giovedì 28 febbraio 2013

Il mio incontro con Chiara

Martedì, 26 febbraio, nel tardo pomeriggio, alla biblioteca di Pioltello si è tenuto un delizioso incontro con l'illustratrice Chiara Armellini, riservato ai bibliotecari e organizzato dal Sistema Milano Est che, ogni anno, da dieci anni, organizza una mostra dedicata a un illustratore. È stato un modo di festeggiare, insieme, Chiara e i dieci anni dell'iniziativa. L’idea era quella di una merenda tra amici. Noi ci siamo stati, ed è stato estremamente piacevole, sia per il buffet ottimo, preparato da questi bibliotecari che si sono rivelati (anche) esperti di torte, pane fatto in casa, tartine, tè e biscotti (e non sembri un dettaglio frivolo), sia perché abbiamo parlato di tante cose interessanti a proposito di libri, bambini, illustrazione, laboratori, lettori, immagini, testi eccetera. 

Sarebbe bello ce ne fossero di più di incontri come questo, fra bibliotecari ed editori: un modo per approfondire reciprocamente la conoscenza dei propri ambiti di lavoro, così contigui eppure a volte sconosciuti. Vi riportiamo, di seguito, la lettera che Franco Fornaroli (infaticabile, colto e sensibile bibliotecario alla biblioteca di Melegnano), ha scritto ai suoi colleghi per invitarli a questo incontro e per presentare loro la mostra di Chiara. Lo facciamo perché pensiamo che mostri una curiosità e un metodo di lavoro da seguire e sperimentare.

[di Franco Fornaroli]

In questi giorni ho pensato molto a come presentarvi Chiara Armellini, ho navigato nel web alla ricerca di notizie e alla fine ho pensato che forse valesse la pena raccontare come è successo che l’ho conosciuta.
Lo scorso anno, alla Bologna Children's Book Fair, alla mostra degli illustratori, ho visto alcune sue illustrazioni: non quelle del suo libro d'esordio, appena pubblicato, Ti faccio a pezzetti.
Raccontavano una breve storia: protagonista una volpe. Mi hanno davvero colpito molto.
Poi sempre in fiera allo stand dei Topipittori ho visto il suo libro e l'ho comprato.

Chiara Armellini, Yellow Fox, 2012.


In quei giorni, ho saputo anche che Chiara teneva un laboratorio in piazza Re Enzo, a Bologna, alla tenda dei libri di Feltrinelli. E ho deciso di andarlo a vedere.
Devo dire che con tutta quella gente che si muoveva tra i libri, in mezzo a quel vociare e a quel caos, Chiara se la cavava benissimo con i bambini. E poi mi ha positivamente impressionato questa cosa curiosa: un’illustratrice che faceva giocare i bambini con timbri autoprodotti.
Valeva la pena di tenerla presente e magari proporla ai colleghi per la mostra del 2013.
Così ho portato a casa con me il suo libro e l’ho mostrato al gruppo di colleghi del sistema bibliotecario Milano Est.

Chiara Armellini, Rossogialloblu, 2011.

Quando poi, a luglio, alla libreria dei ragazzi di Milano, in occasione di un laboratorio, abbiamo conosciuto Chiara Armellini, abbiamo capito che era proprio lei che volevamo proporre nelle nostre biblioteche: è divertente, comunicativa, esuberante, intraprendente, creativa, ma soprattutto è un'illustratrice di talento. Abbiamo visto altre sue produzioni, che vedrete in questa mostra (alcune le vedete in questo post, ndr), che mettono in evidenza le sue capacità artistiche (acqueforti, illustrazioni graffiate su acetato, tavole realizzate con acrilici, matite colorate).
Chiara Armellini ha tutte le caratteristiche degli illustratori proposti dal Sistema Bibliotecario Milano Est in questi anni: è giovane e si sta facendo conoscere in Italia e all'estero.
Per tutti questi motivi, è stata scelta come l’illustratrice della mostra per il 2013.

Chiara Armellini, Incontri, 2008.

In mostra, oltre ad altri lavori precedenti, vedrete le tavole del suo primo libro pubblicato Ti faccio a pezzetti (Topipittori, 2012). Trovo che graficamente sia un buon prodotto editoriale: Chiara presenta ai bambini una galleria di quattordici animali realizzati con timbri autoprodotti. Nel libro c’è questa bellissima alternanza di  pagine con fondo bianco e colorato.


Quelle colorate, a sinistra contengono il testo: un indovinello che introduce le caratteristiche di ogni animale, stampato in un font che sembra impresso a mano; quelle bianche, a destra, propongono una composizione astratta di forme colorate. Girando pagina, le stesse forme, a sinistra, vanno a comporre l'immagine ordinata e riconoscibile di un animale. Il testo, a destra, sempre su fondo colorato, rivela l'identità dell'animale nascosto. Un meccanismo efficace e ripetitivo che contribuisce a scandire un ritmo sorprendente e insieme rassicurante, che aiuta il bambino a procedere nella lettura, divertendosi a osservare, scoprire, indovinare.
 
Vi aspetto!


La mostra dell'illustratore del Sistema Bibliotecario Milano Est è un'esposizione itinerante che porta in 8 biblioteche del Sistema le opere originali di giovani illustratori. Chiara Armellini quest'anno in occasione della mostra, terrà alcuni laboratori creativi per bambini e ragazzi, durante i quali si sperimenteranno le tecniche da lei utilizzate nei suoi lavori, come timbri e acrilico graffiato su acetato. Tra le tavole eposte, le illustrazioni del libro Ti faccio a pezzetti

La mostra di Pioltello si chiude il 16 marzo, ma l'evento si riproporrà nelle altre biblioteche del Sistema con questo calendario:
dal 23 marzo al 6 aprile - biblioteca di Rodano,
dal 14 aprile al 5 maggio - biblioteca di San Zenone al Lambro,

Dopo l'estate l'esposizione toccherà le biblioteche di Segrate, Inzago, Melzo, Melegnano e San Colombano al Lambro. Vedi qui per maggiori informazioni.


mercoledì 27 febbraio 2013

Presentarsi bene /6: Piccole storie narrate con semplicità

È da quasi un anno che non proponiamo questa rubrica. Questo non significa che non ci siano arrivate proposte interessanti. Ma abbiamo dovuto aspettare tutto questo tempo per trovare due esempi, simili nel concetto, ma diversissime nella realizzazione, che ci permettessero di parlare della semplicità.

Semplicità è un concetto estremamente delicato e paradossalmente complesso. Ma in questo caso si tratta di una declinazione molto specifica del concetto, applicata con maestria all'ambito specifico della nostra attività. Raccontare una storia con il minimo dei mezzi e la massima efficacia.

La cosa che più di qualsiasi altra cerchiamo, negli illustratori, è la capacità di raccontare storie. I modi per farlo sono infiniti e, alcuni, sono estremamente semplici e diretti. Per esempio, Irene Rinaldi ha preso una busta gialla, ci ha infilato un bell'oggetto stampato artigianalmente a due colori nel quale, in sole otto pagine, copertina inclusa, confezionate in maniera impeccabile e fantasiosa, ci ha raccontato se stessa, quelli che le piace fare e come le piace farlo.




Un lavoro seducente che trova un puntuale riscontro nel blog (tumblr), che forse meriterebbe qualche parola in più, oltre alle immagini, non fosse che per aiutarci a capire il come e il perché delle molte cose belle che si vedono.

Con Katrina Kopeloff varchiamo l'oceano, geograficamente e metaforicamente. Infatti, entriamo in un ambito iconografico completamente diverso e le sue amabili buste e cartoline arrivano da Astoria, NY.
Anche qui la realizzazione è impeccabile, anche se per nulla artigianale, e le sue illustrazioni dal tratto molto classico riescono a evocare vicende affascinanti e complesse. Sono punto di partenza (o di arrivo) di storie lasciate in sospeso, che ti viene immediatamente voglia di cominciare a raccontare o a raccontarti




La caratteristica più interessante di Katrina sta nella capacità di sviluppare le storie in sequenze di immagini costruite su dettagli apparentemente piccoli, ma in verità significativi (per esempio, nella cartolina, le due oche coi colli "annodati" in posizione simmetrica, ma ironica, rispetto alle due bisce intrecciate, comportamento questo che invece si riscontra in natura).  Nel sito e nel blog di Katrina si fa anche conoscenza con una scultrice che, nonostante porti lo stesso nome, è probabilmente un'altra persona, da tanto diverse sono le suggestioni e i riferimenti che trasmette.

Sotto la rubrica Presentarsi bene potete leggere anche di:
Sarah Mazetti e Tereza Rowe
Evelyne Laube e Nina Wehrle, alias It's raining elephants
Il calendario 2012 di un gruppo di illustratori legati alla Fabbrica delle favole di Macerata
Il corso "Progettare libri"
Filli Fillosa, alias Ottoeffe

martedì 26 febbraio 2013

Il pigiama dei vostri sogni

Fino a oggi siete stati convinti che dormire fosse la più semplice e naturale delle attività umane?
Beh, niente di più sbagliato. Pisolare è un'arte. Un'arte da raffinati intenditori, alla quale introdurre i bambini fin dalla culla per non far perdere loro un solo minuto di gioia pisolona.

Chi lo dice? Noi, naturalmente, forti della nostra autorità di Topi.

Per facilitare al nostro pubblico di piccoli e grandi lettori il severo apprendimento di questa ardua e sofisticatissima disciplina - l'arte della nanna -, è con fierezza, non disgiunta da un lieve senso di sonnolenza, che vi annunciamo l'uscita de Il grande libro dei pisolini: il vademecum in rima della nanna nelle sue mille sfumature, la bibbia del letargo, il baedeker della notte.


Una ninna nanna scritta da Giovanna Zoboli e illustrata superbamente da Simona Mulazzani, per imparare a:
sognare,
russare,
riposarsi,
rilassarsi,
pisolare,
parlare nel sonno,
addormentarsi,
farsi cullare,
andare in sonnambula.


Una irresistibile galleria di
piccoli pigroni del regno animale,
cultori di pigiami,
collezionisti di plaid,
amanti del cuscino,
devoti della ciabatta,
stilisti della pantofola,
esperti di materassi,
artisti del lenzuolo.



Un libro indispensabile per incamminarsi con fiducia nel paese dei sonni leggeri e di quelli pesanti. Ideale per dormiglioni, insonni, sognatori, esploratori del silenzio, timorosi del buio, viaggiatori delle stelle.


Questo imperdibile supporto alla felicità domestica vostra e dei vostri bambini, è stato pubblicato anche in francese da Albin Michel Jeunesse (nella bellissima traduzione di Bernard Friot), in greco da Ekdoseis Kokkino. E sarà di prossima pubblicazione in inglese per Eerdmans Books for Young Readers.


Per festeggiare insieme al nostro pubblico di appassionati lettori l'uscita de Il grande libro dei pisolini, siamo lieti di lanciare un grande concorso per costumisti della notte:

IL PIGIAMA DEI VOSTRI SOGNI
il primo gioco dei Topipittori per illustratori.


Cose che bisogna sapere sul gioco per illustratori:
1) Non si vince niente.
2) Non si cedono diritti di nessun tipo sull'immagine inviata al gioco, se non quello di pubblicazione nel blog e sulla pagina Facebook dei Topipittori. L'immagine e i relativi diritti restano di proprietà dell'autore.

Cosa dovete fare:
a) Realizzare un'illustrazione, con qualsiasi tecnica che raffiguri il pigiama che avete sempre sognato di indossare. Ricordatevi che deve essere il pigiama dei vostri sogni. E quindi potete farlo indossare a chiunque. O a nessuno. O a due o tre persone simultaneamente. 
b) Riprodurre l'illustrazione in formato jpg, facendo in modo che il file non superi i 200 kb.
c) Inviare il file all'indirizzo email pigiamitopi@gmail.com entro le ore 23.59 del 6 marzo 2013 (farà fede l'ora di ricezione indicata da gmail).
d) Aspettare pieni di speranza.

Che cosa accade dopo il 6 marzo:
i) Una giuria composta da Topi (Giovanna, Valentina, Marco e Paolo) selezionerà venti illustrazioni fra quelle pervenute. Il giudizio della giuria è insindacabile.
ii) Le illustrazioni selezionate saranno pubblicate in forma anonima nel blog dei Topipittori il giorno 13 marzo 2013 e sottoposte al giudizio dei lettori del blog, che potranno votare indicando il numero dell'immagine prescelta.
iii) I lettori del blog avranno tempo per votare fino alle ore 23.59 del 17 marzo 2013.
iii) Le tre immagini più votate saranno dichiarate vincitrici. Non vinceranno niente, ma saranno pubblicate in gran pompa, con accompagnamento di fanfare, in un post sul blog dei Topipittori il giorno 20 marzo 2013, con commosse dichiarazioni degli autori, motivazione della giuria e qualcos'altro che ci faremo venire in mente.

Diffondete e partecipate numerosi!

lunedì 25 febbraio 2013

Non preoccuparti, occupati!

[di Tiziana Cherubin]

Sono di ritorno da Universi inattesi, giornata-laboratorio con Monica Monachesi organizzata nell'ambito della Mostra di Sarmede. Mentre guido, rifletto sulle ore appena trascorse. Oltre a una gran quantità di spunti, stimoli e riferimenti, mi chiedo, cosa mi rimane a livello più profondo e personale?

Il seme che sembra mettere subito radici, è una piccola frase: "Io non mi preoccuperei...". Cerco di fissarla in mente, immaginandola pronunciata da una sorta di angelo custode che mi esorta: "Non preoccuparti, occupati!", per evocarla tutte le volte che mi ritroverò in panne.

La differenza tra preoccuparsi e occuparsi è stata sottolineata da Monica a inizio mattina, nell'accenno fatto a UPPA, la rivista per genitori su cui scriviamo entrambe. Ci sono genitori che si preoccupano per i figli e quelli che se ne occupano: una differenza di atteggiamento apparentemente sottile che nel pomeriggio tornerà a pungolarmi, anche se non per questioni di bambini.

Infatti, anche di fronte al disegno o alla pittura, e forse in generale alle proprie passioni, quando da hobby diventano qualcosa di più, si può inciampare in alcune preoccupazioni: "Oddìo, sarò abbastanza brava?"; "Riuscirò a tradurre su carta quello che ho in mente?"; "Mi verrà l'idea giusta?"; "Non sarò un po' troppo vecchia/un po' troppo giovane?"... Un miscuglio di dubbi e ansie il cui unico risultato è paralizzarci di fronte ai nostri progetti.
Anziché chiedersi se si è all'altezza, meglio provare, agire, vedere quel che succede, senza ansie da prestazione, cercando di lasciare spazio al divertimento del fare, dello sperimentare. Occuparsi, certo anche in modo serio, anziché preoccuparsi. Ecco alcune riflessioni nate da questa esperienza.


Ma torniamo all'inizio. La giornata è divisa in due parti: mattino teoria, pomeriggio pratica.
A volte prendo appunti fotografici, ma questa volta, temendo di potermi distrarre, metto subito da parte il telefono e mi concentro su parole e immagini, annotando con penna su quadernino.
Gli spunti sono davvero tanti. La mattinata passa veloce, densa, intensa tra illustrazioni, video, citazioni illustri.


Monica ci fa viaggiare attraverso libri meravigliosi dove davvero a ogni pagina si aprono universi di possibilità. Ci si incanta di fronte alla bravura di tanti maestri, ma la cosa più interessante è come la nostra insegnante riesca sempre a trovare la chiave per farci appropriare di questi immaginari, smontando strutture narrative, svelando tecniche, suggerendo un caleidoscopio di possibilità da cui prendere spunto.
Il corso, rivolto, infatti, a educatori, animatori, insegnanti, esorta a puntare alla massima qualità estetica (vietato accontentarsi di clip art e disegni stereotipati) e, partendo da questa, trovare collegamenti, immaginare personaggi, sperimentare mille modi di utilizzare i "buoni libri".
È davvero stupefacente come ogni libro possa essere una miniera, a saperlo osservare, che sia per ispirare un semplice biglietto d'auguri o un laboratorio, inteso non solo come momento d'intrattenimento e manualità. Un laboratorio ben concepito, infatti, è un'esperienza completa e di grande ricchezza: un'occasione in cui mani, occhi, mente, emozioni trovano lo spazio per esprimersi, fra gioco e divertimento (come ben testimoniato qui).


La mattinata si conclude con una visita alla mostra, breve, ma coinvolgente. Veniamo a contatto con storie importanti, tratteggiate con poesia e delicatezza. Le immagini ci fanno guardare oltre le parole, ne ampliano il significato e i temi sono quelli che parlano a grandi e piccoli: l'amore, la morte, la guerra, la felicità. Si percepisce come siano preziosi questi libri, fatti e pensati con cura, e come sia fondamentale offrire anche ai più piccoli libri di qualità. Illuminante l'appello all'importanza di coltivare una cultura dove etica ed estetica vadano insieme (in mostra è citato Josif Aleksandrovič Brodskij). E camminando fra queste sale è chiaro come l'editoria di qualità sia un alleato importante che offre la possibilità di far questo a partire dai più giovani.

La giornata deve avere qualcosa di miracoloso, se riesco a finire la pizza in tempi normali (cosa che non accade mai). La testa è talmente affollata di pensieri, da non trovare lo spazio per una conversazione decente con le mie compagne. In realtà, mangio meccanicamente per far arrivare prima il momento di riprendere il lavoro, questa volta manuale. Non vedo l'ora.


E così si parte: poche, chiare indicazioni e mano ad acrilici e pennelli. Il bello è che bisogna buttarsi, liberarsi dai timori.
Dobbiamo creare delle carte dipinte da ritagliare, ma senza pensare a cosa ne verrà fuori o a cosa ne faremo. Questo esercizio d'improvvisazione mi diverte, ma in pratica mi sembra difficilissimo. Il tempo però non è molto e costringe a mettersi in moto.


Provo e riprovo, e non so se quel che sto facendo può avere un senso. Diventeranno fiori? O piume? Non pensare, non pensare: concentrati sui colori, la bellezza dell'impasto che si mischia senza troppi calcoli. Non mi lascio neppure il tempo di dare un'occhiata a cosa stanno facendo le mie compagne. Provo e riprovo: non so se funziona, ma ci prendo gusto. Lo scopo è divertirsi, no?
Su due piedi, imposto il soggetto da comporre con le mie carte. Appena mi fermo, i dubbi si riaffacciano. Chiedo consiglio ed ecco quel "io non mi preoccuperei" che mi fa procedere serenamente e che terrò caro in futuro.

La piccola soddisfazione del pomeriggio arriva come per gioco, dal mini autoritratto che farà parte della "foto di gruppo" ispirata a Che cos'è un bambino. Metto insieme, a penna, una faccetta tonda, occhi-naso-bocca, capelli di lato, due tondini rosa per le guance che mi sento ardere e il vestitino-cappuccetto da una carta che ho iniziato a usare per il mio collage. Una cosa semplicissima. eppure il risultato è delizioso e mi rende molto felice, probabilmente proprio perché fatto col sorriso e il gusto di provare. Quando lo consegno, Monica sentenzia: "Sei proprio tu" e la felicità raddoppia.

Alla fine, Monica ha chiesto le nostre impressioni su questo "corso trasversale" (fra le iscritte, insegnanti, bibliotecarie, designer, aspiranti illustratrici: tutte donne, chissà come mai...): non tanto rivolto a illustratori, ma piuttosto a chi nel suo lavoro utilizza libri e illustrazioni. Come avrete capito, io sono stata molto soddisfatta. Ripensandoci, poi, mi è sembrato un momento talmente ricco e prezioso che andrebbe proposto anche a genitori, nonni... e forse a qualsiasi persona sia interessata alla vita, o abbia occasione di prendere in mano un libro, fosse anche per sceglierlo come  regalo e voglia farlo con occhi nuovi.
Moltissimi, poi, gli spunti per chi desideri trovare modi e tempi significativi da passare con i bimbi, per crescerli forti di un confronto e di un dialogo, forti del sapersi esprimere, perché solo così potranno essere liberi. Tanto per farvi capire che a Sarmede si vola, giustamente, alto.

Se vi capitano occasioni di questo tipo non siate titubanti, non temete di non essere all'altezza, buttatevi con spirito d'avventura. Come dice un mio amico, per "aggiungere sugo" alle nostre giornate, alla nostra esistenza. Per fare con cuore e passione, come insegna la vecchina dei pani d'oro, non solo per ingannare la morte, ma perché sia valsa la pena vivere.

La sera, sul divano di casa, ho mostrato a mio figlio di tre anni la foto del mio autoritratto e gli ho chiesto: "Chi è secondo te?" Lui senza esitazione ha indicato me. Felicità tripla in un giorno solo!

venerdì 22 febbraio 2013

Menzione d'onore per la PiPPo al BRAW!


Con gran gioia vi informiamo che la Giuria del Bologna Ragazzi Award, il più importante premio internazionale dedicato ai libri per ragazzi, ha assegnato alla collana PIPPO ovvero PIccola Pinacoteca POrtatile, la Menzione d'onore nella categoria Non-fiction.

Festeggiamo questa bellissima notizia insieme ai lettori dei nostro blog, e agli autori dei primi due volumi usciti in autunno: Guido Scarabottolo, autore di Quadri quadretti e animali (e da un'idea del quale la collana è nata); Francesca Zoboli, autrice di Dame e cavalieri; Marta Sironi, curatrice dei testi dei volumi della PIPPO. Sono stati bravissimi. Altri illustratori, naturalmente, sono già al lavoro sui nuovi volumi della collana.



I membri della Giuria che ci ha assegnato il riconoscimento sono: Antonio Faeti, Presidente (Bologna, Italia); Paola Vassalli (Roma, Italia); Carla Poesio (Firenze, Italia); Beppe Chia (Bologna, Italia). Questa la loro motivazione:

Nella collana PIccola Pinacoteca POrtatile si condensa l’autentica tradizione tutta italiana, da Corrado Ricci fino a noi, della ricerca attiva, sperimentale, fortemente conoscitiva in cui l’infanzia è posta in contatto con l’arte. Qui è delineato, con tante splendide occasioni, l’unico rapporto con l’arte che l’infanzia ama davvero: quello fortemente attivo che fonda il conoscere con il fare. Infiniti sono i suggerimenti che si offrono per creare un clima complessivo di “confidenza”: il rifacimento, l’indagine, la contaminazione, gli accostamenti non giudiziosi, le correlazioni ludiche, i giocosi contatti con le mille suggestioni. Nell’atelier qui delineato c’è l’arte, c’è la nostra memoria, c’è il nostro patrimonio. Ma ci sono soprattutto i giovanissimi cittadini di un paese in cui si deve conoscere per difendere, interpretare, per conservare. Cittadini molto attivi di questa non piccola pinacoteca che vive della loro stessa vita.



Alcune pagine da Quadri quadretti animali di Guido Scarabottolo.

La premiazione avverrà a Bologna, martedì 26 marzo 2013, al Teatro Comunale, alle 20.30.

Di PIccola Pinacoteca POrtatile su questo blog abbiamo già scritto parecchio: trovate tutto qui.
Sulla collana è stata anche realizzata una intervista dalla rivista "Vita scolastica" che trovate qui.



Alcune pagine da Dame e cavalieri di Francesca Zoboli.

giovedì 21 febbraio 2013

Con grande stupore

Né per te né per me è una breve storia che Antonella Toffolo ha scritto e disegnato nel 2008, per il volume antologico a tema, Zero tolleranza, edito da Becco Giallo e curato da Claudio Calia ed Emiliano Rabuiti. Su questa antologia, la quinta di un progetto editoriale nato nel 2004, in collaborazione con Sherwood Comix Festival di Radio Sherwood, trovate qui dettagliate informazioni. In questo caso, l'argomento, tratto dall’attualità sociopolitica, era quello della “tolleranza zero”. Spiegano i due curatori nell'intervista:

È una risposta al concetto e alla pratica della “tolleranza zero”, inaugurata dall’ex sindaco sceriffo di New York Rudolph Giuliani, e naturalmente subito sbarcata in Italia e adottata dai politici nostrani di entrambi gli schieramenti. ZeroTolleranza cerca di mettere “allo specchio” – a fumetti – questa malaugurata tendenza, dando voce a chi non condivide la pratica di zittire, mortificare e reprimere ogni pensiero e azione che non si identifica nelle politiche neoliberiste e conservatrici oggi dominanti.
Le storie sono firmate da una nutrita schiera di autori della scena indipendente italiana che, con forme, stili, poetiche e linguaggi differenti, esprimono la nostra intolleranza verso razzismo, rigurgiti neofascisti, proibizionismo, guerra globale e permanente, precariato lavorativo e sociale.
 Gli autori sono più di 40 e rappresentano una selezione significativa di gruppi e collettivi di autoproduzione tra i più interessanti a livello nazionale, con questo rivendicando rgogliosamente le radici del progetto nell’autoproduzione.

Antonella fu tra questi 40 autori.
Antonella aveva un modo suo di interpretare e raccontare il presente. Lo faceva allontanandone la prospettiva, filtrandola attraverso la visione mitica del suo vissuto infantile e dei suoi luoghi di origine, gli appennini fra Emilia e Toscana, da cui venivano i suoi genitori, emigrati a Milano.
Anche questa storia è ambientata lì, e in essa ritroviamo, come in Gina cammina, la cantilenante parlata dialettale di Olina, i paesaggi e i personaggi balzati alla luce dal nero del foglio, quel suo punto di vista inconfondibile, un espressionismo sospeso fra dramma e fiaba, fra dolcezza, durezza, paura.
Ogni volta che ci capita di riguardare le cose di questa nostra grande e amatissima amica, ci stupiamo di come fosse brava. Sì, certo, l'avevamo capito fin da subito, quando ci mostrò Gina cammina e da lì, infatti, decidemmo di fare dei libri insieme.
Però non del tutto, non abbastanza: era molto più brava di quanto ci rendessimo conto. Uno di quegli autori così alieni rispetto a tutto il resto, che solo col tempo ne capisci le misure. E lo diciamo non perché oggi la vogliamo ricordare, a tre anni dalla sua scomparsa, e in queste situazioni è d'obbligo dire frasi di circostanza. Ma perché è davvero quello che ci capita di pensare, ogni volta. E con grande stupore, osservando questa capacità di creare bellezza.
Questi tre ragazzi randagi che alla fine della storia, con tenerezza e sgomento, si scoprono “meno peggio di tanti altri”, sopraffatti dall'egoismo cieco di vecchi disposti a distruggere piuttosto che qualcuno abbia "il loro", fanno pensare, più di tante cronache in presa diretta, a questo paese che i giovani li ama poco. Pochissimo.

Ringraziamo Elena e Antonio Bertolami, Guido Ostanel di Becco Giallo Editore, Claudio Calia ed Emiliano Rabuiti per averci permesso di pubblicare queste immagini. E Lorenzo Sartori per avercele fornite.