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giovedì 22 maggio 2014

Disegnare e degustare, ovvero: Factory Quota 101

[di Silvia Gardina]

Una vignaiola nel blog di una casa editrice di libri per ragazzi? Il motivo è semplice.
Cerco cinque illustratori per una maratona di due giorni nella mia cantina che con la tecnica dello sketchbook racconteranno il vino. Cinque illustratori che conosceranno l'acquerello di Marina Marcolin, degusteranno Fior d'Arancio al tramonto, dormiranno in un agriturismo immerso nella natura. Cinque illustratori che parteciperanno a Factory Quota 101, sabato 13 e domenica 14 settembre 2014.

Quando parlo dei miei vini, cerco di farlo scegliendo linguaggi che vadano oltre i tecnicismi di una degustazione. Dietro il vino c’è lavoro, terra, ricerca. Ma, quando porto una bottiglia in tavola, preferisco la leggerezza di una chiacchiera con un amico o la bellezza di un bicchiere in una sera d’estate. Per questo ho  pensato all’illustrazione come linguaggio adatto alla cantina della mia famiglia. Perché c’è tanta fatica e tanto studio nel lavoro dell’illustratore, ma il risultato che appare alla fine è la bellezza e la leggerezza che noi cerchiamo.

Si riesce a disegnare anche al Vinitaly (nonostante i calici vuoti).

Abbiamo presentato il progetto Factory Quota 101, a Verona, lo scorso aprile, durante Vinitaly, la più grande manifestazione italiana per chi fa vino (un po’ come la fiera di Bologna per chi fa illustrazione). Con noi c'erano tre illustratrici: Marina Marcolin, Carla Manea, Francesca Ferri che hanno svelato il loro amore per il Fior d’Arancio. Insieme abbiamo improvvisato un pic nic tra gli stand della fiera e presentato il progetto alla stampa. Ospiti e curiosi hanno assaggiato un bicchiere di vino, fatto merenda e lasciato la loro impronta con un disegno. I lavori sono stati raccolti in una bacheca. Quello che è successo lo potete vedere in questo video.



Da sinistra: Carla Manea, Silvia Gardina,
Marina Marcolin e Francesca Ferri al Vinitaly
(e si vede).
Cos’è Factory Quota 101
Una maratona di due giorni dedicata alla creazione di illustrazioni legate al mondo del vino. La partecipazione è riservata a cinque artisti che saranno selezionati da una giuria di professionisti. Il programma prende inizio il sabato mattina con un workshop sulla tecnica dell’acquerello, con l’illustratrice Marina Marcolin. Da qui organizzeremo un gruppo di lavoro con gli illustratori partecipanti per creare 5 illustrazioni sul tema del vino secondo la tecnica dello sketchbook. Si potrà lavorare in vigna, sotto il portico, in cantina. Le illustrazioni saranno poi utilizzate per realizzare un manuale per nuovi degustatori del vino. Tra un disegno e l’altro pranzeremo e ceneremo insieme degustando i vini. L’alloggio è in un agriturismo dei colli. Ospiti in cantina, oltre a Marina, Carla Manea.

Come essere selezionati per partecipare
Inviando il proprio curriculum e una illustrazione il cui tema sia la natura. Tutto a quota101@studiocru.com, entro il 30 giugno 2014. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a illustratori di qualsiasi nazionalità. Una giuria sceglierà tra questi 5 illustratori che avranno diritto a partecipare a Factory Quota 101.

I vigneti di Quota 101, dove si svolgerà il workshop.
Quando e dove
Sabato 13 settembre e domenica 14 settembre, durante la vendemmia, saremo sui Colli Euganei, a Torreglia, poco distante da Padova. I Colli Euganei sono famosi per essere rimasti intatti e selvaggi. E per i numerosi borghi come Arquà Petrarca, Teolo o Monselice. La natura è tra filari di vigne, olivi secolari, boschi di castagno e querce. More, lamponi, melagrani, giuggiole, corbezzoli, nocciole, nespole e mandorle sono alcune delizie della collina.

La sede della cantina Quota 101.

Per ogni dubbio, Factory Quota 101 ha un regolamento. Lo trovate qui. Se rimane ancora qualche dubbio scriveteci. [***Elena Sartori ha rilevato una ambiguità nel regolamento. L'abbiamo segnalata a agli organizzatori e abbiamo sostituito il link con quello corretto alle 15.30 del 22 maggio. Se avete scaricato il regolamento prima di questa ora e data, scaricatelo nuovamente.***]

[Nota a piè di pagina: Silvia Gardina e la sua famiglia sono titolari di  una cantina sui Colli Euganei, poco fuori Padova. I vigneti si trovano a 101 metri sul livello del mare, da qui il nome dell’azienda, Quota 101.]

lunedì 29 luglio 2013

Effetti dell'onda magica

Tutti al lavoro nella frescura del Giardino Pirulino
[di Francesca Ferri]

La settimana scorsa,  nel giardino dello studio Pirulino, è arrivato Paolo Canton con due sacchetti pieni di buste numerate, un paio di scatoloni di materiale e un sacchetto di bussolotti della tombola.
Erano questi gli elementi necessari per la fase numero due del suo corso Progettare il Libro, riservato agli illustratori che avevano già partecipato al corso base a Roma, Milano o Sàrmede.
Ogni busta conteneva un tema da svolgere, corredato di richieste ben precise che potevano essere a seconda della sorte: formati, limiti linguistici, visivi, tecnici e/o argomenti letterari specifici.

L'estrazione  a sorte dei compiti, il primo giorno
Insomma, un libro da pensare, progettare e realizzare. Il tempo concesso per farlo era limitato a una giornata. Le buste sono state estratte a sorte, una ciascuno. Poi sono state aperte. In quel momento, superato un fugace sconforto iniziale («Entro sera? Non ce la posso fare!»), gli ingranaggi dei i nostri cervelli hanno cominciato a ruotare vorticosamente. Così velocemente da fare più rumore delle matite sulla carta. Più rumore delle cicale sugli alberi che ci circondavano.

Francesca Ferri, Anna Castagnoli e Julia Racsko concentrate a discutere
 uno dei compiti assegnati.

Ognuno cercava una chiave di lettura, un accesso a una strada verso la soluzione, evitando i sottili trabocchetti e le buche nascoste negli esercizi inventati da Paolo.

Marina Marcolin, la magia del suo acquerello,
e una mano piena di strade.
Gloria Pizzilli impegnata a cucire una storia
di stelle e lucciole creata con Ilaria Mozzi.

I problemi logici solleticano il mio ego, li colgo come sfide verso le possibilità del mio cervello, si scatena una competizione interiore che mi assorbe e mi diverte, mentre ero immersa alla ricerca delle mie soluzioni potevo percepire nell'aria intorno un brulichio di idee che prendevano forma sopra le nostre teste.
Alla fine del primo giorno, ognuno aveva impostato il proprio lavoro: magari non lo ha finito, ma lo ha reso comunicabile e comprensibile ad altri.

Illustrazione a due mani per Ilaria Falorsi
e Francesca Ferri
Per Gioia Marchegiani, una storia che sale molto
in alto e poi scompare.
Il secondo giorno, un nuovo sorteggio ha formato coppie di illustratori. Ogni illustratore sarebbe stato l'editor dell'altro e viceversa. Seduti uno di fronte all'altro  abbiamo presentato il nostro progetto e abbiamo ricevuto critiche e suggerimenti dal nostro compagno.

Per Elham Asadi, tutto è cominciato da un signore
che sbircia qualcosa da un buco in un tendone.

È a quel punto che il vero scopo del corso si è manifestato, innescando un meccanismo meraviglioso: il confronto. L'effetto tangibile e vincente del confronto di idee ha preso il sopravvento sulle regole del gioco, e ognuno si è trasformato in un moltiplicatore delle idee altrui che come un 'onda inarrestabile è stato il motore dell'energia anche i giorni successivi, quando un nuovo sorteggio ha stabilito nuovi compiti per nuove coppie.

Julia Racsko e una signora che riesce a fare qualcosa di molto speciale,
ma solo il martedì e il venerdì.

Ho osservato gli illustratori che mi lavoravano intorno, ognuno cercava negli altri uno stimolo ed è stato più il tempo trascorso a scambiarsi idee e a pensare insieme che quello con i pennelli e le matite in mano. Alla fine dell'ultimo giorno c'era un nuovo libro finito creato dalle coppie.

Oscar Baroncini, vero sultano di tanto gineceo (e l'altra metà di Pirulino)
con il suo libro giallo senza giallo.

I prodotti di questo lavoro frenetico e coinvolgente sono stati presentati a un pubblico composto dai vicini di casa e dai bambini figli di noi illustratori, che hanno ascoltato, silenziosi e concentrati, le storie nate in pochi giorni sotto quegli stessi alberi.

Anna Martinucci e Anna Castagnoli alle prese con
una luna che si specchia in uno stagno

Dopo gli applausi entusiasti e le medaglie di focaccia fatta in casa, due bambini (Romeo e Brenno) hanno chiesto di presentare i loro libri, scatenando anche loro applausi e un po' di commozione. Ci siamo salutati, abbracciati e quasi tutti son partiti.

Romeo e Brenno presentano il loro lavoro.
A quel punto Nadja (la figlia di Gloria) ha chiesto di poter presentare il libro inventato da lei e illustrato da Romeo. Questo è il libro, l'ultima risacca dell'onda magica.






Per quattro giorni le idee sono nate, si sono accoppiate, sovrapposte, moltiplicate e propagate senza regole, fino ad arrivare a loro, che stavano ai margini ad osservarle e a respirarle. Di sicuro un po' se le sono portate a casa tutti, ma sono convinta che alcune siano rimaste impigliate oltre che nei capelli di Romeo, Brenno e Nadja, anche tra le foglie degli alberi del giardino Pirulino e il prossimo autunno le vedremo volare in giro insieme alle foglie secche.

[Tutte le immagini sono di Ilaria Mozzi, che ringraziamo, con l'eccezione della documentazione del progetto "Due sassi, una cosa sola", orgogliosamente eseguita da Gloria Pizzilli.]

mercoledì 19 dicembre 2012

Avventure /8: Sono una fabbrica di illustrazioni

Questa sono io. La foto è di Fabrice Beau.
[di Francesca Ferri]

Mi chiamo Francesca Ferri e illustro libri di stoffa per bambini piccolissimi.
Il mio mestiere, nella sua estrema specializzazione, suscita sempre molta curiosità.
Qualche settimana fa, al pranzo per celebrare Cicale,  il primo libro di Marta Iorio, ho finalmente incontrato di persona Paolo Canton della casa editrice Topipittori e Anna Castagnoli curatrice del blog Le figure dei libri. In quella occasione, entrambi mi hanno chiesto di raccontare il percorso che mi ha portato a fare questo lavoro. Si sono accapigliati un po' e, dopo qualche giorno, mi hanno informato di essersi accordati: il post sarebbe uscito - se avevo veramente intenzione di farlo - sul blog dei Topi. Ed eccomi qua. Ignoro che cosa Anna abbia ottenuto in cambio

Ho studiato arte sperimentando grafica, pittura e arte concettuale, appassionandomi di quell'arte moderna che cerca di unire nell'opera linguaggi diversi, e mira a coinvolgere altri sensi oltre la vista.
Ho sempre cercato di giocare e divertirmi creando le mie opere e spesso il giudizio generale che ricevevo era che il mio linguaggio sembrava indirizzato a un pubblico infantile, anche se in realtà non ne avevo avuto l'intenzione.
Finiti gli studi ho fatto diversi lavori nel campo delle arti visive. Poi io e Oscar, il mio fidanzato, che fa il grafico, abbiamo aperto un piccolo studio e l'abbiamo chiamato Pirulino.

Questo è lo studio Pirulino visto da fuori...

Una delle prime commesse furono le illustrazioni di un libro di archeologia per bambini, al quale lavorammo insieme a Pietro Grandi, talentuoso fumettista.
Presentammo le illustrazioni realizzate al concorso per la Mostra degli Illustratori della Bologna Children's Book Fair e le tavole vennero selezionate.
Bisognava quindi sfruttare l'occasione per presentarsi agli editori in fiera. Mi resi conto che i miei lavori di illustrazione erano pochi per costituire un vero portfolio, cercai quindi di farmi venire qualche idea.

... e dentro

La mia vita quotidiana in quel periodo era dedicata ai figli, piccolissimi, e al mio lavoro. Non avevo tempo di leggere neanche una riga di un libro o di vedere un film, per cui presi ispirazione da ciò che avevo intorno per inventare un libro di stoffa che cucii io stessa (credo non ci fosse neanche una cucitura diritta), composto da scenari semi-astratti e corredato da animaletti sagomati con cui i bambini potevano giocare liberamente sulle pagine.
Feci un test all'asilo nido, le "dade" dei miei figli e i bambini erano entusiasti, facevano i turni per giocarci: il libro piaceva e funzionava.
A questo punto dovevo presentarlo, ma come? Avevo visitato molte volte la fiera, ma non conoscevo il mondo dell'editoria, non sapevo come prendere contatti e nemmeno cosa dire per presentare il libro.

Alla fiera di Hong Kong.
Mi piacevano molto gli albi illustrati di Chiara Rapaccini, così Oscar mi suggerì di chiamarla e chiedere consiglio a lei. Mi invitò nel suo studio a Roma: Chiara fu generosissima e mi spiegò l'ABC di rapporti e trattative con gli editori. Apprezzò anche alcuni disegni a tratto molto grafico, quindi decisi di prepararne una serie da presentare in fiera. Credo che, al di là delle nozioni pratiche, Chiara Rapaccini mi abbia dato una grande spinta, mi abbia convinto a lanciarmi.

Giunta in fiera mi presentai agli editori che avevo selezionato, ricevetti tantissimi responsi negativi. Poi trovai due stand che esponevano esclusivamente libri di stoffa. Uno in particolare, Rettore, era minuscolo. I due ragazzi che mi ricevettero mi dissero subito che non era possibile produrre il libro in serie, perché i costi sarebbero stati troppo alti, ma si mostrarono interessati all'idea e al mio stile grafico.

Una delle fabbriche dove si producono i miei libri.
Non era proprio una casa editrice. Era un "packager": un'azienda che crea progetti di libri, li propone agli editori e li produce. Scoprii in seguito che questi due ragazzi avevano aperto la loro attività da pochi mesi e cercavano qualcuno che gli curasse sia il design del prodotto sia le illustrazioni.

Cominciai così a collaborare con loro: mi commissionarono le illustrazioni per un primo libro che fu un banco di prova per entrambi.
Come spesso capita alla prima esperienza sbagliai un poco la scelta dei colori e l'impostazione della copertina non era risolta bene, ma feci di tutto per presentare un progetto tecnicamente perfetto e nei tempi indicati. Anche il committente fu puntuale nei pagamenti e questo creò la base del nostro rapporto.

Da undici anni faccio libri così...
Durante la lavorazione di questo primo libro nacque un forte scambio di idee su quali, come e quanti libri di stoffa avremmo potuto fare. Cominciai a stilare un elenco e lo aggiornavo continuamente.
A un certo punto mi resi conto che erano decine di titoli e con un po' d'ansia chiesi: «Ma quand'è che li dobbiamo fare?» La risposta fu tranquillizzante: «Nei prossimi anni!» E  così è stato. Ed è così che sono diventata una fabbrica di illustrazioni.

... e così...
In questi 11 anni, ho disegnato circa duecento libri. Gran parte di questo tempo l'ho trascorsa dentro il mio studio, disegnando. Il lavoro a distanza può risultare un po' alienante, anche per una persona solitaria come me. Per compensare ho voluto conoscere approfonditamente tutto il percorso che un'idea compie per trasformarsi in libro e finire in mano a  un bambino: ho visitato le fabbriche manifatturiere in Cina; ho incontrato alle fiere agenti, produttori ed editori di tutto il mondo; e ho condotto laboratori per costruire libri di stoffa con i bambini.
Amo il confronto con i bambini in età prescolare, mi regalano sempre punti di vista inaspettati sul libro.
Amo anche andare alle fiere: parlare con persone provenienti da paesi e culture che mai avrei la possibilità di conoscere, è un confronto stimolante.

... e così.
Tra tutti gli incontri mi piace ricordare un signore armeno, intellettuale poverissimo, che tutti gli anni viene allo stand Rettore durante la Buchmesse di Francoforte, entusiasta dei nostri libri e che ogni volta, fissandomi con i suoi  grandi occhi azzurri che sembrano finiti per sbaglio nel volto scuro e barbuto, mi dice: «Ce la farò, sono sicuro che ce la farò a portare questi libri nel mio paese!» e io ogni volta gli rispondo di sì, anche se entrambi sappiamo che nessun bambino armeno potrebbe permettersi di comprare neanche una pagina di un libro di stoffa...

Un po' dei miei doudou sullo scaffale, pronti per essere adottati.
Alla fine di tutto il processo, il libro finisce nelle mani di un bebè, che lo studia, lo scuote, lo stropiccia, lo ciuccia e lo usa per sperimentare e conoscere se stesso.
Il mio augurio è che ogni libro possa essere per un bambino e per chi gli sta accanto un'occasione per scoprire insieme la meraviglia delle cose che accadono per la prima volta.
E che un giorno questo possa succedere anche in Armenia. In fondo, è già successo più o meno un milione e mezzo di volte, in ogni angolo del mondo. Perché nel preparare questo post ho fatto un po' di conti e ho scoperto, non senza sorpresa, che i miei duecento libri sono stati venduti in tutto il mondo in un milione e mezzo di copie (in totale, non ciascuno).

Prendete questo bambino e moltiplicatelo per un milione e mezzo.
Impressionante, vero?
Sotto la rubrica "Avventure" trovate anche questi post:
4 bis) Un posto per disegnare insieme (e scusate l’errore di numerazione)