mercoledì 18 maggio 2011

Spegni tutte le luci e accendi un libro

Tre anni fa, in occasione della Festa del libro organizzata dal Circolo didattico di Zafferana Etnea, appuntamento annuale di questa scuola elementare, siamo stati invitati a conversare con i bambini di alcuni nostri libri e a presentare la casa editrice agli insegnanti. Sono stati begli incontri, con un pubblico attento e vivace, tante domande e molta curiosità. Devo dire che questa scuola, oltre che per la calda, generosa accoglienza che ci ha riservato, ci ha colpito per la qualità umana e intellettuale di chi la abita e la pensa. Entrambe si trovano in Gabriella Zammataro, direttrice didattica dall'energia inesauribile, dalla fibra tenace e dalla visione innovativa e, nello stesso tempo, giustamente, severa. Giusi Quarenghi, spesso ospite di questa scuola, ha battezzato Gabriella e le sue colleghe “le ragazze tenaci del vulcano”: sarà perché Zafferana sorge sulle pendici dell'Etna, e sembra aver trasfuso in queste signore, calde ma ferree, qualità che le rendono uniche.
A Gabriella abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande, per aiutarci a conoscere questa realtà scolastica che nel tempo si è imposta come un vero e proprio punto di riferimento, in Sicilia, ma non solo.

Quando siamo venuti a contatto con la vostra scuola, ci hanno impressionato alcune cose che sembrano far parte in modo “naturale” delle vostre pratiche didattiche. E in realtà non lo sono affatto. Fra queste, la presenza dei libri e il tempo consacrato alla lettura. Non solo libri scolastici, che sono solo una parte di quelli a cui vi dedicate. Voi avete istituito una prassi semplice, ma efficacissima: appena entrati in classe i bambini siedono in cerchio intorno alla maestra che legge. Ogni giorno un libro o un brano di libro. Ci parli di questo?
Penso che tutto parta da molto lontano… penso non sia un caso che le persone si conoscano fra di loro per tessere insieme idee e progetti da condividere.
Quando dieci anni fa abbiamo iniziato a costruire questo percorso, non pensavamo certo di arrivare, oggi, a questo punto. Oggi tutta la nostra didattica ruota intorno al libro e alla lettura, con l’obiettivo di sviluppare nei bambini e nei ragazzi il piacere di leggere per sapere, fantasticare, viaggiare nel magico mondo delle  fiabe, ma anche per conoscere attraverso le storie la storia del mondo, poiché le storie esistono attraverso e per l’uomo, e l’uomo esiste attraverso e per le storie. Il tempo per la lettura così si è configurato all’interno della progettazione didattica, come curriculare poiché rientra nel curricolo di studio, e trasversale, poiché viene correlato a tutte le discipline, e così sono i libri scelti e  le storie che costituiscono il punto di partenza per il viaggio nel mondo delle discipline.
E punto di partenza è un cerchio, “il cerchio magico” in cui ogni mattina e per tutto l’anno, la maestra legge una storia, un racconto o il capitolo di un romanzo, per un tempo quantificabile in 10/15 minuti al giorno, ogni giorno. Così inizia il rito mattutino tanto amato: seduti su cuscini morbidi e colorati i bambini non hanno più bisogno di chiedere  - maestra per favore, leggici una storia -  come ben dice Daniel Pennac, perché le maestre sanno già da tempo che non c’è modo migliore per cominciare una giornata di lavoro; e il punto di partenza diventa la voce dell’adulto che racconta, che narra, lasciando così spazio allo stupore infantile e alla libera immaginazione creativa, in una dimensione, così come scrive Calvino, di fisicità tangibile e sensuale della lettura.
Questo, pensiamo, è stato il fattore determinante nella nascita e nella costruzione della relazione fra libri e ragazzi: l’abitudine di un rito semplice, ma antico, come quello degli uomini primitivi che attorno al fuoco raccontavano della caccia, o di Sherazade nelle Mille e una notte, o di Odisseo con i suoi racconti ai Feaci. Un rito che sempre, o quasi sempre, alla stessa ora, attraverso la parola, rassicura, mette insieme i sogni finiti della notte e le consuetudini del giorno.

Per voi è importante che la lettura non sia vissuta dai bambini come un momento di mero intrattenimento, ma che il libro sia percepito e ricercato come strumento di accesso alla realtà anche quotidiana, quindi come dimensione conoscitiva connessa a tutti gli ambiti del sapere e della vita, dai più “alti” ai più immediati. In che modo costruite questa relazione fra libri e ragazzi?

Nel credere profondamente al libro, alla lettura come strumento di accesso alla conoscenza, abbiamo privilegiato una programmazione didattica legata alla scelta di uno “sfondo integratore”, (qui è difficile, per motivi di spazio, spiegare l’approccio teorico), di un mediatore da cui è possibile far scaturire unità di apprendimento, contenuti, saperi.
E lo sfondo integratore è spesso un storia, un libro: da una storia a tante storie, dalle storie alle conoscenze, agli apprendimenti, al viaggio nelle discipline.
E allora per fare un esempio: la scelta del libro L’Africa piccolo Chaka di Marie Sellier, è l’occasione per conoscere l’Africa (e questo solo per le prime classi), per fare intercultura attraverso un infinito-finito organigramma di storie, concetti, immagini, saperi e così via.
Da qui nasce la necessità di andare oltre il libro di testo e di leggere insieme ai bambini tantissimi libri, nella convinzione di fare ricerca educativa all’interno dei percorsi curriculari, puntando alla  correlazione fra istruzione ed educazione, e all’adozione della metodologia del laboratorio.


Che caratteristiche devono avere i libri che utilizzate e leggete nel corso dell'anno scolastico?
Quali libri scegliere, quali letture? Anche riguardo a questo, negli ultimi anni abbiamo lentamente costruito, messo a punto un organigramma che abbraccia gli anni (otto) della scuola dell’infanzia e della scuola primaria: un’ampia scelta di letture. Dalle fiabe popolari classiche italiane ed europee, alle fiabe popolari siciliane, fiabe orientali, favole, miti e leggende (mitologia greca e romana, celtica), fiabe e storie del mondo, ai classici, alla narrativa e letteratura contemporanea per l’infanzia.
Poi ci sono storie che nel corso dei tempi hanno rappresentato un momento fondamentale per la nostra crescita culturale e non possono non fare parte del cammino nel mondo della lettura e della conoscenza. Queste storie costituiscono strumenti per poter meglio muoversi nel presente e per poter meglio affrontare il futuro: lette integralmente o in parte costituiscono momenti di narrazione e ascolto affascinante ed emozionante: il Pinocchio di Collodi, racconti tratti da Le Mille e una notte, canti dell’Odissea e dell’Eneide, Giulietta e Romeo, Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, Il piccolo Principe, le storie di Rodari, di Leo Lionni, le fiabe di Calvino, il Diario di Anna Frank.
Queste letture vengono distribuite lungo i cinque anni della scuola primaria.  Poi, in modo particolare, viene privilegiata la scelta dei libri di narrativa contemporanea, è qui è difficile poter elencare tutte le nostre scelte: sono tanti oggi gli autori e gli illustratori e gli editori che attraverso gli anni abbiamo conosciuto e amato, e che abbiamo anche conosciuto attraverso la lettura di riviste specializzate, come “Andersen”, o i consigli, di cui non potremmo fare a meno, di Roberto Denti. A ciò si aggiunge ormai la nostra ricerca personale, la consultazione di testi, pubblicazioni, in libreria o attraverso internet.         
Anche se ogni anno scegliamo libri diversi, ci sono autori che rimangono letture forti, sempre presenti: le poesie di Giusi Quarenghi, di Vivian Lamarque, di Chiara Carminati, di Bruno Tognolini, le storie di Angela Nanetti, di Antonio Ferrara, i libri di Gek Tessaro, di Roberto Innocenti, solo per citarne alcuni.


Se la lettura è per voi una pratica quotidiana, evento straordinario è la Festa del libro, accadimento centrale intorno a cui ruotano tutte le letture realizzate durante l'anno, in cui bambini, libri e autori, per una settimana vivono a stretto contatto. Ci spieghi in che modo viene organizzato questo evento e quali sono le sue finalità?
Il momento più intenso, più coinvolgente e articolato di questo viaggio, e che rappresenta un po’ un punto di arrivo, ma anche di partenza, è l’organizzazione della Festa del Libro, partita all’inizio come “incontro con l’autore”, e giunta oggi alla sua V° edizione. La manifestazione rappresenta  il momento conclusivo, ma non esaustivo, del percorso iniziato all’inizio dell’anno scolastico e viene organizzata come una vera e propria “festa del libro”.
Per una settimana, a scuola tutto si ferma: l’incontro è solo con i libri, già letti nei mesi precedenti alla manifestazione. Libri da guardare, da toccare, incontri con gli scrittori, laboratori con gli illustratori, spettacoli sulle storie lette, mostre. L’iniziativa quest’anno ha coinvolto circa 3000 bambini e bambine e ragazzi appartenenti alle scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado anche di altre istituzioni scolastiche della provincia di Catania: letture e incontri nelle classi, in biblioteca, in libreria, nei teatri. Per gli adulti, gli insegnanti, i docenti, gli educatori, genitori: seminari, tavole rotonde, corsi di formazione, spettacoli: quest’anno oltre 30 presenze fra autori e illustratori presenti.
E poi, c’è l’aria, l’aria di festa, il respiro e la danza delle parole, dell’ascolto, del condividere pensieri, del parlare di scrittura, di poesia. Forse è difficile spiegarlo: un profumo di carta, di libri, di storie, di relazioni, di emozioni.
Un momento per capire, per riflettere che forse solo i libri possono salvare il mondo dall’omologazione e dalla solitudine e che la scuola può diventare il luogo privilegiato per la lettura come narrazione e ascolto, come relazione e divertimento, in opposizione a quanto sta accadendo nel mondo dell’istruzione, con una riforma che, dimenticando un aureo passato, ha già velocemente delineato altri modelli di organizzazione: la riduzione della quantità delle risorse destinate all’educazione, l’inasprimento del modello trasmissivo dell’insegnamento, la valutazione in decimi, l’individualismo, la competizione per il merito, la bocciatura per la condotta, la riduzione degli orari e l’affollamento delle classi, il maestro unico.


Non ti nascondo che quando vi abbiamo conosciuto, tre anni fa, siamo rimasti sorpresi: una scuola “modello” in una realtà suburbana, con problematiche sociali e territoriali significative. Come nasce questo miracolo? In che modo il vostro lavoro entra in relazione con la vita della comunità. E in che modo l'amministrazione favorisce o potrebbe favorire questo rapporto?

Sì, noi oggi siamo pienamente convinti di essere e poter rappresentare un “modello”, certamente non rigido, non fisso, pronto al cambiamento, pur essendo convinti della difficoltà del nostro percorso. Oggi, come in passato, la Sicilia (e tutto il nostro paese) vive di lacerazioni profonde, divisa fra speranze di grande anelito culturale, come quella del passato che l’ha creata e nutrita, e problematiche socioeconomiche e sociali profonde e devastanti.
Ma, sono convinta, e oggi ne ho anche la certezza, che il credere fortemente nella qualità del proprio lavoro, nella centralità della persona, nella cultura come valore, insieme all’amore per la vita, per un progetto di vita, per il bello, possa cambiare le persone. Si trasmette ciò che si possiede. In tal senso il nostro lavoro è entrato nella vita della comunità: famiglie, amministrazione, agenzie del territorio; con la comunicazione e la relazione, l’accoglienza, l’ascolto, la partecipazione e la collaborazione reciproca.
Lentamente abbiamo costruito delle relazioni forti e  significative con tutto il territorio, anche con l’amministrazione che, da anni, favorisce tutto ciò che nel tempo la nostra scuola ha costruito, partecipando e sostenendo tantissime iniziative e naturalmente anche la Festa del Libro, che ora insieme al Premio Brancati, fa di Zafferana uno dei luoghi culturali privilegiati del territorio.


Sembrerà un dettaglio, ma l'assenza di telefonini squillanti, di abbigliamento improprio o scomposto negli scolari, e di altre abitudini, sciatte, superficiali o esibizionistiche tipiche dei giorni nostri, sono assenti dalla vostra scuola. Come si raggiungono risultati di questo tipo? In che misura chiedete la collaborazione delle famiglie per questo? E quanto conta il coinvolgimento dei genitori, per fare di una scuola, una buona scuola?
Raggiungere questo traguardo è stato difficile, ma non impossibile. Come in tutte le cose occorre sensibilizzare, educare lentamente ai valori fondamentali per la crescita, darsi e dare delle regole, osservare delle abitudini di comportamento.
È vero, i nostri bambini non utilizzano cellulari, nemmeno nelle gite scolastiche e nei viaggi d’istruzione di più giorni, come prevede la normativa. I bambini nelle gite portano un libro da leggere durante una passeggiata, sulla spiaggia, dopo la visita a un museo, insieme a un quadernetto (il loro moleskine) o la sera in albergo accoccolati con il proprio peluche ascoltano la voce dell’adulto che racconta. In questo è stato determinante la collaborazione con le famiglie (non facile all’inizio), essenziale perché la scuola possa costruire un progetto didattico che non può essere solo basato sull’istruzione, ma soprattutto sull’educazione ai valori e ai saperi essenziali. Oggi vediamo tanti, tantissimi genitori comprare i libri degli autori che i bambini incontreranno e soprattutto chiedere la lista di tutti i libri da acquistare. Questo è un grande successo!


Qual è la cosa più emozionante che vedi accadere fra bambini e libri?
Fra tutte, la più emozionante, il vederli spesso durante la ricreazione raccogliersi, autonomamente, nell’angolo lettura a sfogliare, toccare, leggere i libri che hanno a disposizione. E, poi, quando accade che la maestra non possa leggere al mattino, sentirli dire: “Maestra, ma oggi non leggi la storia?” E poi, ancora, il vederli costruire, nei tempi liberi, nei laboratori, piccoli libriccini, con tagli, intagli, collage, parole, acrostici, filastrocche, rime, poesie. Questo è bellissimo! Emozionante! Significa che dalle storie nascono altre storie.
E questa è la nostra storia.

Ringraziando Gabriella per la sua grande disponibilità, ci piace chiudere questa intervista, con quattro pensieri sulla lettura dei bambini di Zafferana Etnea.

«Quando leggo un libro non smetto mai di sognare, e se guardo il cielo, le selle, la luna resto a pensare.»
Diana

«Quando leggo mi sembra di navigare nell’oceano.»
Amira

«In un mare in tempesta i libri sono come una barca che ti salva la vita.»
Daniele

«Spegni tutte le luci attorno a te e accendi un libro.»
Elia

3 commenti:

Sistema Bibliotecario Medio Novarese ha detto...

esemplare esperienza! condivido!

Francesca ha detto...

Che bellissima testimonianza! Grazie di averla condivisa!!

Lorenzo L. ha detto...

Sono stato quest'anno, per la prima volta, alla Festa del libro di Zafferana Etnea, e posso confermare. E' stata una esperienza emozionante e ricca di incontri, fra tutti quello con Gabriella e poi con la sua scuola, le insegnanti, i bambini e i tanti autori, illustratori, esperti di letteratura per l'infanzia. Quante idee mi sono riportato a casa... ci sto lavorando, ma in questo mio territorio, di dirigenti scolastiche così, per esperienza pluriennale, neanche una traccia. Non demordere!
Complimenti a ZE. Lorenzo L.