[di Simone Rea]
Grazie a Ekdoseis Kokkino, l'avventuroso editore che ha pubblicato le Favole di Esopo in Grecia, ho potuto visitare la fiera del libro di Thessaloniki (Salonicco) e, in cambio di qualche dedica, ho lavorato gratuitamente per tre giorni come standista in un ambiente che mi sarei aspettato depresso, vista la situazione economica e politica del paese, ma che in realtà si è rivelata dinamica e accogliente.
Questa nona edizione della fiera è stata organizzata e voluta con forza, nonostante l'asprezza della crisi finanziaria, il taglio dei salari e un mercato (non solo librario) a pezzi. Per la sua riuscita, è stato fondamentale lo slancio degli espositori e il calore dell'accoglienza riservata ai visitatori.
Arrivato a Salonicco, ho subito voluto visitare la fiera. Noèmi Smadja (la fondatrice di Ekdoseis Kokkino) mi ha portato direttamente al padiglione. Muovendo i primi passi sopra quella morbida moquette mi sono sentito subito accolto in un ambiente semplice, famigliare, silenzioso. Dopo pochi metri siamo arrivati nello stand di Noèmi, dove ho conosciuto il marito (grande oratore e distributore semiautomatico di cataloghi).
Gli stand dedicati all’editoria per l’infanzia erano tutti decorati con palloncini, bandierine o altri addobbi semplici e colorati.
Il nostro (cioè, sono bastati pochi minuti perché quello del mio editore diventasse anche "il mio"), dove avrei passato i tre giorni successivi, era il più originale; l’unico "personalizzato" con un rivestimento delle pareti, a coprire il solito anonimo grigiolino, a teli rossi (Kokkino in greco significa rosso) e anche l’unico a ospitare una mini mostra di illustrazioni originali. Naturalmente quelle delle mie Favole.
Rispetto alle fiere che conosco e frequento (Bologna. Montreuil e Roma), lo spazio espositivo della fiera non era molto grande: due padiglioni rettangolari, collegati da un corridoio sopraelevato dove c’era un piccolo bar con dei tavolini. Ma in questa limitata superficie c'erano molti spazi per conferenze e due aree delimitate da pannelli colorati dove per tutto il giorno si susseguivano attività dedicate ai più piccoli.
Nello stand di Noèmi si respirava un aria per me fin troppo famigliare. Tutti libri di qualità che conoscevo abbastanza bene; da Che cos’è un bambino di Beatrice Alemagna a Le Tour du Monde de Mouk di Marc Boutavant o Adieu Chaussette di Benjamin Chaud. Così ho deciso di andare fra gli altri stand alla ricerca di qualche chicca "esotica" da riportare a casa, ma con grande stupore non ho trovato niente d’interessante o semplicemente diverso dai soliti libri rosa con coniglietti mangia carote o bambine dagli occhioni grandi e impeccabilmente modaiole.
Non conoscendo affatto l’editoria greca, ho chiesto informazioni a Noèmi che, sintetizzando, mi ha spiegato che in Grecia si possono trovare bravissimi musicisti, eccellenti scrittori e importanti poeti, ma di illustratori di qualità non se ne trovano molti. E che l’interesse per l’editoria per ragazzi è molto limitato rispetto all’Italia, alla Spagna, alla Francia...
Kokkino sta prendendo piede in Grecia e non mi sembra affatto strano. Ho notato infatti che molti visitatori (e l’affluenza è stata strepitosa) non compravano affatto libri fin quando non si fermavano nello stand Kokkino. Sicuramente la crisi si fa sentire, è un dato di fatto, e lo dimostrava l’attenzione cui grandi, ma anche piccoli, sfogliavano i libri, leggendo il contenuto, guardando le figure, sorridendo, per poi passare a un altro libro e solo dopo averlo letto, decidere se comprarlo o meno. Questo approccio all’acquisto è stato per me la cartina di tornasole: la gente sa di non poter cedere all'impulso all'acquisto e cerca e compra solo il meglio. La crisi impone prudenza e limita le opzioni: se deve essere uno solo, IL libro deve innamorare. Una cosa stupenda è stata vedere l’interesse dei bambini; osservatori silenziosi, un po' guardavano me che disegnavo e un po' sfogliavano libri con sguardi assorti, senza sapersi decidere su cosa fosse più importante.
Per l’evento dedicato a Esopo, Noèmi ha anche organizzato una rappresentazione musicale di alcune favole e i tre ragazzi che recitavano sono stati bravissimi a intrattenere grandi e piccoli con voci armoniose e giochini coinvolgenti.
Dal secondo giorno fino a chiusura fiera, non ho visto più molto, sono andato a ringraziare l’Istituto italiano di cultura che aveva uno stand e che insieme a Noèmi ha trovato i fondi per ospitarmi.
Chiudo sottolineando la cortesia degli espositori nei confronti del pubblico, ma anche nei miei, sconosciuto artista italiano in visita: hanno voluto conoscermi, parlare e si sono dati da fare per procurarmi i colori che avevo dimenticato in albergo.
Ovviamente devo ringraziare sinceramente Kokkino: questo viaggio è stato corroborante, mi ha "ricaricato le pile". È bello vedere come anche nelle situazioni più difficili il lavoro dell'illustratore e dell'editore possa avere un senso profondo. L'entusiasmo di questo pubblico, la sua serietà, l'attenzione delle sue scelte, il peso che attribuisce al mio (o, meglio, al nostro) lavoro di illustratore sono il migliore incentivo per insistere con la solita ostinazione a cercare di trasformare una passione in lavoro.
Grazie a Ekdoseis Kokkino, l'avventuroso editore che ha pubblicato le Favole di Esopo in Grecia, ho potuto visitare la fiera del libro di Thessaloniki (Salonicco) e, in cambio di qualche dedica, ho lavorato gratuitamente per tre giorni come standista in un ambiente che mi sarei aspettato depresso, vista la situazione economica e politica del paese, ma che in realtà si è rivelata dinamica e accogliente.
Arrivato a Salonicco, ho subito voluto visitare la fiera. Noèmi Smadja (la fondatrice di Ekdoseis Kokkino) mi ha portato direttamente al padiglione. Muovendo i primi passi sopra quella morbida moquette mi sono sentito subito accolto in un ambiente semplice, famigliare, silenzioso. Dopo pochi metri siamo arrivati nello stand di Noèmi, dove ho conosciuto il marito (grande oratore e distributore semiautomatico di cataloghi).
Gli stand dedicati all’editoria per l’infanzia erano tutti decorati con palloncini, bandierine o altri addobbi semplici e colorati.
Il nostro (cioè, sono bastati pochi minuti perché quello del mio editore diventasse anche "il mio"), dove avrei passato i tre giorni successivi, era il più originale; l’unico "personalizzato" con un rivestimento delle pareti, a coprire il solito anonimo grigiolino, a teli rossi (Kokkino in greco significa rosso) e anche l’unico a ospitare una mini mostra di illustrazioni originali. Naturalmente quelle delle mie Favole.
Rispetto alle fiere che conosco e frequento (Bologna. Montreuil e Roma), lo spazio espositivo della fiera non era molto grande: due padiglioni rettangolari, collegati da un corridoio sopraelevato dove c’era un piccolo bar con dei tavolini. Ma in questa limitata superficie c'erano molti spazi per conferenze e due aree delimitate da pannelli colorati dove per tutto il giorno si susseguivano attività dedicate ai più piccoli.
Nello stand di Noèmi si respirava un aria per me fin troppo famigliare. Tutti libri di qualità che conoscevo abbastanza bene; da Che cos’è un bambino di Beatrice Alemagna a Le Tour du Monde de Mouk di Marc Boutavant o Adieu Chaussette di Benjamin Chaud. Così ho deciso di andare fra gli altri stand alla ricerca di qualche chicca "esotica" da riportare a casa, ma con grande stupore non ho trovato niente d’interessante o semplicemente diverso dai soliti libri rosa con coniglietti mangia carote o bambine dagli occhioni grandi e impeccabilmente modaiole.
Non conoscendo affatto l’editoria greca, ho chiesto informazioni a Noèmi che, sintetizzando, mi ha spiegato che in Grecia si possono trovare bravissimi musicisti, eccellenti scrittori e importanti poeti, ma di illustratori di qualità non se ne trovano molti. E che l’interesse per l’editoria per ragazzi è molto limitato rispetto all’Italia, alla Spagna, alla Francia...
Kokkino sta prendendo piede in Grecia e non mi sembra affatto strano. Ho notato infatti che molti visitatori (e l’affluenza è stata strepitosa) non compravano affatto libri fin quando non si fermavano nello stand Kokkino. Sicuramente la crisi si fa sentire, è un dato di fatto, e lo dimostrava l’attenzione cui grandi, ma anche piccoli, sfogliavano i libri, leggendo il contenuto, guardando le figure, sorridendo, per poi passare a un altro libro e solo dopo averlo letto, decidere se comprarlo o meno. Questo approccio all’acquisto è stato per me la cartina di tornasole: la gente sa di non poter cedere all'impulso all'acquisto e cerca e compra solo il meglio. La crisi impone prudenza e limita le opzioni: se deve essere uno solo, IL libro deve innamorare. Una cosa stupenda è stata vedere l’interesse dei bambini; osservatori silenziosi, un po' guardavano me che disegnavo e un po' sfogliavano libri con sguardi assorti, senza sapersi decidere su cosa fosse più importante.
Per l’evento dedicato a Esopo, Noèmi ha anche organizzato una rappresentazione musicale di alcune favole e i tre ragazzi che recitavano sono stati bravissimi a intrattenere grandi e piccoli con voci armoniose e giochini coinvolgenti.
Dal secondo giorno fino a chiusura fiera, non ho visto più molto, sono andato a ringraziare l’Istituto italiano di cultura che aveva uno stand e che insieme a Noèmi ha trovato i fondi per ospitarmi.
Chiudo sottolineando la cortesia degli espositori nei confronti del pubblico, ma anche nei miei, sconosciuto artista italiano in visita: hanno voluto conoscermi, parlare e si sono dati da fare per procurarmi i colori che avevo dimenticato in albergo.
Ovviamente devo ringraziare sinceramente Kokkino: questo viaggio è stato corroborante, mi ha "ricaricato le pile". È bello vedere come anche nelle situazioni più difficili il lavoro dell'illustratore e dell'editore possa avere un senso profondo. L'entusiasmo di questo pubblico, la sua serietà, l'attenzione delle sue scelte, il peso che attribuisce al mio (o, meglio, al nostro) lavoro di illustratore sono il migliore incentivo per insistere con la solita ostinazione a cercare di trasformare una passione in lavoro.
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