giovedì 26 gennaio 2012

David Hockney e la montagna di vetro

Si narra che David Hockney abbia deciso di illustrare le Fiabe dei fratelli Grimm affascinato dalla frase di esordio de Il vecchio Rink Rank: «Un Re aveva costruito una montagna di vetro...» L'idea di disegnare una montagna di vetro lo affascinava come problema tecnico. E si diede a risolverlo.

Cliccando sulle immagini è possibile vederle ingrandite e a una migliore risoluzione.
Ma se stiamo a quel che dice Robert Flynn Johnson, curatore emerito dei Fine Arts Museums di San Francisco, David Hockney ha sempre amato le Fiabe dei fratelli Grimm e le avrebbe lette tutte e 220 [sic!]. «A pensarci bene,» avrebbe detto Hockney, «si tratta di storie davvero strane, che raccontano le esperienze più diverse in un'atmosfera fra il magico e il moraleggiante. Sono raccontini affascinanti, scritti in una lingua molto semplice, diretta ed esplicita. E la ragione del loro fascino, secondo me è la loro semplicità.»



Questa passione, vera o inventata che sia, ha dato origine a una serie di trentanove incisioni, realizzate da Hockney fra il maggio e il novembre 1969, ed esposte per la prima volta alla Petersburg Gallery di Londra, che per l'occasione realizzò quattro diverse edizioni e un portfolio, tutti con una tiratura di 100 copie e 15 prove d'artista.



Hockney scelse sei fiabe. Una scelta molto personale, che include, oltre alla già citata Il vecchio Rink Rank, la celebre Raperonzolo, e le meno frequentate Il leprotto di mare (che ricordiamo è la Aplysia Deplians, un nudibranco), Ucceltrovato, Storia di uno che se ne andò in cerca della paura, Tremotino [i titoli sono quelli dell'edizione Einaudi 1951/1992, traduzione di Clara Bovero, con una  prefazione di Giuseppe Cocchiara; i testi sono anche disponibili online in questo sito poliglotta].



All'approccio di Hockney alle Fiabe dei Grimm manca completamente ogni intento di abbellimento (una tentazione alla quale hanno ceduto molti illustratori, anche blasonati). Il suo segno è semplice e scarno, come il linguaggio delle fiabe. Le illustrazioni non scendono nel dettaglio, ma si concentrano sull'atmosfera e riescono a restituirci con una straordinaria economia di segno il dramma e la magia dei testi raccolti dai Grimm.



Secondo Peter Webb, autore di Portrait of David Hockney, «his images focus on his imaginative response to the descriptions in the text rather than attempting to concentrate on the most important events in the narrative. They are therefore more than simply illustrations: they stand on their own as images, independent of the stories.» Ma su questo non siamo d'accordo: proprio il fatto che scaturiscano da un'indagine creativa sul testo fa di queste incisioni delle illustrazioni a pieno titolo.



Infatti, a partire dalle incisioni originali è stato realizzato anche un libro: Six Fairy Tales from the Brothers Grimm with original Etchings by David Hockney. È stato pubblicato a Londra nel 1970 da Petersburg Press, in associazione con la Kasmin Gallery. Il libro è minuscolo: undici centimetri di altezza per sette e mezzo di base. È rilegato in pelle blu, con il titolo in argento sul piatto di copertina, e contiene tutte le 39 tavole. Le immagini che accompagnano questo post sono tratte appunto dalla nostra copia di questa edizione.
Le incisioni originali, anche sciolte, sono inavvicinabili ai comuni mortali, ma la prima edizione di Six Fairy Tales si trova, con un po' di pazienza, anche in condizioni eccellenti, a partire da poco meno di cento euro. Chi volesse acquistare una ristampa recente, in formato più grande, può farlo qui.


Va aggiunta, a questo punto, una curiosità. Il frontespizio del libro è accompagnato dal ritratto di una certa Catherina Dorothea Viehmann. Chi era? Diversamente da quanto hanno fatto i folkloristi successivi, i fratelli Grimm non hanno battuto le campagne alla ricerca di vecchiette che raccontassero loro le storie che si erano tramandate oralmente di generazione in generazione. Si avvalevano, invece, di "muse" più domestiche: un'amica di famiglia, una vicina di casa... Ben 40 delle loro fiabe, fra le quali Cenerentola, I tre capelli d'oro del diavolo e La guardiana d'oche, sono state raccolte dalla viva voce della signora Viehmann, una vedova, figlia di un locandiere, che aveva probabilmente sentito raccontare queste storie dagli avventori della locanda del padre.


3 commenti:

Eleonora Bellini ha detto...

Bella edizione. Grazie per avercela raccontata e ... illustrata. Eleonora

aliciabaladan@gmail.com ha detto...

Hihihih, in questo momento nel mio studio ci sono fotocopie appese proprio di queste incisioni meravigliose .
Ho la tendenza a pensare che, ci sono gli artisti e poi c’è Hokney dunque qualsiasi cosa dica di questo grandissimo risulta banale.

Non capisco (se ho capito l’inglese) perché Peter Webb indichi queste incisioni di Hockney non illustrative perché “vivono anche da sole”, non mi pare che questo sia un fattore assente nell’illustrazione. Ci sono illustratori che riescono ad estrapolare le proprie immagini da un libro senza che queste perdano alcunché.

Una curiosità, l’incisione in cui un gatto nero salta di fronte ad un uomo seduto appartiene a questo libro?

Grazie, acquisto subit!

adri ha detto...

@ Alicia: sì, la tavola si chiama " a black cat leaping" e fa parte della fiaba "Storia di uno che se ne andò in cerca della paura".

ciao

adriano