lunedì 8 ottobre 2012

Le dame e i cavalier...

Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini, ridisegnato da Francesca Zoboli. Copertina di Dame e cavalieri.

Nel primo dei suoi interessantissimi post sullo stile, Anna Castagnoli, si chiedeva fino a quando la realtà è riconoscibile nella rappresentazione che ne fa un'opera d'arte e a che punto del processo di  reinterpretazione/astrazione, invece, scompare. Vi riporto alcune sue parole:

Quale è il massimo comun divisore della realtà? Come e quanto possiamo alterare quello che vediamo senza snaturarne il senso? … Per quale affascinante fenomeno percettivo ci basta il profilo delle cose per capire cosa sono?

In questa riflessione si parla di “copia” della realtà, ma il discorso funziona anche quando la copia è quella di un'opera d'arte. E la domanda allora diventa: fino a quando un'opera è riconoscibile nella rielaborazione che è possibile farne?

Piero della Francesca, Battista Sforza e Federico da Montefeltro, 1465, Firenze, Uffizi.

Battista Sforza e Federico da Montefeltro, ridisegnati da Francesca Zoboli.

Nel secondo volume della PIPPO (ovvero PIccola Pinacoteca Portatile di cui abbiamo appena parlato qui), dal titolo Dame e cavalieri, Francesca Zoboli pone il problema (un problema che la PIPPO costituzionalmente pone agli illustratori e agli artisti che ne stanno realizzando i volumi). Non credo esista campo più adatto del ritratto per sondare il crinale fra riconoscibilità e nuova opera, come mostrano, per esempio, le infinite rielaborazioni della Gioconda (da Duchamp, a Malevich, a Dalì, Lèger) che si è prestata al gioco della variazione e dell'alterazione, rimanendo sempre, e più che mai, se stessa, e mostrando come una gestalt si fondi su pochi ma solidissimi elementi strutturali che non solo ne scongiurano la scomparsa percettiva, ma ne affermano la superiorità su tratti accessori e variabili. Il ritratto, infatti, coglie i tratti salienti di una fisionomia, che è quanto di più riconoscibile e peculiare esista per la percezione umana. Il volto umano, come è noto, è la prima forma che i bambini riconoscono: la più rassicurante, importante e familiare.

Battista Sforza, ridisegnata da Francesca Zoboli.

Il Dittico dei Duchi di Urbino viene proposto prima colorato, poi scomposto
 e con i volti in silhouette. A questo punto, il lettore può intervenire, seguendo
i suggerimenti dell'autore, creando gli abiti e scegliendo e ritagliando le carte
decorate del libro, e disegnando e colorando i volti.

In Dame e cavalieri, dedicato a volti e corpi dipinti di celebri uomini e donne vissuti nel Medioevo e nel Rinascimento, l'idea di Francesca è stata quella di muoversi fra silhouette e decorazione: cioè fra due attitudini opposte della pittura: essenza e ornamento, sintesi e ridondanza, sottrazione e eccedenza, stilizzazione e fregio. In che modo? Riducendo al minimo comune denominatore le forme dei volti e dei corpi di alcuni famosissimi ritratti, fino a ridurli a un segno nero e sinuoso che sulla pagina bianca ne racconta, mettendoli in risalto, i tratti fondamentali. E corredando questa galleria di celebri fisionomie in silhouette con pagine e pagine meravigliosamente decorate, ispirate a tessuti, tappezzerie, ricami, broccati, velluti, cotoni, lane, garze...


Paolo Uccello, particolare da San Giorgio e il drago, ridisegnato da Francesca Zoboli.

Le carte decorate sono doubleface. Si possono ritagliare e piegare con bellissimi effetti.
I lettori possono usarle per vestire dame e cavalieri, ma anche per creare alle loro spalle
paesaggi, oppure per ritagliare oggetti, personaggi, animali da inserire nei quadri.
L'importante è non avere soggezione del libro: fatto per essere usato in tutti i modi.

Con questo campionario di alta sartoria, i lettori, ritagliando e assemblando, accostando, incollando, potranno dedicarsi a creare i costumi di questi personaggi: strascichi, giubbe, cappelli, elmi, gualdrappe, giustacuori, corpetti, vesti, sopravvesti, panciotti, manicotti, berretti, mantelli... Insomma: gli abiti più sontuosi della storia della pittura in una personalissima galleria di gentiluomini e gentildonne. Una sfilata di strepitosa eleganza per scatenare il proprio talento di sarti, vestendo, acconciando, abbigliando. Alla fine del gioco le pagine (che sono fustellate), si possono staccare e appendere, per creare dove lo si desidera la Propria PP, ovvero Pinacoteca Personale.

Come per il primo volume di PIPPO, Quadri quadretti animali, alle immagini si accompagnano i testi di Marta Sironi: brevi e incisive note su un genere, qual è il ritratto, ricchissimo di storia ed echi. Racconti minimi a suggerire le storie di famosi condottieri e dame dalla bellezza di perla. Descrizioni concise a suggerire ambienti e atmosfere del passato. Brevi osservazioni su come guardare un'opera e intuirne i molteplici significati... Dame e cavalieri nasce con l'idea di raccontare la bellezza autentica e non convenzionale dei volti di uomini e donne, e insieme quella sfolgorante dei costumi più preziosi creati dall'uomo per esaltare fiabescamente la virtù, il rango, le origini, i ruoli di personaggi del passato che sono parte della nostra storie e cultura.

1 commento:

marta ha detto...

penso che sia un libro molto bello, perchè stimola a disegnare dettagli sulle pagine già abbozzate, a ritagliare, attaccare e strappare le pagine "pattern"...Poi credo che avere la possibilità di maneggiare e disfare un libro, che spesso è oggetto quasi intoccabile, è un modo di farselo proprio, di viverlo e trasformarlo in una propria creazione (almeno questo è stato sempre il mio desiderio da bambina).
Poi, riguardo ai disegni cito una frase del mio professore d'arte che mi diceva: concentrati sull'importanza del non detto, del vuoto intorno e dentro la figura...perchè è questo che stimola il dubbio, la domanda e quindi la fantasia.
Bravi Topipittori, Francesca Zoboli e Marta Sironi!