lunedì 26 novembre 2012

Innamorato della luna

Copertina per Il giornalino della Domenica, 1907
Chi è stato il primo autore italiano di picture book?
Una risposta la fornisce Santo Alligo, in Pittori di carta (una raccolta di tre volumi della quale abbiamo parlato qui) quando di un meraviglioso libro di Antonio Rubino, Versi e disegni, di concezione impertinente e surreale, scrive: “Versi e disegni è forse il primo libro italiano pensato, scritto, illustrato e impaginato da una stessa persona, un libro d'artista nella moderna accezione del termine.” Definizione che fa pensare effettivamente a Rubino come al capostipite della categoria.
All'illustratore, grafico e scrittore sanremese, la Biblioteca Braidense di Milano, dedica una mostra con un titolo bellissimo: Innamorato della luna. Antonio Rubino e l’arte del racconto, ideata e curata da Martino Negri che, oggi, in Italia è forse il maggiore esperto di Rubino.
In calendario dal 30 novembre 2013 al 31 gennaio 2013 (inaugurazione giovedì 29 novembre, ore 17.00), la mostra comprende per lo più materiali a stampa (libri, riviste, manifesti, quaderni), ma anche tavole originali (chine, tempere, acquarelli), fotografie d’epoca e manoscritti dell’autore. Progettata per un ampio pubblico, e dunque non solo rivolta agli esperti di letteratura per l’infanzia o ai bibliofili, l'esposizione è davvero un'occasione felice per conoscere una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano dei primi cinquant’anni del Novecento, eclettica, innovatrice, sperimentatrice, e per questo modernissima.


Antonio Rubino, Versi e disegni, 1909, frontespizio.
Antonio Rubino, Versi e disegni, 1909, tavola.




















I materiali esposti ripercorrono l’intero arco del lavoro di Rubino per la carta stampata, dai primi ex libris ai manifesti pubblicitari, dalle strisce a fumetti ai libri della maturità, con l’obiettivo di mostrare la versatilità della sua intelligenza artistica e la storia della sua evoluzione, di cui i libri, pensati in piena autonomia inventiva e realizzativa, costituiscono gli esiti più interessanti.

Fra questi il romanzo illustrato Viperetta (1919), è un esempio magistrale di dialogo tra linguaggio iconico e verbale.
Nel 2010, Viperetta, è stato rieditato da Scalpendi in un cofanetto che assembla l'edizione originale, fedele a quella voluta dal suo autore, e un volume critico, Viperetta. Storia di un libro a cura di Martino Negri, interamente dedicato alla sua analisi, a riprova della grande ricchezza, ai rimandi letterari e iconografici, alle culture, alle discipline che possono stratificarsi in un libro illustrato destinato ai ragazzi.
Uno studio imperdibile, approfondito e colto, che indaga temi importanti: dalla tradizione del viaggio lunare a quella del viaggio meraviglioso, dal romanzo di formazione alle peripezie dell'immagine della luna nella letteratura.
E siccome di questa Storia di un libro vale la pena di dare un saggio, ve ne riportiamo un brano che si riallaccia alla affermazione di Santo Alligo con cui apre questo post. Un modo da parte nostra,  cogliendo l'occasione di questa mostra, di rendere omaggio ad Antonio Rubino, progenitore dei picture book italiani.

Viperetta, Luna macabra.
Rubino aveva compreso che la "voce" di un libro – il suo discorso poetico, la sua capacità di invitare il lettore al viaggio senza meta di Blanchot [in Livre a venir, ndr], occupazione libera e giocosa, spogliata di ogni utilità – dipende strettamente dalla sua sintassi: una sintassi che non si limita tuttavia a porre in una relazione di natura logica e narrativa gli elementi verbali di cui si compone, ma coinvolge a pieno titolo anche l'universo del visivo, nel suo complesso, e il linguaggio delle immagini nello specifico, riconoscendogli pari dignità espressiva, se non addirittura una maggiore scatto comunicativo. 

Viperetta, Ziluna.
Il territorio misterioso che ogni pagina propone rivela, in quest'ottica, la sua natura di dispositivo di rappresentazione del mondo, o di un mondo possibile, spazio di possibilità in cui nessun segno ha a priori un significato, soprattutto per lettori giovani e giovanissimi, come quelli a cui si rivolge Rubino: lettori dall'attenzione vigile e lo sguardo non ancora offuscato dall'abitudine e dal pregiudizio che hanno la tendenza irrevocabile a consolidarsi con l'età adulta. 

Lettori ai quali soltanto, proprio in forza della loro ignoranza, che è innocenza e dunque apertura, disponibilità all'ascolto e all'incontro con quel radicale altro da sé che è il mondo del libro, è consentita una autentica esperienza di lettura, esperienza di uno spazio e di un tempo separati in cui tutto diventa immagine e niente ha ancora significato.

 Il tipo di testualità iconico-verbale proposta in opere come Viperetta o Tic Tac presuppone pertanto una sintassi – un modo cioè di entrare in relazione degli elementi verbali e iconici – analoga a quella pienamente esplorata e sviluppata soltanto alcuni decenni più tardi nei primi picture book, ovvero in quegli albi illustrati caratterizzati da una costitutiva interdipendenza tra linguaggio iconico e linguaggio verbale, che proprio in tale relazione hanno anzi la loro specificità espressiva. 

 


















Quello del picture book, infatti, va considerato come un vero e proprio genere letterario, per quanto impossibile da definire in relazione ai temi trattati, alle modalità espressive scelte o al pubblico di riferimento: un genere letterario che ha molti punti di contatto con l'universo della poesia, per la concisa memorabilità che ne caratterizza le pagine migliori, e che trova in Little Blue, Little Yellow di Leo Lionni e Where the Wild Things Are di Maurice Sendak due modelli esemplari. 

Le radici del genere sono tuttavia assai profonde e ramificate, rimandano a oggetti editoriali più antichi che, in quanto concepiti in ogni loro parte – verbale e iconica – da uno stesso autore attento alle possibili relazioni di senso in essi instaurate tra i diversi linguaggi, possono essere ragionevolmente considerati gli antenati: opere pubblicate nei primi decenni del XX secolo come Viperetta, appunto, o come i successivi e bel più celebri Le petit prince e La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Dino Buzzati.

Fra gli autori dei saggi pubblicati nel catalogo della mostra edito da Scalpendi: Antonio Faeti, Paola Pallottino, Claudio Bertieri, Santo Alligo, Paolo Rusconi, Valentina Zanchin, Michele Rapisarda, Alessandro Milani, Roberto C. Bernardi, Federico Appel, Marco Cassini. I numerosi  materiali esposti provenienti dall’Archivio Rubino Antonio sono stati generosamente prestati da Antonietta Rubino.

3 commenti:

Anna ha detto...

Era bravissimo!

Laura Ottina ha detto...

Che meraviglia... davvero un grande!

illustrAutori ha detto...

La mostra è davvero bella, e i libri di Alligo e Negri spettacolari... mi permetto di segnalarvi http://illustrautori.blogspot.it/2011/01/antonio-rubino-1880-1964.html