominano e spiegano attività e attrezzi, tramandando gesti da compiere con regolarità, seguendo la cadenza delle stagioni, riti sociali, momenti di raccoglimento, pause di attesa. 
La scrittura di Karin Bergöö si rivolge al lettore in maniera piana, con grande rispetto per la sua capacità di interessarsi alle cose del mondo, senza escamotage volti a destare stupore. Il linguaggio è preciso, sequenziale, 'tecnico'.

Nella falegnameria si costruivano  mobili e arnesi:
si segava, trapana, piallava, passata la carta vetrata a mano.

Leggere queste pagine mi ha fatto ricordare con quale piacere ascoltavo e seguivo i 'grandi' quando mi mostravano un luogo - indifferente se una fattoria, una falegnameria, o un laboratorio chimico - e mi spiegavano dettagliatamente come funzionava, mi facevano vedere gli attrezzi, gli spazi, motivando gesti e posizioni dei lavoranti, la collocazione dei materiali, l'ordine con cui si avvicendavano le diverse azioni.

 Un contadino doveva anche saper pescare, tessere reti e nasse.

I bambini, oggi come ieri, amano capire come funzionano le cose, comprendere qual è il modo migliore per farle, sentire testimonianze e vedere le persone che lavorano; non sempre e non tutti sono animati dal desiderio di 'fare' direttamente le esperienze, magari partecipando a laboratori e attività didattiche. Queste pagine, lette o raccontate, possono soddisfare molte curiosità, con buona pace di chi ama starsene tranquillo e far lavorare solo i neuroni specchio.

Prima della semina il campo deve essere ben erpicato,
per far divenire la terra molle e leggera.

Francesca Romana Grasso è pedagogista e dottore di ricerca in scienze dell'educazione; appassionata di libri, ha conseguito il Master dell'Accademia Drosselmeier. Centro studi di Letteratura per l'Infanzia. Da tre anni vive a Milano, dove lavora come formatrice, progettista e consulente -sia presso il suo studio privato sia con servizi educativi e scolastici, consultori familiari, biblioteche, librerie, cooperative e associazioni. Progetta e conduce percorsi formativi su tematiche sociopsicopedagogico, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, Elinor Goldschmied, Emmi Pikler, Bruno Munari, Jella Lepman. Collabora con la rivista Liber e alcuni blog di letteratura per bambini e ragazzi. Ha scritto a quattro mani con Alice Gregori il Manifesto. Alleanze Educative e di Cura. Per saperne di più sul suo lavoro potete consultare il sito Edufrog oppure seguirla sul suo blog.

Dal nostro catalogo, Francesca Romana Grasso ha scelto La Casa delle Meraviglie a cura di Loredana Farina.

Le pastorelle si portavano ai pascoli piccoli telai,
per lavorare anche durante le lunghe permanenze all'aperto.

Il sagrestano, sulla destra,  aveva il compito di svegliare
chi si addormentava in chiesa durante le funzioni.

Se siete bibliotecari, insegnanti, librai, promotori della lettura o appassionati di libri illustrati e desiderate partecipare alla rubrica I Martedì della Emme, presentando in un vostro post un libro di Emme Edizioni di Rosellina Archinto scriveteci qui, specificando di quale volume volete scrivere.


Vi ricordiamo che alla storia di Emme Edizioni e della sua fondatrice è dedicato il nostro La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina.

Sempre a questo tema è dedicata la mostra La Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Vent’anni di successi in mostra (1966-1985), a cura di Loredana Farina, Alessandra Mastrangelo e ABCittà, con il patrocinio di Nati per Leggere e della sezione lombarda dell’Associazione Italiana Biblioteche.

Tutte le informazioni sul percorso espositivo che la mostra propone, per tutti coloro che la volessero visitare o ospitare, le trovate  qui.
Qui trovate tutte le puntate precedenti de I Martedì della Emme:

I Martedì della Emme / 1: Un gioco per bibliotecari felici
I Martedì della Emme / 2: Federico, topo bambino
I Martedì della Emme / 3: Un’avventura invisibile
I Martedì della Emme / 4: Un colpo di fulmine 
I Martedì della Emme / 5: Un albo molto rumoroso
I Martedì della Emme / 6: Elogio dell'immaginazione
I Martedì della Emme / 7: Il sapore di una rivoluzione 
I Martedì della Emme / 8: Caro Stevie
I Martedì della Emme / 9: La storia che si ripete
I Martedì della Emme / 10: Dove c'era un prato 
I Martedì della Emme / 11: La vita quotidiana è una storia ricchissima
I Martedì della Emme / 12: Tutto cambia

I Martedì della Emme / 13: Sull'esser gufo

I Martedì della Emme / 14: Vedere l'altrove

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