venerdì 29 marzo 2013

Un reportage molto provvisorio...

Lunedì 25 marzo ore 8 e 30. Diletta Colombo ordina i libri
insieme a Stefania Camilli, di Vànvere Edizioni. Gli adorabili
Paola e Luca Notari non sono ancora arrivati. Invece, Arianna
Squilloni, di A Buen paso, la vedete in fondo a sinistra:
Ciao, Arianna! Come vedete, lo stand ha ancora
l'apparenza di un luogo civile.
Lunedì 25 marzo, metà mattina, Nina Cuneo ci porta un omaggio:
topi di zucchero su letto di mandorle. Le code sono di caramella
all'arancio. E allo stand dei topi si compie un terrifico rito cannibalico.
Gli ultimi due li abbiamo mangiati ieri sera, al rientro.
Martedì 26, pomeriggio, allo stand di Sarmede, incontro per la presentazione
 dei corsi estivi di Chiara Carrer, Anna Castagnoli, Paolo Canton.
Sullo sfondo, passa Leo Pizzol.
Martedì 26 marzo, ore 17: Guido Scarabottolo e Alicia Baladan
firmano i loro libri. Ma a firmare abbiamo avuto anche Francesca,
Zoboli, Roberto Piumini, Joanna Concejo, Camilla Engman,
Ana Ventura e Marta Iorio. Solo che non li abbiamo
fotografati, sciagurati che siamo. Li ringraziamo tutti, però.
Insieme ad Alicia Baladan, a firmare, c'è Cristina Bellemo,
autrice di La leggerezza perduta.
Martedì sera, siamo anche andati a ritirare la nostra menzione 
per la collana PiPPo, ovvero Piccola Pinacoteca Portatile. Come
 eravamo contenti ve l'abbiamo mostrato nella foto postata ieri.
Lo stand di Planeta Tangerina, di fronte al nostro, in un momento di tranquillità.
A sinistra, Paolo Canton e Isabel Minhós Martins confabulano di diritti di edizione.
Durante l'incontro sui portfolio digitali, che si è tenuto mercoledì 27, nel pomeriggio:
a parlarne Miguel Tanco, Paolo Canton, Anna Castagnoli.
Mercoledì 27, durante l'incontro nel pomeriggio, sugli albri illustrati in Italia
nell'ultimo decennio: a parlarne Giovanna Zoboli, Giovanni Nucci,
Fausta Orecchio, Roberto Innocenti.
Mercoledì pomeriggio, Michela ci ha portato questo topo.
È un tipo molto concentrato, come vedete. Insomma, il nostro genere.
Alle sue spalle, Valentina Colombo, durante la sua maratona
di appuntamenti. Come faccia a stare in piedi, riuscendo anche
a essere sempre sorridente, bella e gentile, lo sa solo lei.

Mercoledì sera, c'è stata, poi, la strepitosa inaugurazione della mostra Libretto postale,
nel bellissimo spazio Zoo, da poco aperto a Bologna. Paolo Canton ha debuttato
come illustratore, seminando fra i suoi neo colleghi una morbosa curiosità.
Sembra abbia passato l'esame. Qui lo vedete insieme a Miguel Tanco e a Elham Asadi.

Giovedì, poi, la fiera, al suo quarto giorno, è andata smorzandosi (ma lo stand è stato popolato fino all'ultimo), per terminare verso le 16. Così, abbiamo smontato tutto, svitato le mensole, staccato i poster, inscatolato i libri e, carichi come asini, lemme lemme, siamo tornati a casa. L'impressione è che la fiera sia una sorta di buco spazio temporale, in cui si precipita, per poi uscirne quattro giorni dopo, in uno stato di semidelirio. La sensazione è quella di essere caduti in un frullatore molto energico. La realtà di tutti i giorni, dopo la fiera di Bologna, sembra più che tranquilla, inconcepibilmente banale...
Oggi vi abbiamo mandato questi pochi scatti, raccolti un po' per caso, più che da noi, da Elham Asadi, un'amica che ci è veramente cara. E che ringraziamo per la compagnia e l'affetto.
Ringraziamo tutti quelli che abbiamo incontrato e che ci sono venuti a trovare. Ci sorprende renderci conto di quanta partecipazione, interesse e attenzione ci siano verso il nostro lavoro. È incredibile, da un anno all'altro, accorgersi di quanto calore ci diano le persone che leggono, usano e comprano i nostri libri. E di quanta stima e affetto ci leghino alle persone che lavorano con noi, autori, illustratori, grafici, giornalisti, editori, bibliotecari, librai, promotori della lettura, insegnanti, genitori, italiani e stranieri. Perfino stampatori, distributori e agenti! Senza tutto questo non potremmo lavorare con la stessa fiducia e passione, perché tutte queste persone ci danno il senso di quel che facciamo.
Martedì mattina, due aprile, l'attività del blog tornerà regolare. (gz)

giovedì 28 marzo 2013

Felicità

Ecco cosa succede agli editori, agli autori e agli illustratori, quando i loro libri vincono dei premi. I topi e i tangerini festeggiano insieme, le menzioni d'onore del Bologna Ragazzi Award, e il meritatissimo BOP, Best of Publishing, vinto dai bravissimi Planeta Tangerina. Viva!
Un grazie alla fotografa che ci ha immortalati, Elham Asadi.


Giovanna Zoboli, Marta Sironi, Guido Scarabottolo, Francesca Zoboli,
Paolo Canton, Isabel Minhós Martins, Bernardo Carvalho, Madalena Matoso.

venerdì 22 marzo 2013

Cosa succede fuori fiera

Illustrazione di Camilla Engman per Troppo tardi.
Si sa che "Fiera di Bologna" per i suoi visitatori non significa solo quel che accade di giorno, nei padiglioni e negli stand. Al tramonto, sono tantissimi gli eventi che si accendono in tutta la città in un clima festaiolo piacevole e vivacissimo, per non dire febbrile. Ve ne indichiamo alcuni, che riguardano alcuni nostri autori, e altri che ci sembrano particolarmente degni di nota, ovviamente senza alcuna pretesa di esaurirli. Se ne avete altri da segnalare, fatelo nei vostri commenti!

Lunedì 25, alle 18, presso Fruit. Self-publishing exhibition (alla sua seconda edizione), all'Ex Ospedale dei Bastardini, in via D'Azeglio 41, nell'ambito del programma Fruit talks, si terrà l'incontro Il disegnatore disegnato con Guido Scarabottolo intervistato da Sarah Mazzetti.

L'illustrazione è di Eva Lindström.
Martedì 26, alle 18 e 30, presso il Museo Civico Archeologico di Bologna in via dell’Archiginnasio 2 Camilla Engman insieme a Emma Adbåge, Karin Cyrén, Joanna Hellgren, Maria Libert, Eva Lindström, Emelie Östergren e Moa Schulman, espone alla mostra Sottosopra. Voci contemporanee dell’illustrazione svedese, organizzata da Associazione Hamelin per celebrare la Svezia, paese ospite di questa cinquantesima edizione della Fiera.

Alle 19, a Sala Borsa, in piazza del Nettuno 3,  inaugura la mostra Inventario. Fra le parole e le immagini di Emme Edizioni, dedicata a una casa editrice strepitosa, come la sua fondatrice, Rosellina Archinto, la cui storia non finisce mai di sorprendere. La mostra è organizzata dalla romana Tribù dei Lettori, insieme a un consesso di sponsor da far tremare i polsi.

Alle 19 e 30, presso Nei rami in via Porta Nova 5 2c/2d, Joanna Concejo presenterà l'edizione da collezione dell'album Un pas à la fois, nell'edizione commerciale in catalogo presso Editions Notari.

E per concludere, la giornata, alle 22, da Crete, in via de' Giudei, 3b, Raw Pots: le ceramiche di Studio Elica, ispirate alle illustrazioni di Beatrice Alemagna.


Mercoledì 27, alle 17, alla libreria Giannino Stoppani, in piazza Maggiore, a Palazzo Re Enzo, Guido Scarabottolo, Francesca Zoboli e Marta Sironi dedicheranno Quadri quadretti e animali e Dame e cavalieri, della collana d'arte Pippo, ovvero la PIccola Pinacoteca POrtatile che ha vinto la menzione d'onore al Bologna Ragazzi Award.

Alle 18 e 30, nello scicchissimo Zoo, negozio aperto da pochissimo e che già si dimostra più che mai vispo, inaugura la mostra Libretto Postale. Animali in viaggio, organizzato da Vànvere Edizioni + Le figure dei libri, dove, per la prima volta vedrete una illustrazione di Paolo Canton, insieme a quelle di prestigiosissimi e celebri illustratori.

Anche quest'anno, sono tantissime le iniziative organizzate da Fieri di leggere: mostre, incontri, workshop eccetera, non solo durante i giorni della fiera, ma, come da tradizione, fino a quasi tutto il mese di maggio. Il programma completo delle iniziative lo trovate qui.  Quest'anno, i temi centrali del programma sono: la natura, il verde, la terra, l’agricoltura; il mondo, i popoli, le culture, i migranti; i diritti civili delle nuove famiglie.

Infine, il 28 marzo, presso l'Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Scienze dell'Educazione, via Filippo Re, 6, Aula magna Piero Bertolini, dalle ore 9 alle ore 18, si terrà il convegno internazionale, organizzato in occasione dei cinquant'anni della fiera, Children's Literature: Fifty Years of Books of Children Around the World, di cui potete leggere l'interessante e ricco programma cliccando sull'immagine: per seguirlo, vale la pena di fernarsi un giorno in più. (gz)

Per leggere il programma cliccare sulle immagini.

giovedì 21 marzo 2013

Buon compleanno, Fiera!

Bene, eccoci. Lunedì 25, comincia la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna che, come tutti sappiamo, è il più importante evento al mondo di settore, e che quest'anno compie cinquant'anni. Quindi, come prima cosa: auguri, Fiera! Se non ci fossi, ti dovrebbero inventare, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi difetti.

E un ringraziamento particolare, a questo proposito, vogliamo rivolgere a Roberta Chinni, la donna d'acciaio che c'è dietro questa macchina infernale. E che dieci anni fa, quando eravamo due poveri topastri seduti a un tavolino da bar con sopra i nostri due primi libri, in uno stand collettivo condiviso, ci ha presi sul serio e ci ha trattati da subito con simpatia, attenzione e rispetto.
Seconda cosa: lo sappiamo che in questi giorni siamo tutti presissimi, noi che scriviamo e voi che leggete.

Per cercare di fare un po' di ordine, abbiamo raccolto in questo post tutto quello che riguarda noi, i nostri libri e i nostri autori. Così potete stabilire cosa vi va a genio e cosa no, qualora foste interessati al nostro programma. Questi appuntamenti riguardano propriamente quel che accade in Fiera, domani, invece, segnaleremo quel che accade fuori dalla Fiera, che ci riguarda, ma che anche semplicemente ci sembra interessante. Ovviamente le nostre indicazioni non esauriscono in nessun modo il programma ricchissimo che offre il calendario di queste giornate.

Intanto, lo stand: siamo sempre in mezzo ai fiamminghi, padiglione 29 stand D36. E, come lo scorso anno, siamo insieme a Paola e Luca Notari di Edition Notari  e a A buen paso di Arianna Squilloni . Un posticino nello stand avrà anche Vànvere edizioni di Stefania Camilli.
All'opera nel nostro spazio troverete: Paolo Canton e Valentina Colombo in preda al delirio degli incontri internazionali per la vendita dei diritti; Diletta Colombo, al banco dei libri; Giovanna Zoboli che si occupa di tutto il resto: a partire da tutti quelli che passeranno a salutarci, agli illustratori e agli autori.

Sul banco dei libri troverete le nostre cinque novità di primavera: Il grande libro dei pisolini,   C'era una volta una storia, La leggerezza perduta, Forte come un orso, e Tre fratelli Piumini. In più troverete la nuova edizione del Catalogone, e il meraviglioso poster componibile 20 ragioni per regalare un libri a un bambino, disegnato da Giulia Sagramola e scritto da Giovanna Zoboli.

Per Paolo Canton la Fiera comincerà domenica 24 marzo, perché sarà ospite del TOC ovvero Tools of change, alle 11 e 20, a Sala Italia dove, insieme a Christian Dorffer, Robert Kasher, parlerà all'incontro dal titolo Collaboration: How Tech and Publishers are collaborating to bring new forms of storytelling to today’s digitally.

Lunedì 25, al Digital Café, Hall 26, Booth B/90, ore 11.30, durante l'incontro Dal Libro alla App: un approccio cooperativo, racconteremo come è nata e si è sviluppata la prima app di prossima pubblicazione presso i Topi: storia di come il progetto di un libro si evolve nella creazione di una app. E narrazione di un’esperienza ancora sotto traccia che coinvolge un editore, un editor, un illustratore, un graphic designer, un interface designer e suo figlio di 2 anni e moltissimi altri. Intervengono Paolo Canton (editore), Antonella Abbatiello (illustratore e creatore di animazioni), Stefano Baldassarre (graphic designer) e Lorenzo De Tomasi (interface designer).

Alle 17, presso il nostro stand, Ana Ventura e Camilla Engman dedicheranno le copie dei loro libri: da Nove storie sull'amore, a Troppo tardi al nuovo di zecca C'era una volta una storia, una delle quattro novità di questa primavera.

Alle 15, allo stand dell'Associazione Illustratori, padiglione 25, A181: Let’s go illustrators: Bau Scarabottolo + Shout. Incontro a cura di Associazione Illustratori in collaborazione con Associazione Tapirulan.

Martedì 26, alle 17, allo stand dei Topi ci sarà una vera e propria iperconcentrazione di autori e illustratori: Alicia Baladan e Cristina Bellemo dedicheranno copie della loro imperdibile novità, a Bologna in prima assoluta La leggerezza perduta; per i suoi numerosissimi ammiratori, Joanna Concejo dedicherà copie di Una stella nel buio, ma anche di tutti gli altri libri che ha pubblicato con noi e con Editions Notari; infine, Guido Scarabottolo e Francesca Zoboli firmano e dedicano Quadri quadretti e animali e Dame e cavalieri della collana d'arte Pippo, ovvero la Piccola Pinacoteca portatile che ha vinto la menzione d'onore, categoria non fiction, al Bologna Ragazzi Award.

Alle 17, presso lo stand di Sarmede, padiglione 26 stand B4, Paolo Canton, Anna Castagnoli e Chiara Carrer presentano i rispettivi corsi che si terranno quest'estate.

Infine, alle 20 e 30, al Teatro Comunale di Bologna, alla premiazione del Bologna Ragazzi Award per chiudere in bellezza la giornata riceveremo la menzione d'onore per la nostra collana dedicata all'arte, PIccola Pinacoteca POrtatile.

Mercoledì 27, alle ore 11 e 30, ci sarà un altro autore nel nostro stand, a dedicare copie e a incontrare i suoi lettori: niente meno che Roberto Piumini che firma un'altra delle nostre novità, Tre fratelli Piumini, della collana Anni in tasca, scritto in collaborazione con le sorelle Carla e Marirosa.


Alle ore 15, al Digital Café incontro con Anna Castagnoli (autore, illustratore e blogger per lefiguredeilibri.com), Paolo Canton (editore, Topipittori) e Miguel Tanco (illustratore e blogger): Cosa è un portfolio nell’era digitale? Ovvero, come usare i social network per la promozione del lavoro dell’illustratore. Nuovi modi e possibilità di promuovere il lavoro. Nuove tecnologie e nuovi strumenti per presentare e promuovere progetti editoriali: Facebook, Pinterest, blogs, self-productions, crowdfunding.

Alle 15 e 30, al Caffè degli autori Giovanna Zoboli insieme a Giovanni Nucci, Fausta Orecchio, Martin Salisbury e Jeffrey Garret, parlerà di come sono cambiati gli albi illustrati negli ultimi diecenni.


Ovviamente nel programma di quest'anno della Fiera, e in quello del fuori fiera, come abbiamo già scritto, ci sono tantissimi eventi interessanti, molti dei quali davvero imperdibili (per chi avrà il tempo di poterli seguire): impossibile segnalarli tutti potete sceglierveli, con calma, prima di partire per Bologna, qui.

Detto questo, fate i bravi, divertitevi, aguzzate la vista e le orecchie, dedicate questi giorni a incamerare impressioni e informazioni, a incontrare persone e a chiacchierare con loro. La fiera è un momento unico dell'anno che offre molto; merita energia ed è meglio affrontarlo con allegria, per quanto sia una faticaccia pazzesca. Auguri a tutti!


mercoledì 20 marzo 2013

Il pigiama dei sogni: i vincitori (e qualche vinto)

Lunedì mattina, di buon'ora, abbiamo messo mano ai 407 messaggi che avete inviato per scegliere i tre pigiami dei vostri sogni.
Fiato alle trombe, Turchetti! Rullino i tamburi.
Le tre immagini più votate, dichiarate vincitrici dalla giuria popolare sono state realizzate da (in ordine alfabetico): Silvia BaroncelliLaura Campadelli; e Oran Going (dalla Malaysia). Chi dei tre ha preso più voti non lo riveleremo mai. Ma sappiate che, se non è esattamente un ex-aequo, pochissimo ci manca.

PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": SILVIA BARONCELLI

PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": LAURA CAMPADELLI







PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": ORAN GOING (Thailandia)
Passando in rassegna tutte le email arrivate, abbiamo anche notato alcuni fatti interessanti.

1) Molti illustratori con opere selezionate in gioco hanno votato l'immagine realizzata da un altro. Bell'esempio di spirito ludico e di altruismo. Un doppio grazie a voi.

2) Qualcuno, preso dall'entusiasmo, ha votato due immagini o dato una scaletta di preferenze. Abbiamo tenuto conto solo della prima preferenza espressa e del primo messaggio arrivato.

3) Molti (ma proprio molti) si sono lasciati commuovere da una bambina di otto anni e mezzo, Livia Ghiglia, che sogna un pigiama con sopra stampato un gatto. Ma dato che i voti non sono bastati a Livia per entrare fra i vincitori, a lei conferiamo il Premio Speciale della Giuria.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA: LIVIA GHIGLIA
4) Ci sono un sacco di persone che si chiamano con lo stesso nome (ma proprio uguale uguale) e decidono, misteriosamente, senza conoscersi e senza alcun coordinamento, di votare per la stessa immagine e nello stesso momento. Un solo esempio: ci sono ben cinque signore o signorine XY che, da account diversi, sabato intorno alle 14 hanno deciso di votare per una delle immagini in gioco. Jung l'avrebbe chiamata sincronicità. Ma forse ha un altro nome. Ed è un nome che ci mette molta tristezza.

5) Alcuni concorrenti hanno un numero impressionante di fratelli, cugini, zii e parenti vari, molto, molto, molto affettuosi. È bello saperlo.

6) Ci sono dei buontemponi che hanno degli account email dai nomi significativi. Citiamo fra gli altri: falso.falsi, email.falsa1; email.falsa2; e email.falsa3. Ci domandiamo se le usano tutti i giorni, per la normale corrispondenza, o se le hanno creata apposta per sostenere la loro illustrazione preferita in questo bel gioco.

Si sa che "per un punto Martin perse la cappa" e, visto quanto sopra ai punti 4 e 6, vi segnaliamo che il primo dei non vincitori è Giulia Bacchini.
PREMIO SPECIALE "PER UN PUNTO MARTIN PERSE LA CAPPA":
GIULIA BACCHINI

Il premio di consolazione per l'immagine cha ha ricevuto meno voti va a Francesca Zoboli (proprio lei, la sorella dell'editore). Il premio di consolazione consiste nella partecipazione al programma "A cena coi Topi". Quindi, Francesca, puoi preparare zuppa di lenticchie, polpette con purea di patate e formaggi assortiti. Arriviamo alle otto e mezza.

PREMIO DI CONSOLAZIONE "UNA LACRIMA SUL VISO":
FRANCESCA ZOBOLI

Grazie a chi ha disegnato. Grazie a chi ha guardato. Grazie a chi ha scelto. Grazie a chi ha votato.
(Se volete rivedere tutte le immagini selezionate per il gioco e scoprire a chi le ha realizzate per il gioco, potete cliccare qui: abbiamo aggiornato il post aggiungendo i nomi e i link dei tutti gli illustratori)

martedì 19 marzo 2013

Io ci ho messo lo studio e il caffè

[di Miguel Tanco]

Sabato e domenica scorsi, non mi sono dovuto svegliare presto per andare a insegnare al corso Un progetto per Bologna. Invece, ho fatto tardi, poi sono andato in piscina, a un mercatino e a una mostra insieme a mio figlio Pablo e a Federica. Molto più rilassante! Eppure mi è mancato moltissimo non andare in studio a verificare i progressi dei progetti dei miei illustratori, come è accaduto nei sei mesi precedenti, quasi ogni fine settimana.

Li chiamo “i miei illustratori” perché non riesco a chiamarli allievi. Sarà perché sono molto bravi e con loro ho un intenso scambio d’informazioni. È vero: io ho proposto il programma, ci ho messo lo studio e il caffè, ma le idee appartengono a loro. Le regole sono le mie, e sono rigide, ma loro hanno deciso di mettersi in gioco.

Ma andiamo con ordine: a settembre ho pianificato un percorso che portasse un gruppo di illustratori fino a marzo 2013, cioè alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, con un progetto pronto da mostrare a un ipotetico editore. Per tutta la durata del corso ho chiesto di darmi fiducia, proponendo loro di imboccare un binario diverso da quello elaborato da ciascuno di loro fino a oggi per lavorare creativamente: binario che avrebbero poi potuto riprendere a fine corso, quando avrebbero potuto decidere cosa, di quanto appreso, incorporare nel proprio modo di lavorare. 


Per esperienza so che saranno i più istintivi ad avere le difficoltà maggiori: il loro istinto non deve essere represso, ma piuttosto disciplinato in funzione del progetto libro. Una volta metabolizzato il processo di lavoro e ragionate attentamente le scelte, avranno libertà assoluta.

Un giorno, chiesero a Billy Wilder se per fare il regista fosse necessario saper scrivere. La sua risposta fu: “No, bisogna saper leggere”. Proprio questo è l'elemento decisivo per tutti noi: saper leggere le storie, costruire un discorso coerente senza l'aiuto di immagini, solamente con le parole. E leggere le storie, soprattutto se non si è abituati a farlo con rigore e professionalità, è difficile. D'altra parte, lo stile non è solo una componente legata alla tecnica, ma anche il frutto di una capacità di interpretazione.


Così, una volta letto e interpretato il testo, abbiamo cominciato a focalizzare il progetto libro, sacrificando le idee meno adatte alla storia e concentrandoci su quelle più interessanti. “Trovare nella storia qualcosa che c'è, ma che neanche lo scrittore sa”,  diceva Maurice Sendak e da questo elemento, piano piano, farne la guida precisa del progetto. È in questa fase che si manifestano le personalità e le preferenze di ognuno. E qui si separano definitivamente le strade.


Ed è a questo punto che gli illustratori cercano disperatamente la matita per cominciare a dare forma alle idee emerse durante la lettura del testo e dal lavoro di interpretazione. In questo momento si comincia a lottare seriamente contro l'istinto, a favore di un approccio più strutturato.
Infatti, senza avere ancora tracciato una sola linea o forma o personaggio, cominciamo a lavorare sul colore. Il colore ci aiuta a introdurre il pensiero astratto e le sue conseguenze, ci aiuta a dare significato agli elementi fondamentali della narrazione, senza disperdere l'attenzione sui dettagli, a definire un dizionario di simboli e una tabella cromatica armonica e coerente.

Mappa concettuale elaborata da Luna Boselli.

Individuata questa narrazione per così dire “cromatica”, è il momento di mettere a fuoco i personaggi: il ruolo che svolgono e le relazioni che hanno fra loro, ma sempre secondo uno schema astratto, usando forme geometriche che aiutino a concentrare l'attenzione sulla struttura della narrazione che viene prima prima della realizzazione vera e propria, che sarà solo l'ultimo passaggio, quello che coincide con la ricerca del proprio tratto personale.

Vessela Nikolova: dalla mappa...

Fino a ora abbiamo lavorato più sui concetti: adesso, prima di attaccare con lo storyboard  decido di liberare un po’ la mente, facendo delle prove tecniche: per alcune settimane, ci esercitiamo in sfondi e personaggi con monotipia, acrilico, olio e acquarello, saziando la voglia di estendere il colore e avere un primo risultato visivo.
Prima che i miei illustratori siano presi da una irresistibile voglia di disegnare ogni singolo pelo della barba di Barbablù, però, li riporto all’astratto. È il momento di creare quella che io chiamo “mappa”, ovvero la sequenza, che precede lo storyboard. Si tratta di individuare per ogni doppia pagina, l'azione-sentimento che caratterizza ogni fase della storia. Vale a dire la traduzione visiva non scontata e non letterale di ciò che accade nella storia, ovvero di ciò che c'è nel testo.

... allo storyboard...

Non è un lavoro semplice, perché anche qui le idee devono essere affrontate e risolte astrattamente, in via teorica, senza l’aiuto della matita. È un momento delicato e difficile, ma questo sforzo è fondamentale e necessario, perché, una volta che si è appreso il metodo, questo aiuta a organizzare il processo creativo.
Una volta creata la mappa, arriva il momento dello storyboard che è la parte più importante di tutto il programma. Quella in cui si comprende se davvero si sono risolti e messi a fuoco i concetti di composizione, colore, ritmo e astrazione. Fare in modo che funzionino tutti insieme contemporaneamente è un po' come far stare quattro oggetti in equilibrio perfetto e in movimento fra le mani e l'aria, in modo che siano sempre bilanciati.

... all'illustrazione definitiva.

Realizzato lo story board, passiamo alla realizzazione degli originali. Qui abbiamo la libertà di interpretare ogni scena attraverso il nostro stile e la nostra sensibilità. Dopo le fasi teoriche, è il momento di goderci l'azione. Aver interposto tante regole fra l'inizio del lavoro e la sua realizzazione non penalizza la creatività: infatti, il risultato sono dei lavori splendidi.


Una delle decisioni di cui sono orgoglioso per la riuscita del corso è di aver chiesto l’intervento di alcuni grandi professionisti del settore. Tiziana Romanin per un percorso sulla storia e l’uso dell’acquerello nell'illustrazione per l'infanzia. L’editore Paolo Canton  per revisionare i progetti. E Paolo Romano di Narvalo Fine Art per l'uso dell scanner e la preparazione dei file per la stampa.

L’ultimo appuntamento del corso, è stato dedicato alla Fiera di Bologna. Tema: come e a chi presentare i progetti realizzati. E per Bologna, in bocca al lupo a tutti!


Messaggio promozionale: dal 24 al 29 giugno Miguel Tanco ripeterà questo interessantissimo corso, in forma compatta, a Sàrmede: tutte le informazioni le trovate qui. E se volete parlarne con lui personalmente, lo potrete incontrare allo stand della Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia Stepan Zavrel alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, il 27 marzo, dalle 10.00 alle 11.00

lunedì 18 marzo 2013

Per amare mio padre

Quest'estate ho letto, uno dietro l'altro, La lingua salvata di Elias Canetti e Il bambino incantato di Rachid O. A causa di questa prossimità mi sono accorta di una analogia fra i due libri, peraltro diversissimi in tutto. Come è noto La lingua salvata è il primo volume della autobiografia di Canetti, in cui si racconta di una straordinaria e difficile infanzia, contrassegnata da continui spostamenti e da vicissitudini di ogni genere, la prima delle quali, tragica, la morte dell'amatissimo padre, quando Elias aveva 7 anni, a Londra.  Il bambino incantato, anch'esso autobiografico, racconta l'educazione sentimentale dell'autore, Rachid O., prima bambino, poi adolescente, in Marocco, fra gli anni Settanta e Ottanta. In comune i due libri hanno le figure paterne, del tutto anomale, caratterizzate da una profonda tenerezza verso i figli, da una disponibilità all'ascolto e al gioco, dalla capacità emotiva di darsi con generosità e di comprendere profondamente i bisogni e la sensibilità di un essere in crescita.

In questa bella intervista, di cui vi consiglio la lettura, Rachid O. dice: «In Cioccolata calda (terzo romanzo dell'autore ndr) dico che si nasce con dei talenti. C’è chi nasce con le mani fatte per dipingere, chi per costruire ecc. Io da bambino desideravo avere un cuore grandissimo per amare mio padre, per ricambiarlo del suo affetto. Il fatto è che entrambi, sin dalla morte di mia madre, abbiamo fatto un enorme investimento reciproco. Lui per me è una miniera, una continua fonte di ispirazione, di affetto, d’amore».
A Canetti accade l'opposto, l'investimento reciproco, dopo la morte del padre, è fra lui e la madre: figura dominante, inquieta, ambigua, esigente, di grande severità e durezza, all'origine, certamente, della genialità del figlio, ma anche di angosce e tormenti indescrivibili.


Colpisce come in due ambienti sociali e culturali dominati dalla religione, ebraica in un caso, musulmana, nell'altro, le figure che infrangono, con la loro umanità, le censure e il rigore di regole incomprensibili e crudeli, siano i padri, capaci di una libertà mentale assoluta e proprio, significativamente, nella relazione educativa e affettiva coi figli. Sono loro infatti, a proteggerli dalla violenza dei diktat sociali, culturali e religiosi, con mano ferma e amore intelligente che si manifesta come profondi rispetto e comprensione dell'altro, anche nelle scelte più lontane e incomprensibili, come l'omosessualità e le relazioni con uomini più grandi per età nel caso di Rachid O.. Ed è il padre di Canetti a decidere di abbandonare la rigidissima famiglia paterna, in Bulgaria, connotata da una cultura soffocante e autoreferenziale, per vivere in una Londra cosmopolita: gesto che gli vale una biblica maledizione paterna (che verrà poi segretamente vissuta dalla famiglia come vera causa della sua precoce e improvvisa morte). Ed è sempre il padre a nutrire Elias di libri, praticati come momenti insostituibili di relazione affettiva e intellettuale, a regalargli il primo libro di fiabe, a contagiarlo con il suo grande amore per la letteratura, vissuta come fonte inesauribile di piacere e libertà.



Di che portata sia il problema dell'ortodossia religiosa e della sua invadenza nella vita civile, privata e familiare, lo segnala l’iniziale del cognome dietro cui ancora oggi Rachid O. si scherma: «Quando è uscito Il bambino incantato, nel 1995, ero semplicemente preoccupato per la mia famiglia. All’epoca, in Marocco, il fondamentalismo stava crescendo. Non avevo paura per me, o per la censura. Ma per mio padre, i miei fratelli. È stato il mio modo di proteggerli. E poi quella O. mi piaceva anche esteticamente: e si ricorda facilmente.»

Oggi festeggiamo la prossima festa del papà con questi due padri magnifici. Sono in tanti, però, crediamo, come loro: forse mai abbastanza ricordati e presi a esempio. Sarebbe bello lo fossero, per anteporre figure maschili, positive e in controtendenza rispetto a quelle di cui i media non fanno che parlare.
Ho scritto questo post perché a Roma, a Più libri più liberi, allo stand Playground parlavo con due amici di questi due padri incontrati durante l'estate e della mia intenzione di scrivere qualcosa. Sono stati loro a spronarmi a riprendere l'idea e a farlo. Anche perché noi per i papà abbiamo un debole, come mostrano i due libri a loro dedicati, nella collana I grandi e i piccoli: Non si incontravano mai. Il libro del papà e della bambina di Mauro Mongarli e Chiara Carieri e P di papà di Bernardo Carvalho e Isabel Minhós Martins. Due libri che ci continuano a piacere per il modo che hanno di raccontare la paternità e la sua importanza nella vita dei figli.