martedì 31 maggio 2011

3 stagiste alla corte dei topi

Immagine di Luigi Raffaelli
Per ragioni logistiche la casa editrice Topipittori non è adatta ad accogliere stagisti. Riceviamo molte richieste da scuole e corsi, ma di solito, per una serie di ragioni, non le possiamo soddisfare. Nel 2010, invece, con l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dipartimento Fumetto e Illustrazione, siamo riusciti a trovare una formula possibile: uno stage a distanza, con un lavoro da svolgere non fisicamente in sede e alcuni incontri di confronto.
Che lavoro? Prima di accettare la proposta dell'Accademia, ci siamo interrogati sul modo in cui potevamo far conoscere  “da lontano” agli stagisti la nostra realtà editoriale e il tipo di lavoro che comporta, che poi è l'obiettivo dello stage. Ci è venuto in mente che un sistema forte, immediato e semplice sarebbe potuto essere quello di mettere gli studenti nei panni dell'editore, in uno dei suoi vari ruoli. Quale? Quello di selettore dei numerosissimi materiali che giungono in sede, per posta o mail: progetti di albi, illustrazioni, racconti, romanzi, poesie...

Immagine di Guido Scarabottolo

L'idea che uno studente, e aspirante illustratore, provi a guardare le cose da un punto di vista opposto al suo, mettendosi nell'ottica non di chi è giudicato, ma di chi giudica, ci è parso davvero che potesse dar luogo a un esperienza interessante, utile, molto poco scontata e anche divertente.
Così lo stage, giudicato positivamente dai nostri intrelocutori, è partito.

Immagine di Leo Lionni
Poiché nel formulare la proposta avevamo valutato che sarebbe stato interessante che il lavoro fosse svolto in collaborazione da più persone, alla stregua di un vero e proprio comitato editoriale in cui si dibattono pareri e opinioni, le stagiste sono state tre. E precisamente: Verena Costamoling, Elisabetta Lupi ed Elisabetta Alterio.
C'è stato un incontro conoscitivo in cui ci siamo presentati, abbiamo spiegato alle ragazze che tipo di impegno ci aspettavamo da loro, e descritto in cosa consistesse il lavoro che avrebbero dovuto svolgere, consegnando loro una sorta di griglia interpretativa sulla base della quale catalogare i materiali, che, infine, sono stati loro consegnati (tutti già passati al nostro vaglio). Il lavoro, non lo nascondo, era complesso. Alle studentesse abbiamo chiesto di prendere in esame ogni aspetto delle proposte: dal modo in cui gli elaborati, fisicamente, sono inviati, a come le persone presentano sia se stesse sia il proprio lavoro, al tono e ai modi che utilizzano per rivolgersi all'editore, a come formulano le loro richieste.

Immagine di Simona Mulazzani
Abbiamo chiesto poi di analizzare gli elaborati, ovviamente molto diversi gli uni dagli altri: sia il livello, la qualità, la professionalità di testi, progetti, illustrazioni, sia il loro grado di conformità allo stile e alla fisionomia della casa editrice (cosa che ha implicato una riflessione sulla identità di Topipittori). Abbiamo chiesto di esprimere un parere sugli elaborati e di formalizzarlo in una lettera di risposta agli autori; ma anche di osservare, una volta terminato il lavoro, se all'interno dei materiali esaminati prevalessero certi temi, generi letterari, tipologie di illustrazione. Per esempio, riguardo ai testi: quali tendono a predominare, se filastrocche, racconti con animali, fiabe rivisitate, favole in chiave moderna ecc.; che tipo di linguaggio e di struttura li connota, che tipo di contenuti.

Immagine di Simone Rea
Per le illustrazioni: che autori o stili di riferimento si riscontrano con maggior frequenza nel lavoro degli illustratori, se si riscontrano; che tipo di illustrazione prevale: pittorica, grafica ecc.; che tipo di tecniche sono più utilizzate; che tipo di caratterizzazione hanno i personaggi: caricaturale, realistica, espressionista ecc. E, infine, sia per i testi sia per le immagini, se prevale più la tendenza alla sperimentazione o più la fedeltà ai modelli correnti o tradizionali.
Tutte le fasi del lavoro sono state svolte dapprima singolarmente da ogni studentessa. Quindi, le analisi, le valutazioni e le risposte sono state confrontate e discusse collettivamente, per arrivare a un giudizio definitivo condiviso.

Immagine di Beatrix Potter
Alla fine del lavoro, i giudizi sono anche stati confrontati con quelli espressi dall'editore.
Sforzo finale: abbiamo chiesto che, durante tutte le fasi dell'attività, le ragazze facessero attenzione al rapporto sviluppato con il lavoro; ai meccanismi messi in opera nello svolgerlo; ai cambiamenti eventualmente intervenuti nel modo di valutare, pensare e considerare i materiali; al tempo impiegato nella loro analisi, valutazione e selezione, all'inizio dello stage e alla fine. Insomma, volevamo che, attraverso questa fase finale, ci fosse una riflessione su come l'esperienza avesse inciso sul modo di vedere la relazione fra editore e autore/illustratore.

Immagine di Richard Scarry
Un lavoro davvero consistente, dato che sono stati esaminati quasi un centinaio di elaborati e che le fasi del lavoro sono state tutte argomentate e documentate per iscritto.
Credo che questa sia stata una bella esperienza per tutti, per Verena e le due Elisabette, ma anche per noi, che ci siamo trovati a spiegare, confrontare e discutere il nostro punto di vista con quello, molto diverso, di chi per la prima volta si cimenta in una pratica del genere. È stato interessante mescolare impressioni, scoprire affinità e divergenze, vedere come, a poco a poco, calarsi in un ruolo antitetico, e mai sperimentato prima, possa aiutare a mutare e ad allargare il proprio orizzonte, portando a nuove valutazioni sulla professione che si desidererebbe fare.
Siamo stati molto contenti dei risultati ottenuti: le relazioni finali delle tre studentesse sono state di buon livello e piene di spunti anche per noi, oltre che per i professori dell'Accademia. Per farvi capire che grado di approfondimento è stato raggiunto, in allegato trovate qui quella redatta da Elisabetta Lupi, ringraziandola per averci autorizzato a farlo.
E per finire: alle tre stagiste un grande in bocca al lupo per la tesi!

Immagine di Seymour Chwast

1 commento:

Marta ha detto...

Che bella esperienza! Ho letto con piacere il resoconto di una delle stagiste. Questi sono i tirocini che vale la pena fare!