Caro Giacomo,
ho visto i tuoi disegni. Sono uguali a quelli che fanno milioni di bambini della tua età. Forse meno belli di quelli che fa qualche altro bambino. Ma non importa, a me dicevano che ero stonato, ma pian piano ho imparato la musica. Non è il tuo caso, ma se vuoi diventare bravo e imparare a disegnare bene devi:
1) Essere modesto e non pensare mai che i tuoi disegnini sono più belli. Diffidare sempre delle lodi di genitori e amici. Giudica sempre da solo, confrontando quello che fai con gli esempi dei grandi disegnatori e pittori. Non con l'esempio dei fumetti, che sono sempre un punto di arrivo, mai di partenza.
È facile. Confronta i disegni dei fumetti che leggi con i disegni di Breugel, Goya, Paolo Uccello che faceva le battaglie. Rousseau che dipingeva i boschi e gli animali, Leonardo da Vinci che faceva in bianco e nero le macchine e le ruote, e tutti gli altri che puoi facilmente conoscere facendoti una tua biblioteca.
2) Tieni sempre con te un album, o meglio un taccuino da disegno, che stia in tasca, e copia tutto. Copia, guarda, copia copia copia. Le cose che vedi e i movimenti. Le forme e le espressioni: triste, allegro, carogna, buono o cattivo. Un'oca che alza le ali, la mamma che fuma una sigaretta, il papà che versa da bere o si tocca una coscia perché gli fa male. Osserva quello che esiste o si muove davanti a te. E disegnalo.
3) Non ricalcare mai a penna quello che hai fatto a matita. Usa solo la penna [...] o la matita. Devi imparare (ficcatelo bene in testa) a essere più bravo degli altri. Imparare perché i veri artisti (diciamo i veri professionisti) imparano sempre. E non essere mai pigro, ripeti quello che fai una due cento volte. Studia, guarda la matita o la penna come si muovono sulla carta. Confronta, conserva quello che secondo te è mica male e straccia il resto.
4) Ho notato che ti fermi sul primo disegno e, sicuro di te stesso, poi lo passi a penna. Errore! Voglio che tu mi faccia vedere un album di prove, schizzi, di cose viste, di movimenti, senza preoccupazione di fare bella figura. Allora ti dirò se sei bravino o no.
5) Non copiare, come ti ho detto prima, dai fumetti. E non cercare di creare i testi, le parole. Questo delle parole e delle idee è un altro argomento che tratteremo più avanti, che fa sempre parte del mondo del leggere, del vedere e del pensare (e, certo, del sentire). Adesso, quello che importa è il disegno.
Non ispirarti perciò ai fumetti che leggi e che più ti piacciono. [...] ma ricordati che i fumetti sono sempre un punto di arrivo, mai di partenza e che la maggior parte di essi - i migliori - fanno parte di una cultura diversa.
Impara bene a fare una bocca, un naso di fronte, un muso di volpe, il movimento di uno che estrae la pistola, insomma l'anatomia e la dinamica dell'uomo e degli animali. Poi, quando conoscerai queste cose, farai con la tua fantasia le cose che vorrai. Anche un tubo dritto su un foglio bianco.
Coraggio!
Ma, ricorda, è bello essere bravi per i bravi, non per gli altri.
Ciao
Giovanni
Non sappiamo chi sia Giacomo, e se mai abbia coronato il suo sogno di diventare fumettista. Ma il Giovanni in questione è Giovanni Gandini, fondatore di Linus, della libreria-editrice Milano Libri e nume tutelare di svariate generazioni di illustratori e fumettisti. Questa lettera, che dovrebbe essere tatuata indelebilmente sul braccio destro di ogni illustratore, fumettista o aspirante tale, si può leggere nel bellissimo Storie sparse. Racconti, fumetti, illustrazioni, incontri e topi, pubblicato a cura di Alessandro Beretta e Alberto Saibene da Il Saggiatore nel novembre dello scorso anno. Vi raccomandiamo di comprarlo e di leggerlo.
Beh, cosa fate? Non siete ancora usciti a comprarlo? Se non lo trovate nella libreria sotto casa, lo potete trovare qui e qui.
[Le immagini che corredano l'articolo sono tratte da La battaglia di Ciapelsàc, con 200 topini da ritagliare di Gin (alias Giovanni Gandini), pubblicato nel marzo del 1976 da Diki Books. Ringraziamo Giulia Mirandola]
ho visto i tuoi disegni. Sono uguali a quelli che fanno milioni di bambini della tua età. Forse meno belli di quelli che fa qualche altro bambino. Ma non importa, a me dicevano che ero stonato, ma pian piano ho imparato la musica. Non è il tuo caso, ma se vuoi diventare bravo e imparare a disegnare bene devi:
1) Essere modesto e non pensare mai che i tuoi disegnini sono più belli. Diffidare sempre delle lodi di genitori e amici. Giudica sempre da solo, confrontando quello che fai con gli esempi dei grandi disegnatori e pittori. Non con l'esempio dei fumetti, che sono sempre un punto di arrivo, mai di partenza.
È facile. Confronta i disegni dei fumetti che leggi con i disegni di Breugel, Goya, Paolo Uccello che faceva le battaglie. Rousseau che dipingeva i boschi e gli animali, Leonardo da Vinci che faceva in bianco e nero le macchine e le ruote, e tutti gli altri che puoi facilmente conoscere facendoti una tua biblioteca.
2) Tieni sempre con te un album, o meglio un taccuino da disegno, che stia in tasca, e copia tutto. Copia, guarda, copia copia copia. Le cose che vedi e i movimenti. Le forme e le espressioni: triste, allegro, carogna, buono o cattivo. Un'oca che alza le ali, la mamma che fuma una sigaretta, il papà che versa da bere o si tocca una coscia perché gli fa male. Osserva quello che esiste o si muove davanti a te. E disegnalo.
3) Non ricalcare mai a penna quello che hai fatto a matita. Usa solo la penna [...] o la matita. Devi imparare (ficcatelo bene in testa) a essere più bravo degli altri. Imparare perché i veri artisti (diciamo i veri professionisti) imparano sempre. E non essere mai pigro, ripeti quello che fai una due cento volte. Studia, guarda la matita o la penna come si muovono sulla carta. Confronta, conserva quello che secondo te è mica male e straccia il resto.
4) Ho notato che ti fermi sul primo disegno e, sicuro di te stesso, poi lo passi a penna. Errore! Voglio che tu mi faccia vedere un album di prove, schizzi, di cose viste, di movimenti, senza preoccupazione di fare bella figura. Allora ti dirò se sei bravino o no.
5) Non copiare, come ti ho detto prima, dai fumetti. E non cercare di creare i testi, le parole. Questo delle parole e delle idee è un altro argomento che tratteremo più avanti, che fa sempre parte del mondo del leggere, del vedere e del pensare (e, certo, del sentire). Adesso, quello che importa è il disegno.
Non ispirarti perciò ai fumetti che leggi e che più ti piacciono. [...] ma ricordati che i fumetti sono sempre un punto di arrivo, mai di partenza e che la maggior parte di essi - i migliori - fanno parte di una cultura diversa.
Impara bene a fare una bocca, un naso di fronte, un muso di volpe, il movimento di uno che estrae la pistola, insomma l'anatomia e la dinamica dell'uomo e degli animali. Poi, quando conoscerai queste cose, farai con la tua fantasia le cose che vorrai. Anche un tubo dritto su un foglio bianco.
Coraggio!
Ma, ricorda, è bello essere bravi per i bravi, non per gli altri.
Ciao
Giovanni
Non sappiamo chi sia Giacomo, e se mai abbia coronato il suo sogno di diventare fumettista. Ma il Giovanni in questione è Giovanni Gandini, fondatore di Linus, della libreria-editrice Milano Libri e nume tutelare di svariate generazioni di illustratori e fumettisti. Questa lettera, che dovrebbe essere tatuata indelebilmente sul braccio destro di ogni illustratore, fumettista o aspirante tale, si può leggere nel bellissimo Storie sparse. Racconti, fumetti, illustrazioni, incontri e topi, pubblicato a cura di Alessandro Beretta e Alberto Saibene da Il Saggiatore nel novembre dello scorso anno. Vi raccomandiamo di comprarlo e di leggerlo.
Beh, cosa fate? Non siete ancora usciti a comprarlo? Se non lo trovate nella libreria sotto casa, lo potete trovare qui e qui.
[Le immagini che corredano l'articolo sono tratte da La battaglia di Ciapelsàc, con 200 topini da ritagliare di Gin (alias Giovanni Gandini), pubblicato nel marzo del 1976 da Diki Books. Ringraziamo Giulia Mirandola]
1 commento:
mentre osservo, spio le lettere degli altri e ne faccio idee e parole e studio, aspetto una lettera indirizzata proprio a me, proprio a chi scrive...grazie Topi
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