giovedì 10 marzo 2011

Una parte meravigliosa della nostra infanzia

[di Massimo Scotti]

JUV come Juventus, ma non la squadra di calcio. È la sigla in codice che indica gli Juvenilia, la raccolta dei libri per ragazzi conservata presso la Biblioteca Comunale di Milano (per i milanesi, “la Sormani” e basta). Un fondo librario di 12.000 volumi, quasi tutti illustrati, il più antico dei quali risale al 1807. Per scoprirlo, siamo andati a trovare Bianca Girardi, la responsabile dell’Ufficio Conservazione e Promozione, nonché solerte e affabile custode della raccolta.

È stato emozionante entrare, con Giovanna Zoboli, nelle sale segrete della biblioteca; non le avevamo mai viste, anche se alla Sormani andiamo da anni insieme, ma, come tutti gli utenti, abbiamo sempre frequentato solo le sale di lettura aperte al pubblico. Là abbiamo fatto molte scoperte e sono nate tante idee; non sapevamo però che a qualche metro dalle nostre scrivanie esistesse un mondo nascosto, fatto di altre stanze, altri scaffali e altri libri. Così ci sentivamo un po’ Alice che ha oltrepassato lo specchio, un po’ Philippe Daverio che ha sempre accesso a luoghi speciali per costruire le sue puntate di Passepartout.
 Si sale agli uffici da una scala a chiocciola che ha il soffitto di pietra rossa, e doveva essere un passaggio di servizio per la servitù, quando Palazzo Sormani ospitava la famiglia nobile che gli ha dato il nome.
A riceverci abbiamo trovato Armando Vimercati, che è stato direttore della Biblioteca di Lodi e ha conservato un grande amore per i settori delle biblioteche dedicati ai lettori più giovani; con lui abbiamo chiacchierato a lungo di vecchie e nuove raccolte librarie, biblioteche come punti d’incontro e mercati editoriali. Quando si parla con queste persone si può dimenticare agevolmente l'avversione delle politiche attuali nei confronti della cultura e dell’istruzione. I libri, la memoria e il sapere tornano a essere centrali per importanza nella nostra vita, mentre nei discorsi di qualche ministro sembrerebbero fonte di disagio, quando non di disprezzo.



Bianca Girardi ci riceve nella Sala dei Putti, tappezzata di damasco rosa, con dipinti del Grechetto alle pareti, e ci parla del fondo librario: “Nella raccolta sono confluiti volumi che appartenevano alla Federazione delle biblioteche popolari, di cui recano ancora i timbri, con la scritta ‘Sezione Fanciulli’. I libri sono stati riuniti, prima della seconda guerra mondiale, presso il Castello Sforzesco, dove hanno subito, purtroppo, i bombardamenti del 1943. In quell’occasione gran parte del patrimonio è andata perduta. Si sono salvati solo i periodici e i materiali contenuti in depositi esterni”.
Impossibile non riflettere sui disastri della guerra, sulla fragilità di quelli che chiamiamo ‘beni culturali’ e sul lavoro di tanti maestri e maestre del passato, distrutto in pochi minuti sotto le bombe, insieme a centinaia di vite umane.

Nel dopoguerra si sentiva il bisogno di ricostruire, e si provava anche un forte senso di energia nel farlo, quindi, fra le tante cose che tornarono a vivere, vi fu anche la raccolta degli Juvenilia, restaurati, ricatalogati e riuniti infine presso la nuova sede di Palazzo Sormani, dove arrivarono nel 1956. Da allora la raccolta non ha mai cessato di ampliarsi, dai 4000 titoli di allora ai 12.000 attuali. Sui grafici delle acquisizioni si notano i picchi di nuove entrate in due fasi del Novecento: dagli inizi del secolo al 1930, e poi dal 1951 al 1960.

La moltitudine dei nuovi arrivi coincide quindi con due epoche speciali del libro per ragazzi, in cui la produzione fu più ampia e originale; i migliori illustratori lavoravano volentieri in questo settore e si può dire che le loro opere siano tutte presenti in questa raccolta. Impossibile citarli tutti, quindi nomino solo i miei preferiti, da Yambo a Brunetta, da Walter Molino a Bruno Munari, da Gustavino a Vsevolode Nicouline a Grazia Nidasio (ho un debole per gli ultimi tre). La raccolta quindi si può definire “fondo storico” a tutti gli effetti, e nel migliore dei sensi.
Chiediamo a Bianca Girardi se i volumi siano accessibili al pubblico.
“Sì, ma solo in consultazione; purtroppo non sono ammessi al prestito,” risponde, “sono troppo fragili, le carte moderne si lacerano facilmente, anzi, vanno a finire letteralmente in polvere. Preferiamo eseguire scansioni con macchinari speciali. Ma i libri escono dai depositi in occasione delle mostre”.

Questo è un altro aspetto del lavoro di Bianca, estremamente importante e complementare al suo ruolo di conservatrice. La biblioteca organizza esposizioni tematiche, in molte delle quali sono protagonisti i libri per ragazzi, come Balena o pescecane?, splendida mostra dedicata a Pinocchio, o Sulle rotte dei pirati, oppure ancora La scienza fantastica di Jules Verne, e poi Il più grande spettacolo del mondo, sull’arte circense.
“Ma fa tutto questo da sola?” è la domanda immancabile.
“Ho un’ottima schiera di collaboratori, competenti e appassionati”, spiega Bianca, e li elenca soddisfatta, “il consulente esterno e curatore delle nostre mostre, lo storico dell’arte Luigi Sansone; per la ricerca, Daniela Bon; per il digitale e la grafica, Giuseppe Corti e Nicola Nicodemi. Nel settore tecnico, Giuliana Mescoli e Ines Viganò.” L’allestitore è Matteo Dalessandro e il factotum, mente e realizzatore degli allestimenti, è Gian Antonio Garlaschi,  che si definisce a buon diritto “l’ultimo dei legatori e restauratori, dal titolo ufficialmente riconosciuto, qui in biblioteca”. Purtroppo è vero, figure specifiche come la sua vanno scomparendo. E con esse, le loro specifiche sapienze; in compenso, è interessantissimo vedere le mostre in allestimento, nell’atrio della Sormani: alcuni di questi nomi possiamo associarli a persone che abbiamo visto proprio là, alle prese con metri e bacheche, libri rarissimi maneggiati con cura e con guanti, soluzioni tecniche da trovare sul campo, anche all’ultimo momento.

 Bianca ci porta infine a vedere i libri, e per farlo attraversiamo corridoi pieni di scaffali. Altra sorpresa: alla Sormani noi abbiamo sempre chiesto i libri, senza vedere mai da dove provenissero; misteriosi e invisibili addetti andavano a cercarli per noi fra cunicoli e torri, quindi, è la prima volta che abbiamo accesso diretto ai penetrali della biblioteca.
Arriviamo infine al piano più alto del palazzo, da cui si vedono i tetti della città. In una stanza candida, con grandi tubi argentati che percorrono il soffitto, sono custoditi i libri, tutti ricoperti con materiali ecologici, grazie al nuovo sistema “Colibrì”.
Qui dovremmo scrivere, in realtà, “1 – Continua”, perché sul luogo fisico e sui suoi ospiti silenziosi sarebbe utile un lunghissimo discorso, ma dobbiamo fermarci. Basti dire che ovunque cada lo sguardo, un incantesimo è pronto, ogni copertina ispira desiderio, ma per rispetto lasciamo quei libri al loro posto, con la consapevolezza fulminea e assoluta che lì, proprio lì, è custodita una parte meravigliosa della nostra infanzia.
Le immagini dell'articolo sono tratte da: Yambo, Tutto di tutto,Vallardi 1944, presente nel fondo Juvenilia di Palazzo Sormani e nella nostra collezione.

3 commenti:

artfrog design ha detto...

http://www.letteraturadimenticata.it/Scala%20oro.htm
i miei zii mi facevano leggere questi

Andrea Calisi ha detto...

fantastico, un altro posto carico di magia. ecco i topi pittori alla ricerca dei templi perduti (o che si rischiano di perdere).vi propongo al wwf come specie da proteggere dall'estinzione. miracolosi!

Topipittori ha detto...

Grazie Andrea!
Noi, va beh, non siamo tanto da proteggere: si sa che i topi in un modo o nell'altro se la cavano... mi sa che sono i bibliotecari, piuttosto, a cui dovrebbero andare tutte le nostre cure!