martedì 17 maggio 2011

Una geometria d'universo

Quanti modi esistono di vedere una foglia? E di pensarla? E di disegnarla?
Infiniti, come ci insegna, fra gli altri, un libro di cui abbiamo parlato da poco: È l'albero che dà la vita, realizzato dai bambini della scuola Anna Frank di Reggio Emilia.
Riflettendo sulla forma delle foglie mi è venuto in mente Herbier di Emilie Vast, pubblicato da MeMo e in Italia da Salani, che recentemente è andato per la maggiore. La Vast, illustratrice con una visione matematica delle strutture vegetali, mira alla sintesi e nelle sue rappresentazioni arriva a stringere ogni dettaglio in una formula di essenziale perfezione in cui nulla è lasciato al caso e ogni segno è nitido e implacabile come un bisturi. Così ecco che il mondo delle piante, vibratile, deperibile, effimero, casuale e metamorfico, nelle sue tavole si fa teorema di una bellezza del creato la cui prima caratteristica è la distanza, l'algore.


Durante i giorni trascorsi da poco a Barcellona, nella bella e centralissima libreria La Central del Raval, con un ampio e curato settore di volumi dedicati all’immagine, abbiamo trovato un altro erbario gioiello: una sorta di anti Emilie Vast per eccellenza. Si intitola The native trees of Canada, ed è opera di Leanne Shapton, edito da Drawn&Quarterly.

A Leanne del mondo vegetale sembra interessare il processo metamorfico a cui le forme sono costantemente sottoposte. Il modo in cui i viventi immersi nel flusso costante del tempo reagiscono e si fanno unici, istante dopo istante, registrando nel proprio corpo in movimento ciò che avviene dentro e fuori di loro. È la medesima chiave interpretativa elaborata dalle osservazioni dei bambini di Reggio Emilia. Tutto questo è molto affascinante e lascia sopraffatti la bravura di questa disegnatrice formidabile, capace di fare una cronaca precisa dell'eterno movimento del mondo naturale, riuscendo però nel medesimo tempo, a dar conto della struttura inalterabile che sottosta agli organismi viventi.
Quindi a fissare, in questi ritratti dinamici, la matrice della foglia che ne preserva il nucleo dell'identità in tutti i cambiamenti a cui è sottoposta. Una sorta di principio universale, di anima, di formula invariabile che fa sì che ogni creatura possa rimanere se stessa nel tumulto avventuroso della vita e del cambiamento.
Un libro splendido. Alto. Commovente.



In questa poesia di Mariangela Gualtieri sulla caduta di una foglia ritrovo lo stesso sguardo di  Leanne Shapton (fa parte della imperdibile silloge Bestia di gioia, 2010).

Una foglia cadendo
fa il piccolo tonfo
scuote un poco la stella
e una geometria d’universo
si sbilancia negli assi.

Tutto un tratteggio di rette infinite
un pulsare di gradi angolari
nessuna ala distesa fa a meno
e la caduta non è che un’
algebra infinita che va giù
nella cifra, nel rigo.


1 commento:

Isabella ha detto...

rubo la citazione per il libro allora. la prossima edizione a cui dobbiamo aggiungere un grande albero di creta, realizzato da tutti i bimbi, portera' la Gualtieri in introduzione. grazie ancora e a presto