lunedì 3 settembre 2012

I bambini di queste parti

I bambini sono come le formiche. Ce ne sono dappertutto e in grande quantità. Quest'estate, mi sono ritrovata formiche anche nel letto, nei panini imbottiti, nelle scarpe e in valigia. E molti bambini sono entrati e usciti dalle immagini che la mia macchina fotografica, che poi è un ammaccato telefono, mi ha restituito una volta a casa. Qui, la loro prima apparizione l'hanno fatta in una foto presa al Parc del Turó del Putget, a Barcellona. Ma chi è il genio che ha pensato a una barchetta sospesa a mezz'aria su cui sorvolare le stagioni in città?
Il che mi ricorda che fra le mie letture estive c'è stata anche Capitani coraggiosi, acquistato su una bancarella di libri usati. A tutti, sottintende Kipling, che di selvaticume se ne intendeva, piacerebbe cadere dal transatlantico della vita civile sull'agile goletta di una vita nomade e avventurosa. La navicella del parco però mi ha fatto venire in mente più Peter Pan.


Poco lontano dal parco, ecco di nuovo il daimon infantile affacciarsi da una vetrina: il rosso è l'unico colore accettabile per un'automobile, come ben sapeva Babar. E se al volante c'è un orso, si può star certi che il viaggio sarà interessante. Nelle pause, sulla piazzola dell'autostrada, poi, ci si potrà rinfrancare con una tonificante strimpellata al pianoforte. Il che mi dà l'occasione per consigliare a tutti il sublime Gli autonauti della cosmostrada di Julio Cortazar e Carol Dunlop, che parla, appunto, di piazzole di sosta, autostrade, bruchi, draghi viaggianti, dolci di fichi e altre cose meravigliose che non potete perdervi per niente al mondo.


In una vetrina di giocattoli comme il faut, deve regnare un caos ordinato, condizione ideale perché la vita riservi sorprese e un accettabile interesse. Come vedete, pattuglie di ciclisti, robot e lenti da Scherlock Holmes di varia misura possono convivere, godendo degli incommensurabili benefici di una contiguità priva di nessi. Questo perché una vetrina di giochi deve prefigurare il regno dei possibili: un mondo in cui si allineano cose disparate e la contraddizione non ha bisogno di essere risolta. E qui mi viene in mente un'altra lettura estiva: La lingua salvata di Elias Canetti, magnifica autobiografia di infanzia che molto ha a che vedere con questo tema.



I libri invece amano l'ordine, anche se quello complicato che consente a chi li pratica di destreggiarsi con costrutto nella sterminata foresta di titoli che, per esempio, è una biblioteca. La biblioteca B. Jaume Fuster in Plaça de Lesseps, ha un bel reparto ragazzi: tanto spazio, bella luce e un accogliente nitore.
Per chi poi desiderasse una pausa, è sufficiente uscire nel minigiardino-giochi sul fronte dell'edificio, e farsi un giro sul cavallino o sulla tartaruga: un tuffo nella realtà dopo le fatiche dell'immaginazione. Del resto, non è questa la città dove un architetto ha fatto di un sottotetto un meraviglioso ventre di balena e dei camini, prodigiosi personaggi di fiaba?



A me, le cose che hanno a che vedere coi neonati o fanno orrore, per il cinico cattivo gusto che nessun essere appena venuto il mondo si merita, o sembrano incantevoli, per come esprimono la misura del piccolo, l'ingenuità, e la grande semplicità della sua forma, che immancabilmente mi richiama agli archetipi: che la potenza simbolica ed espressiva del puer si debba anche a questo? Un effetto simile me lo fanno le tute per i neonati: come queste, esposte in un piccolo negozio di Gràcia.


E non avevo mai visto, perché credo non usi in Italia, cicogne di zucchero a festeggiare bambini appena nati. Siccome è sufficiente che due cose siano vicine per immaginarle far parte della medesima storia, mi fa molto ridere il pensiero che il risultato dei due ballerini a destra sia, irrimediabilmente, il fagotto a sinistra nel becco del trampoliere. Ecco cosa significa determinismo.


Restando in tema di misure, che come è noto attraversa tutta la letteratura per ragazzi, non è raro osservare come piccolo e grande si vadano incontro e preludano a grandi amicizie, fatti come sembrano l'uno per l'altro. I piccoli adorano avere amici grandissimi, alti come torri. E i grandiglioni, avere amici minuscoli. Gli artigiani che ogni anno a Gràcia preparano i carri e i personaggi allegorici della festa del quartiere lo sanno bene. Una certezza, per i bambini che abitano da queste parti.




















Poteva mancare un giro in libreria? No, ovviamente. A Barcellona, abbiamo fatto visita alla deliziosa Abracadabra, tutta dedicata ai ragazzi, vicino al Mercat di Santa Catalina. Purtroppo era chiusa. Così non abbiamo foto da mostrarvi (ma la trovate qui).  A sorpresa ne abbiamo trovata una, davvero irresistibile e non solo per bambini, a Ciutadella, nell'isola di Minorca: La Torre de Papel, in Camì de Maò. Intanto, all'entrata ad accogliervi c'è una parata di begli albi illustrati e libri per ragazzi. Mi ha conquistato vedere in prima fila La mia famiglia e altri animali, uno dei capisaldi della mia infanzia, del grande etologo inglese (e bravissimo scrittore) Gerald Durrell. Se avete figli che amano gli animali non fategli mancare questa storia di una infanzia trascorsa nell'eden della selvaticissima isola di Corfù, fra bestie di ogni genere. La foto in copertina, che ritrae l'autore da piccolo, trovo sia strepitosa (avete mai visto un barbagianni? Noi a Minorca ne abbiamo incontrato uno, una notte, nei pressi del parco naturale di Es Grau).






















Più che una semplice libreria a me questa è parsa un accogliente e fresco salotto (fuori impazzava un caldo a dir poco rovente) dove stare seduti in santa pace a sfogliare libri interessanti. Del resto, spesso le librerie sono state e sono luoghi personali e misteriosi come case private. In proposito, se l'argomento vi interessa, non potete mancare Rue de l’Odéon di Adrienne Monnier, fondatrice della libreria parigina Shakespeare and Company.




















Avanti e indietro per chiese e chiostri, a Ciutadella ci siamo imbattuti anche in bambini visionari. Del resto qui siamo in Spagna. E va fatta la riflessione che il bambino più famoso del mondo è un dio in erba e sta in braccio, per l'appunto, a sua madre. Siamo nella cattedrale gotica di Santa Maria. L'altare di Nostra Signora del Rosario, però, è stato dipinto nel 1948, da Nina Camps. Mi hanno incuriosito questi minuscoli oranti, i tre bambini di Fatima, che galleggiano sul fondo d'oro.


Nel museo diocesano, invece, una mini galleria delle scienze espone questi irresistibili strumenti didattici finalizzati all'insegnamento dell'anatomia. Esiste qualcosa di più schifosamente attraente? Anche quella per scheletri, mummie, cadaveri e mostri anatomici vari è una delle grandi passioni infantili. I cultori della materia non possono mancare Danse macabre dell'ultraesperto di terrore Stephen King.

Durante uno dei vagabondaggi per l'isola, lungo la strada per Capo Favaritx, dove in mezzo a un paesaggio lunare svetta un magnifico faro che fa l'impressione di un gigantesco punto esclamativo sulla riga dell'orizzonte, ci siamo imbattuti in questa minuscola scuola elementare nel mezzo del nulla. Che vita faranno i bambini che la frequentano? A me dà l'idea che possa essere meravigliosa. Poi mi piacerebbe sapere a cosa si gioca e come, con quei misteriosi segni colorati dipinti nel cortile.

Ed eccoci arrivati alla fine. Infatti, di nuovo a Barcellona, stiamo per salire sull'aereo che ci riporterà in Italia. Mentre gli adulti in attesa di salire sui rispettivi aerei che li riportano a casa dalle vacanze non trovano niente di meglio da fare che annoiarsi, in una realistica prefigurazione di ciò che li aspetta, i bambini giocano con tutta l'intensità di cui sono capaci. Lo fanno su un curioso attrezzo allestito alla bisogna. È rosso, blu, giallo e nero. Del resto siamo nella città di Mirò e questo oggetto che simula una creatura fra l'aereo e l'uccello, dotata di becco-bandiera ed elica, me lo fa venire in mente subito.


Bene. Viene il momento di imbarcarsi. Ognuno ha il bagaglio che gli compete. Una valigia molto colorata e un minuscolo campagno di volo con la coda favoriranno un ritorno degno di questo nome.


Bentornati a tutti!

2 commenti:

elillisa ha detto...

Che bello!
Son tornati i Topi.
Voi siete una parte considerevole di quello zucchero che fa scendere la pillola "finedellevacanze".


P.S.: Ieri ho preso "Lison ha paura" a Il treno di Bogotà: sto ancora cercando le parole per dire quanto sia speciale questo libro.

Antonella Capetti ha detto...

Mi siete mancati!
Grazie d'essere tornati...
Anto