mercoledì 20 aprile 2011

Un libro che non mi piaceva

Nel 2005, mentre mi preparavo a tenere un corso sulle parole e le immagini nei libri illustrati, ho trascorso parecchio tempo a documentarmi sull'argomento.
Fra i vari luoghi che mi hanno offerto materiale sul tema, la nota, bella, ricca Biblioteca Sala Borsa ragazzi, a Bologna. La possibilità di sfogliare liberamente una gran quantità di libri, mi diede la possibilità di accedere a numerosi titoli, più o meno importanti e famosi, che ancora non conoscevo.
Fra questi, alcuni anche celeberrimi, il che denuncia la mia ignoranza sul tema. Del resto ero andata in biblioteca consapevole, appunto, delle mie lacune: ero lì per rimediare.

Ricordo benissimo l'impressione che mi fece, quel pomeriggio, un libro: al punto da identificarsi per sempre, successivamente, con la mia percezione di quel luogo e di quel giorno. Il libro era Prosciutto e uova verdi (Green Eggs and Ham, 1960) Tema classico di molti albi illustrati dedicati all'infanzia: il rifiuto di un cibo che si respinge a priori. Autore: Dr. Seuss, personaggio di cui sapevo poco e che conoscevo male, per quanto si trattasse di un monumento della letteratura mondiale per ragazzi. Avevo in mente Il Grinch, anche per il film che avevo visto e che non mi aveva fatto propriamente impazzire.

Sapevo che da qualche parte c'era un elefante di nome Ortone e ricordavo alcune copertine di libri avvistate frettolosamente in libreria e liquidate con un'occhiata distratta. Perché distratta, quell'occhiata, lo capii dopo.
Ma poiché quel giorno ero entrata in biblioteca con l'idea di cominciare a capire qualcosa di cosa volesse dire guardare e leggere un libro illustrato, e mettere a fuoco i meccanismi che presiedono alla sua costruzione e, quindi, alla sua lettura, osservai quel libro con particolare attenzione, e per la buona ragione che non c'era nulla in lui che non mi respingesse.


Ripensandoci, un motivo esisteva a quel senso di fastidio: da piccola odiavo un fumetto che si intitolava Tiramolla. Mia madre era abbonata a Linus, io e mia sorella al Corriere dei piccoli: così, fra Peanuts, Mumin, e Valentina Mela Verde, il mio gusto era cresciuto coltivato, senza troppi sforzi, per la verità, dato che mi divertivo moltissimo sia con gli uni sia con l'altra. Facendo mente locale, poi ho capito che gli sghembi personaggi di Seuss, con quelle braccia e quei corpi strani, quella natura metamorfica un po' inquietante, trasgressiva, quei cappelli ridicoli, mi ricordavano l'odiato, incomprensibile protagonista di quei fumetti in cui, di tanto in tanto, in case di compagni o di vacanze, mi imbattevo mio malgrado.

Di Prosciutto e uova verdi, però, oltre al segno fumettistico dell'autore e alla caratterizzazione dei personaggi, trovavo respingente la grafica, i tagli compositivi, l'uso e la scelta dei colori. Insomma, davvero non mi piaceva niente. E, tuttavia, non potevo non chiedermi come mai quella cosa detestabile fosse assurta alla gloria, alla storia, al pantheon della letteratura illustrata. Perciò, lo lessi. Lo rilessi. Lo sfogliai, lo guardai, lo riguardai di nuovo: per dritto, per traverso, per rovescio, di sotto, di sopra. Niente. Rimaneva detestabilmente muto, privo di chiavi di accesso.

Le quali tuttavia sapevo esserci, semplicemente ero io che per qualche ragione non sapevo, non riuscivo a trovarle. Poi, a un certo punto, il libro agì e la lampadina si accese. Improvvisamente, capii il gioco sotteso a quelle pagine e il loro significato irresistibile. E questo scatto spontaneo di comprensione rese semplicemente perfetto tutto ciò che prima era rimasto muto: ritmo, immagini, colori, testo, personaggi. Di più: lo rese travolgente. Provai un piacere immenso nel trovarmi dentro quel meccanismo narrativo. Cominciai a ridere. E in quel momento capii anche come mai Dr. Seuss fosse considerato un genio. Giustamente e riconosciutamente, un genio.

Il libro, infatti, è costruito su un paradosso: cosa accadrebbe se un bambino cercasse di far mangiare a un adulto qualcosa che non gli piace, con la stessa tecnica utilizzata dagli adulti coi bambini quando si rifiutano di mangiare qualcosa per partito preso (arriva il trenino carico di pappa, arriva la barchetta, arriva la macchinina e via discorrendo).

Nel libro i ruoli sono invertiti e il gioco, essendo rivolto a un adulto, è in scala 1:1: veri treni, vere barche, vere auto, in un rocambolesco, folle inseguimento. Perché l'efferato bambino, ma sarebbe meglio dire cucciolo, protagonista di questa diabolica persecuzione alimentare, deciso a tutto pur di far mangiare alla sua vittima adulta prosciutto e uova verdi (perché così un bambino vede le cose che non gli piacciono: schifosamente verdi), mette in piedi una surreale e fuori misura sequenza di situazioni volte al suo obiettivo.

Senza mai raggiungerlo, e ottenendo con la sua insistenza invadente e fuori luogo, solo una serie di dinieghi sempre più decisi e rigidi, fino a una annunciata catastrofe finale.
Dopo di che, il riottoso adulto, serenamente riemerso dal fondo del mare in cui è precipitato, dopo la ricattatoria richiesta: “Mangialo per me”, e una doppia pagina silenziosa e carica di sospensione, accetta rassegnato di assaggiare, fra lo disgustato e il perplesso, gli inammissibili prosciutto e uova verdi, per esplodere un attimo dopo in un entusiastico giudizio sul cibo, diventato immediatamente, manco a dirlo, il proprio alimento d'elezione.

È inutile forse sottolineare quanto un bambino (e un adulto) possa divertirsi leggendo questo folle libro, scoprendo ribaltate le parti, riconoscendo la stupidità (ma anche il divertimento, nella stupidità) del gioco intentato dagli adulti per far mangiare i piccoli, ma anche, attenzione!, dell'ostinazione, sciocca e fuori luogo che i bambini oppongono alle cose che non conoscono, semplicemente per la ragione che non le conoscono. Insomma, un paradosso degno dei grandi studiosi e terapeuti del comportamento, delle relazioni e della comunicazione umani.

Quando compresi questo, trovai che gli strumenti narrativi usati da Seuss erano messi a punto con perizia clamorosa: il suo segno sghembo e fumettistico, i pochi colori piatti, i tagli e gli spazi surreali, funzionavano alla perfezione. Esisteva una ragione per questa estetica così diversa. Non ero riuscita ad accettarla finché non ne avevo capito le regole, finché non ero riuscita a entrarvi.
Fu una bella lezione, che tuttora tengo presente, ogni volta che il mio gusto dice no, esattamente come lo grida un bambino ostinato di fronte a un cibo sconosciuto.
Dr. Seuss oltre che autore per ragazzi fu un celebre, fortunatissimo pubblicitario. Negli Stati Uniti, alcune sue campagne passarono alla storia e alcuni suoi slogan entrarono addirittura nel linguaggio di tutti i giorni, come quello dell'insetticida Flit. Per capire il livello, la qualità del suo lavoro di comunicatore basta dare un'occhiata a questo sito. Era un uomo che conosceva gli uomini e sapeva parlare loro. Soprattutto ai più restii, selvatici, incivili, egocentrici. I bambini, appunto.



5 commenti:

s ha detto...

grande dott Seuss! quel che ci vuole di prima mattina insieme al latte! io adoro "Il paese di solla sulla"...
soffre poco chi è là. O quasi nulla

Unknown ha detto...

Anche io mi sono innamorata del Dr.Seuss all'improvviso, dopo lunghe occhiate di circospezione e sospetto. Ma poi - hai detto bene - è stato travolgente.

Laura Ottina ha detto...

Grazie di questo post, che mi ha fatto sorridere (anch'io sono cresciuta divorando e adorando Peanuts, Moomin e Valentina Mela Verde). Ho scoperto Dr.Seuss grazie alle mie figlie quando vivevo negli USA, e anche se la grafica all'inizio un po' mi respingeva (sarà l'inquietante effetto Tiramolla?) mi ha totalmente conquistata con le sue storie e il fantastico ritmo della sua scrittura. Non mi ero mai divertita così tanto a leggere un libro a voce alta!

Anonimo ha detto...

Grazie mille di questo post che ho "divorato" con piacere. Benché conosca il nome Dott Seuss, non ho mai sfogliato un suo libro. Lacuna alla quale, sulla scia di quanto ho letto sia nel testo che nei commenti, rimedierò presto.

isabel archer ha detto...

il Dr.Seuss è un grande!