Immagine di Luigi Raffaelli |
Che lavoro? Prima di accettare la proposta dell'Accademia, ci siamo interrogati sul modo in cui potevamo far conoscere “da lontano” agli stagisti la nostra realtà editoriale e il tipo di lavoro che comporta, che poi è l'obiettivo dello stage. Ci è venuto in mente che un sistema forte, immediato e semplice sarebbe potuto essere quello di mettere gli studenti nei panni dell'editore, in uno dei suoi vari ruoli. Quale? Quello di selettore dei numerosissimi materiali che giungono in sede, per posta o mail: progetti di albi, illustrazioni, racconti, romanzi, poesie...
Immagine di Guido Scarabottolo |
L'idea che uno studente, e aspirante illustratore, provi a guardare le cose da un punto di vista opposto al suo, mettendosi nell'ottica non di chi è giudicato, ma di chi giudica, ci è parso davvero che potesse dar luogo a un esperienza interessante, utile, molto poco scontata e anche divertente.
Così lo stage, giudicato positivamente dai nostri intrelocutori, è partito.
Immagine di Leo Lionni |
C'è stato un incontro conoscitivo in cui ci siamo presentati, abbiamo spiegato alle ragazze che tipo di impegno ci aspettavamo da loro, e descritto in cosa consistesse il lavoro che avrebbero dovuto svolgere, consegnando loro una sorta di griglia interpretativa sulla base della quale catalogare i materiali, che, infine, sono stati loro consegnati (tutti già passati al nostro vaglio). Il lavoro, non lo nascondo, era complesso. Alle studentesse abbiamo chiesto di prendere in esame ogni aspetto delle proposte: dal modo in cui gli elaborati, fisicamente, sono inviati, a come le persone presentano sia se stesse sia il proprio lavoro, al tono e ai modi che utilizzano per rivolgersi all'editore, a come formulano le loro richieste.
Immagine di Simona Mulazzani |
Immagine di Simone Rea |
Tutte le fasi del lavoro sono state svolte dapprima singolarmente da ogni studentessa. Quindi, le analisi, le valutazioni e le risposte sono state confrontate e discusse collettivamente, per arrivare a un giudizio definitivo condiviso.
Immagine di Beatrix Potter |
Sforzo finale: abbiamo chiesto che, durante tutte le fasi dell'attività, le ragazze facessero attenzione al rapporto sviluppato con il lavoro; ai meccanismi messi in opera nello svolgerlo; ai cambiamenti eventualmente intervenuti nel modo di valutare, pensare e considerare i materiali; al tempo impiegato nella loro analisi, valutazione e selezione, all'inizio dello stage e alla fine. Insomma, volevamo che, attraverso questa fase finale, ci fosse una riflessione su come l'esperienza avesse inciso sul modo di vedere la relazione fra editore e autore/illustratore.
Immagine di Richard Scarry |
Credo che questa sia stata una bella esperienza per tutti, per Verena e le due Elisabette, ma anche per noi, che ci siamo trovati a spiegare, confrontare e discutere il nostro punto di vista con quello, molto diverso, di chi per la prima volta si cimenta in una pratica del genere. È stato interessante mescolare impressioni, scoprire affinità e divergenze, vedere come, a poco a poco, calarsi in un ruolo antitetico, e mai sperimentato prima, possa aiutare a mutare e ad allargare il proprio orizzonte, portando a nuove valutazioni sulla professione che si desidererebbe fare.
Siamo stati molto contenti dei risultati ottenuti: le relazioni finali delle tre studentesse sono state di buon livello e piene di spunti anche per noi, oltre che per i professori dell'Accademia. Per farvi capire che grado di approfondimento è stato raggiunto, in allegato trovate qui quella redatta da Elisabetta Lupi, ringraziandola per averci autorizzato a farlo.
E per finire: alle tre stagiste un grande in bocca al lupo per la tesi!
Immagine di Seymour Chwast |
1 commento:
Che bella esperienza! Ho letto con piacere il resoconto di una delle stagiste. Questi sono i tirocini che vale la pena fare!
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