martedì 10 gennaio 2012

Cosa ci faceva Tilde in quella stanza buia?

Tempo fa ho scritto un post sul Trotter, scuola straordinaria che ho avuto la fortuna di frequentare.
L'ho scritto perché un giorno mi sono imbattuta in un librino A due passi dal sole. Fantasie e paure. I racconti dei bambini del Trotter, edito da Terre di mezzo (lo potete acquistare qui), che raccoglie i cinque racconti vincitori del concorso letterario Signor Nilsson, organizzato dalla rivista T il giornale del Trotter, nata dal lavoro dell'associazione La città del Sole. Amici del Parco Trotter Onlus.
Quando ho letto questi racconti (il concorso invitava i ragazzi del Trotter a raccontare una storia, in stile noir, giallo, rosa o fantasy,  con parole e/o disegni, che avesse il Parco Trotter come sfondo), sono rimasta impressionata dalla capacità di elaborazione fantastica e linguistica di chi li ha scritti. Doti che, a quanto pare, a stare a quanto raccontano gli insegnanti che incontriamo e con cui parliamo, sono sempre più minacciate nei bambini, nei ragazzi, anche per via del fatto che la lettura, palestra fondamentale di elaborazione logica, narrativa e linguistica, è sempre meno praticata, in casa, in famiglia, e in generale negli spazi e nei tempi riservati ai bambini.

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck
Per questo mi è venuta subito una gran voglia di parlare di questo libro. Non credo, come a volte si sente ipotizzare, che vi sia un cambiamento in corso nelle facoltà cognitive di bambini. Credo che le capacità dei bambini siano le stesse di sempre, oggi come ieri: quello che cambia sono i contesti di crescita. A essersi modificata, non è la loro capacità narrativa, di espressione, rispetto al passato,  a essere mutata è la richiesta che il contesto sociale fa loro di questa fondamentale capacità: oggi, mi pare, molto scarsa. Con danni gravissimi per tutti, a livello individuale, familiare, culturale e sociale. Perciò, l'attenzione, l'impegno verso il racconto e la scrittura praticati dai bambini, penso vadano valorizzati e sostenuti il più possibile.
Gli anni dell'infanzia sono fondamentali per sviluppare queste attitudini. Quello che non accade in questi momenti della vita, purtroppo, è davvero perso per sempre. E spaventa, per questo, lo spreco senza fondo di potenzialità che la disattenzione e l'incoscienza adulta comportano.

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck
Mentre leggevo i racconti raccolti in questo libro mi è venuto in mente un capitolo splendido del libro Ehi, prof, di Franck McCourt, autore di quel romanzo strepitoso che è Le ceneri di Angela (da leggere), in cui l'autore, passando in rassegna le numerosissime classi e gli ancora più numerosi studenti incontrati nel corso della sua lunga carriera di professore, racconta di quando ebbe una illuminazione su come riuscire a far appassionare alla scrittura un branco di adolescenti recalcitranti e strafottenti dell'Istituto tecnico e professionale McKee di Staten Island. Capì che dare dignità letteraria alla pratica sottile e popolarissima della giustificazione scolastica avrebbe dissolto la diffidenza dei ragazzi verso la parola scritta. E a conferma della giustezza della sua intuizione, in classe cominciarono a spuntare come funghi talenti letterari stupefacenti e imprevedibili. Ma a questo, forse vale la pena di dedicare un altro post.

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck
Al Trotter evidentemente gli insegnanti sanno come avviare i ragazzi alla scrittura, se questi poi la esercitano con il garbo e la mano sicura che si riscontrano in queste pagine. Vi proponiamo uno di questi racconti. L'ha scritto una bambina di dieci anni e a noi sembra bellissimo. In questo breve racconto, la piccola Aurora fa scivolare lo scenario del Trotter, con la sua strana vita di scuola urbana e insieme agricola, con la nonchalance di un consumato scrittore, fra Dashiell Hammett e Beatrix Potter. Una miscela che solo un bambino poteva avere l'audacia di sperimentare.





TILDE, IL CASO DA RISOLVERE

di Aurora Quarti
(Quinta elementare)

A scuola c’era sciopero, ma io decisi comunque di fare un salto al Parco Trotter per vedere Tilde.
Era abbastanza presto, tipo le 7 e 56 del mattino, ero molto stanca e quasi dormivo in piedi. Appena arrivata corsi alla fattoria e vidi che Tilde non c’era. Chiesi alle signore dov’era, ma dalle loro bocche non uscì neanche una parola. 

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck
Allora capii che era scomparsa. Dovevo assolutamente fare qualcosa!!! Mi incamminai per il parco, ma non c’erano tracce di Tilde, così decisi di tornare il giorno seguente. La sera non riuscii a pensare ad altro. È mai possibile che abbiano potuto farle del male? Allora decisi di andare a cercarla con una mappa del parco: mi avrebbe aiutata in quanto non conoscevo tutti i suoi spazi. Per fortuna il giorno seguente c’era ancora sciopero fino alle 11 e 40 e avevo abbastanza tempo.

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck

A un certo punto scorsi tracce di Tilde, delle sue piume, le seguii e arrivai sino a una piccola porta. Dentro era tutto buio e siccome sono una fifona non entrai. C’era anche un altro motivo: era già ora di entrare in classe. All’ora di pranzo ci diedero la notizia che avrebbero servito un piatto speciale e noi, tutti impazienti, ci sedemmo a tavola e scoprimmo che c’erano due menù a scelta. Il primo era a base di salmone, il secondo invece recitava: oca al forno!!! Nel leggerlo mi venne un colpo al cuore. E se quell’oca fosse stata Tilde?

Beatrix Potter, The tale of Jemima Puddle-Duck
I miei compagni non erano stupiti e non si preoccupavano. O loro erano ingenui o io ero pazza. A fine pasto ero nauseata. La maestra ci fece uscire per l’intervallo, ma io rimasi in classe per indagare. Entrai di soppiatto nella mensa, ci doveva pur essere un indizio. Invece non c’era niente. A un certo punto vidi che nella pattumiera c’erano un sacco di piume, ma non erano di Tilde, erano gialle. Che strano... piume gialle? Era giunto il momento di farmi coraggio e aprire quella porticina. Entrai e proprio lì c’era Tilde che continuava a starnazzare; che bello l’avevo ritrovata! La riportai nella fattoria e tutti mi ringraziarono molto. Ed ecco che il caso è risolto. Però c’è qualcosa che mi turba ancora: che cosa ci faceva Tilde in quella stanza buia?!?

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