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lunedì 13 ottobre 2014

Popo? Il popo!

Per leggere, cliccare sulle immagini.

Lo scorso anno, più o meno in questo periodo, stavamo partendo per New York, insieme a Simona Mulazzani, per ritirare la Silver Medal assegnata dall'Associazione Illustratori di New York alle illustrazioni di Vorrei avere. O meglio di I Wish I Had, perché questo è il titolo dell'edizione americana pubblicata alla fine del 2012 da Eerdmans.



















Quest'anno, stamattina, Simona e Maria Giaramidaro dell'Associazione Oliver che ha progettato questo evento, partono con me per San Francisco dove, mercoledì 15 ottobre, all'Istituto Italiano di Cultura, presenteremo la casa editrice Topipittori e dove ci sarà una mostra delle tavole dei tre libri che Simona e io abbiamo pubblicato negli Stati Uniti, oltre a Vorrei avere, Il grande libro dei pisolini (The Big Book of Slumber, 2013) e Al supermercato degli animali (Animal Supermarket, 2104), sempre editi da Eerdmans. Su questi tre libri, giovedì 16 e venerdì 17 ottobre, faremo letture e laboratori, come ospiti al Festival internazionale di letteratura Litquake, che si tiene nella città in quei giorni, e a La Scuola. Italian International School, bellissima realtà educativa di San Francisco.

 


















Vorrei avere, insieme a Che cos'è un bambino, è il libro di Topipittori che ha avuto più edizioni all'estero, cioè 9. Ma dei 24 albi che ho pubblicato in questi dieci anni, 18 hanno avuto almeno una edizione straniera, parecchi più di una, di solito nelle principali lingue europee, ma anche in thailandese, cinese, polacco, coreano. La cosa interessante è che libri ormai editi dieci anni fa, oggi, acquistati all'estero, riacquistano nuova vita, ne sono un esempio Zoo segreto e Filastrocca ventosa, recentemente editi in Brasile.


Gli Stati Uniti, come è noto, sono un mercato librario molto diverso dall'Italia; non è stato facile passare l'esame come editori: i parametri di letteratura illustrata per l'infanzia qui cambiano sia per i testi sia per le immagini. Perciò, l'idea che l'ingresso di Topipittori sia avvenuto, fra i tanti titoli che abbiamo in catalogo, proprio con tre miei mi ha, da un parte, molto sorpreso e poi, ovviamente, fatto anche piacere.
Ci sono tante cose che mi incuriosiscono di questo viaggio, quello che però mi incuriosisce di più è l'incontro con i bambini americani: come saranno, come leggeranno e ascolteranno? Come accoglieranno Simona, Maria, me e tutti gli animali che riempiono i nostri tre libri?

Giovanna Zoboli, Simona Mulazzani, Vorrei avere, Topipittori 2010.

Una pazzesca iniezione di fiducia per questa gita a San Francisco, me lo ha dato questo breve racconto che qualche giorno fa ho trovato su facebook, a proposito di un bambino e del suo rapporto con Il grande libro dei pisolini. Autrice è Giusy Gallina, mamma e insieme bibliotecaria (e sulla bella biblioteca di Montebelluna, dove Giusy lavora, sul nostro blog abbiamo parlato qui e qui).

Per cui ora cedo la parola a Giusy, ringraziandola ancora per avermi dato il permesso di pubblicare le sue parole sul nostro blog, ma soprattutto perché il suo racconto è pieno di spirito, fa davvero ridere e mette grande allegria.


G. Zoboli, S. Mulazzani, Il grande libro dei pisolini, Topipittori 2013.

Ė proprio amore.
Alberto, 21 mesi e 3 giorni: questo ė il suo libro, per lui il libro del "popo" ovvero "l'ippopotamo". Da circa 9 mesi leggiamo solo quello. Per un periodo l'abbiamo letto appena svegli, appena tornati, prima di dormire oppure 4-5 volte di seguito. Alberto lo indicava nel ripiano e ti invitava a prenderlo; adesso ci arriva da solo, si siede sul divano, te lo passa e con aria soddisfatta, mani in grembo, aspetta che tu lo apra e inizi a leggere. E gli occhietti si illuminano e inizia ad alternare lo sguardo, dal libro alla voce. E poi arriva il popo ed è felicità. Se provi con un altro libro, sì, ti guarda, prova ad ascoltarti, ma poi chiude la nuova proposta e ti dice "popo?".
Io continuo a meravigliarmi, ogni giorno, ma oggi di piú ed ė per questo che scrivo. Stasera sua sorella, quasi 5 anni, inizia per conto suo a recitare una parte del libro, lo sa a memoria, come tutti noi in famiglia: ė normale. In realtá, stava facendo altro, ma è partita con "dormon le pulci con il mandrillo..." e Alberto ha rizzato le antenne, l'ha guardata e, dopo 3 secondi, ha esclamato "il popo!! E lei: "Basta con questo popo, Alberto!!"
Ecco, questo dice tutto, non c'ė niente da fare, va da solo, ha una forza dentro che lo attira.
Stasera sono andata a leggermi l'analisi di Giulia Mirandola nel
Catalogone 7, e ho capito di piú, quel senso di "bene" che trasmette, quella musica di parole e immagini che entra da sola, quegli animali così tranquilli e quel soffice diffuso, una grande armonia, tutto funziona. Ed ė quello che i bambini capiscono davvero. Insomma, leggetelo, compratelo, andate a prenderlo in biblioteca e provate. Grazie Giovanna Zoboli e grazie Topipittori, ancora una volta; noi continuiamo.

G. Zoboli, S. Mulazzani, Il grande libro dei pisolini, Topipittori 2013.

Ovviamente sì, io ho preso questa esilarante descrizione come un meraviglioso Buon viaggio! fatto dal popo in persona e da Alberto, il suo strepitoso creatore, e anche dalla sua sorellina e da Giusy, naturalmente.

E per finire, per amor di completezza, quelle che trovate qui di seguito, sono le quattro pagine del Catalogone  7. Le parole e le immagini del 2014, che Giulia Mirandola ha dedicato a Il grande libro dei pisolini.  Se volete seguire il consiglio di Giusy e leggerle, allora cliccateci sopra!


Per leggere, cliccare sulle immagini.

venerdì 25 ottobre 2013

Il sorriso di un ippopotamo felice

E chi mai avrebbe sospettato che una ninna nanna, una innocua, semplice, innocente ninna nanna a base di pisolini, plaid, cuscini, lucine, pigiami, ciabatte e camicie da notte avrebbe messo in piedi un tale pandemonio? Da un piccolo errore, paragonabile al celeberrimo battito di ali della farfalla di René Thom, ecco quale uragano si è scatenato. 
Prima due nonni che ci scrivono, chiedendoci ragione della scomparsa degli otto ippopotami dalle illustrazioni di Simona Mulazzani, colpevoli di aver tolto il sonno all'adorato nipotino. 
Poi la confessione ufficiale sul nostro blog, in cui, scusandoci coi nostri lettori, spieghiamo, umiliati, la ragione della scomparsa dei pachidermi, volatilizzatisi a causa di una distrazione dell'editore. 
Infine, l'ultimo colpo di scena: quest'estate, un po' da tutto il mondo, alla spicciolata, sono iniziate ad arrivarci alcune strane cartoline. Chi ce le ha inviate e perché, lo scoprirete leggendo questa lettera che, ve lo giuriamo sulla testa dei Topi, non abbiamo scritto noi.

Carissima sig.ra Zoboli,

le scrivo questa lettera per salutarla, come credo abbiano già fatto tutti i miei cugini durante questa calda estate.
Come ben saprà a causa di quel delizioso disguido avvenuto tra le pagine del vostro libro, non appena compreso come l’unico divano illustrato fosse stato occupato, noi otto restanti ci adoperammo per trovare una nuova dimora.
Nessuno fu preso dal panico e quasi tutti, all’oggi, hanno scovato una piacevole sistemazione.



Il primo, Faust, si diresse verso Francoforte. Appassionato di metafisica (avrebbe dovuto sentirle, quando era in ammollo nella pozza di famiglia, le sue disquisizioni sul perché dell’universo e sull’anima degli ippopotami), là si è iscritto alla facoltà di filosofia e mi dicono abbia seguito con profitto tutti i corsi del primo anno.



Jiri, l’ippopotamo numero due, si trasferì di corsa a Praga. Condivide una soffitta con cinque gargoyle e il mercoledì, il giovedì e il sabato sera suona il sax all’Agharta Jazz club. Occasionalmente, quando uno dei suoi compagni di appartamento è indisposto, lo si può trovare come sostituto su una guglia della cattedrale di San Vito.


Giovanni, il terzo ippopotamo, ora vive beatamente a Cefalù; si fa chiamare Turiddu e si spancia tutto il giorno di arancini di riso e granite al caffè. Quando si sente appesantito va a fare quattro passi su qualche spiaggia assolata, mostrando a tutti con fierezza come un costume rosso a righe larghe stia bene anche a chi ha qualche chiletto in più.


Da Londra dovrebbero esserle arrivati i saluti del quarto, Carl. Ora è Gran Cerimoniere tra gli animali della Regina; purtroppo non so dirle altro perché è sempre stato un tipo molto riservato e, d’altronde, vista la sua nuova delicata carica, capirà come questo si sia rivelato un vantaggio.


Il quinto è Sean, che a New York ha realizzato il suo sogno: ha finalmente aperto un negozio di cappelli. In Africa con qualche piuma e un po’ di sterpaglie intrecciate riusciva a plasmare copricapi che avrebbero resa carina e presentabile anche la più malconcia delle iene. Proprio ieri mi ha scritto che un suo modello esclusivo è stato richiesto in gran segreto anche alla Casa Bianca; quindi, se la prossima volta la first lady apparirà finalmente con un cappellino, io e lei sapremo quali siano state le abili zampe che lo hanno creato.

Teresa, la sesta, non è mai stata a suo agio nella piatta savana e, credo, fu la prima a prendere un aereo quando quel giorno se ne presentò l’occasione. Che lei ci creda o no, ora fa la guida alpina sulle Dolomiti, ha aperto una nuova via sul Pelmo (una 7c, a essere precisi, e l’ha chiamata Il ruggito del re), trova funghi come un segugio e mangia a sere alterne polenta concia e ricotta affumicata.

Non ho idea del perché Achille, il settimo, abbia scelto proprio la Grecia e Atene. In realtà lui è un mattacchione con doti d’avanspettacolo e l’avrei visto bene su qualche palcoscenico d’oltreoceano. Però c’è da morir dal ridere quando racconta dei suoi scherzi ai piedi del Partenone: si dipinge di bianco e si finge una statua, obbligando professori di greco con scolaresca al seguito e guide poliglotte con ombrellino alzato a spiegare la sua presenza tra le rovine con fantasiosi racconti epici su una nuova ippopotama divinità dell’Olimpo (va matto anche per l’ouzo, ma questo rimanga tra noi).


E dunque siamo giunti a me, che sono Otto, l’ottavo ippopotamo. Vista la cosa che le sto per chiedere, e dunque non certo per vantarmi, posso portarle come referenza la mia attività di redattore capo per cinque anni alla Gazzetta del Baobab; ho scritto anche un piccolo libercolo intitolato Al mio procedere selvaggio: una sorta di Kerouac per artiodattili, arrivato ormai alla quinta edizione e che ancora oggi furoreggia tra i banchi dei nostri liceali. Mi chiedevo, dunque, visto che a differenza dei miei cugini io non ho ancora trovato un luogo dove stare, se le potesse interessare un correttore di bozze lì, in ufficio dai Topi. Potrei affiancare Paolo in sua assenza, controllare la sig. ra Mulazzani quando disegna insetti, ma soprattutto, nel caso dovesse capitare ancora qualche piccolo incidente come quello dei nostri mancati otto divani, sarei lì a consolarvi e a ricordarvi come non sia poi così grave: in fondo noi ora siamo otto storie nuove e, decisamente, otto ippopotami felici. E lei non ha idea di quanto sia largo il sorriso di un ippopotamo felice.


È felice anche Nana, la nona ippopotama, la dormigliona che si accaparrò l’unica chaise longue disponibile. Io credo che ogni bambino abbia diritto a un buon libro e a una buona notte; quando il buon libro scelto per una buona notte sarà quello dei Pisolini, stia sicura che Nana sarà felicissima di invitare tutti a un molle sonno: come sussurra lei “Buonanotte miei cari”, non c’è nessuno.

Un affettuoso saluto

Otto

PS: Nel caso io fossi a Milano il 2 o il 3 ottobre, troverei qualcuno in viale Isonzo per una visita di cortesia? 45 minuti, non di più (così mi diceva mia nonna che di queste cose ne sapeva. Non vorrei disturbarvi troppo). Se mi facesse sapere gliene sarei grato.
Ancora cordialmente
 o.

La foto che ritrae Otto Ippo, è stata scattata in occasione della su citata visita del 2 ottobre. Otto Ippo, oggi, ha cominciato una collaborazione con la nostra casa editrice. Per ora bagna le piante e serve il tè delle cinque (la punta alle matite continuiamo a farcela da soli, però, per non umiliarlo). Poi, chissà, se si dimostrerà affidabile, passerà a mansioni di maggiore responsabilità.

martedì 16 luglio 2013

I bambini leggono/4. L'incredibile caso degli 8 ippopotami

"Dove sono gli altri otto ippopotami?" (e le 6 poltrone e le 3 ottomane?)

Una mattina, qualche tempo fa, ho ricevuto questo messaggio. Oggetto: Nonno in crisi!

Cari topi pittori
Stiamo leggendo al nipote il vostro libro dei pisolini illustrato da Simona Mulazzani. Chiedo aiuto nell’interpretazione della pagina 11 (circa), quella con le giraffe nel sacco a pelo. Fino a qui i conti tornano tutti. In questa pagina invece il testo non ha un riscontro nelle figure (TRE FOCHE SU SEI POLTRONE ECC.).
La creatura, perfida e attenta al fatto che tutto torni, ha turbe serali proprio perché tutto non torna! Dove sono le sei poltrone? E gli altri quattro colombacci ? (per non parlare del resto della ghenga degli ippopotami).
Attendo lumi! Aiuto!!
Grazie

Maurizio & Elisabetta

P.S. Gran libro !!


E questa è stata la mia risposta:

Cari Maurizio ed Elisabetta,

grazie per il vostro messaggio: mi sto ancora asciugando gli occhi dal ridere.

Il vostro nipotino ha l'occhio lungo e diabolico, infatti ha azzeccato la magagna del libro.
Sì, si tratta di un errore. Vi spiego: originariamente la filastrocca da me scritta aveva i regolamentari:


nove ippopotami sopra al divano.
Tre foche monache su sei poltrone.
Sei colombacci su tre ottomane.

 "Posso portarmi anch'io una banana a letto, domani sera?"
"Quante pecore conta il coccodrillo?"

Un giorno, mentre il libro era in corso di realizzazione, mi chiama Simona Mulazzani e mi dice: "Senti, in una sola pagina tutta 'sta roba non ci sta: troppa mobilia e troppi animali. Non si può economizzare?"
Impietosita, mi misi al lavoro, e questa fu la soluzione (che non avrebbe turbato i sonni del vostro nipotino...):


un ippopotamo sopra al divano.
Tre foche monache su tre poltrone.
Due colombacci su un'ottomana.

"Ma le vendono queste ciabatte?"

Tutto sembrava risolto: Simona fece la sua bella illustrazione con la mobilia e lo zoo dimezzati. Il lieto fine sembrava garantito, quando ci si mise di mezzo un genietto dispettoso.
Di solito chi fa il controllo finale dei testi, prima della stampa, sono io. 

"Ma le vendono queste ciabatte?"
Ma quella volta non so dove fossi, e toccò a mio marito, Paolo, che non era al corrente del cambiamento e che quindi non si è accorto che nell'impaginato era finita la prima versione di testo, che a quel punto non funzionava più con l'immagine.
Che le due cose fossero incongruenti, ce ne siamo accorti solo quando il libro ormai era stampato.

Dramma. E adesso? "I bambini se ne accorgeranno sicuramente, pignoli come sono!" mi disperavo io, immaginando la delusione dei mancati nove ippopotami. Paolo cercò di rassicurarmi, ripetendomi: "Ma senti, mica un illustratore per forza deve mettere nell'illustrazione TUTTO quello che dice il testo, altrimenti staremmo freschi." Da un certo punto di vista, aveva ragione, dall'altra, pensando alla implacabile logica infantile, mi resi conto che si trattava di un cerottino su una bella magagna.

"Possiamo aggiungere anche noi un piano
con le dune al nostro letto a castello?"
Ecco, ora sapete tutta la verità. Cosa potete dire al vostro perfido tesoro? Che anche i Topi sbagliano! Oppure che un illustratore non deve mica illustrare proprio TUTTO quello che dice il testo. E quindi i nove ippopotami e le sei poltrone non è che non ci sono: l'illustratrice li ha lasciati oltre il margine della pagina, perché tutti in una sola non ci stavano. Magari potete proporgli di disegnarli lui: così tutti vedranno che non è che non ci sono, è solo che non si vedono. Oppure, se il pargoletto ancora non legge, potete leggergli la versione corretta di testo, e lasciare che scopra l'inganno una volta che sarà in grado di leggere da solo...

Un saluto e fatemi sapere come è andata a finire!

Giovanna



"Come mai i pulcini non dormono?"
Poi qualche giorno fa, la nostra impagabile Geena Forest (che se non ci fosse, la dovrebbero inventare), ci ha lasciato questo commento sulla nostra pagina facebook:

Le domande più frequenti a cui devo rispondere ogni sera alla lettura di questo libro:
"Ma le vendono queste ciabatte?"
"Come mai i pulcini non dormono?"
"Quante pecore conta il coccodrillo?"
"Possiamo aggiungere anche noi un piano con le dune al nostro letto a castello?"


"Dove sono gli altri otto ippopotami? (teoria più probabile dopo infinite discussioni: un po' più a destra e Simona Mulazzani non aveva più spazio nel foglio per disegnarli)"
 "Posso portarmi anch'io una banana a letto, domani sera?"

"Ma sotto l'elefante ci sarà un po' di soffice
polvere o è tutta dal lato della gazzella?"
"Ma sotto l'elefante ci sarà un po' di soffice polvere o è tutta dal lato della gazzella?"

Ci credete che alla fine mi addormento anch'io?
 Che libro. Che pisolini.

Comunque, nel caso vogliate veramente fare una ricerca approfondita, su dove siano finiti gli ippopotami, queste sono le teorie scartate a casa nostra:
1. sono sui rami superiori, più in alto di poltrone e ottomane (no, troppo pesanti, cadrebbero ancor prima di voltare pagina)
2. Sono die
tro l'ippopotamo raffigurato che, essendo il più grosso di tutti, ne copre la visuale (impossibile: ad almeno uno degli otto verrebbe in mente di fare cucù e farsi vedere dal lettore)
3. Sono spiaccicati sotto l'ippopotamo illustrato (no, troppo truculento, poveri ippopotami... E poi qualche budella si vedrebbe o_O)
4. L'ippopotamo sta sognando gli altri otto ippopotami (non mi ricordo perché è stata scartata questa).


Anche questa volta, dopo protratte risate, ho risposto:

Prima o poi scriverò un post, su questi otto ippopotami che stanno togliendo il sonno a intere famiglie!

Che poi è quello che avete appena finito di leggere. (gz)

mercoledì 20 marzo 2013

Il pigiama dei sogni: i vincitori (e qualche vinto)

Lunedì mattina, di buon'ora, abbiamo messo mano ai 407 messaggi che avete inviato per scegliere i tre pigiami dei vostri sogni.
Fiato alle trombe, Turchetti! Rullino i tamburi.
Le tre immagini più votate, dichiarate vincitrici dalla giuria popolare sono state realizzate da (in ordine alfabetico): Silvia BaroncelliLaura Campadelli; e Oran Going (dalla Malaysia). Chi dei tre ha preso più voti non lo riveleremo mai. Ma sappiate che, se non è esattamente un ex-aequo, pochissimo ci manca.

PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": SILVIA BARONCELLI

PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": LAURA CAMPADELLI







PREMIO "PIGIAMA DEI SOGNI": ORAN GOING (Thailandia)
Passando in rassegna tutte le email arrivate, abbiamo anche notato alcuni fatti interessanti.

1) Molti illustratori con opere selezionate in gioco hanno votato l'immagine realizzata da un altro. Bell'esempio di spirito ludico e di altruismo. Un doppio grazie a voi.

2) Qualcuno, preso dall'entusiasmo, ha votato due immagini o dato una scaletta di preferenze. Abbiamo tenuto conto solo della prima preferenza espressa e del primo messaggio arrivato.

3) Molti (ma proprio molti) si sono lasciati commuovere da una bambina di otto anni e mezzo, Livia Ghiglia, che sogna un pigiama con sopra stampato un gatto. Ma dato che i voti non sono bastati a Livia per entrare fra i vincitori, a lei conferiamo il Premio Speciale della Giuria.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA: LIVIA GHIGLIA
4) Ci sono un sacco di persone che si chiamano con lo stesso nome (ma proprio uguale uguale) e decidono, misteriosamente, senza conoscersi e senza alcun coordinamento, di votare per la stessa immagine e nello stesso momento. Un solo esempio: ci sono ben cinque signore o signorine XY che, da account diversi, sabato intorno alle 14 hanno deciso di votare per una delle immagini in gioco. Jung l'avrebbe chiamata sincronicità. Ma forse ha un altro nome. Ed è un nome che ci mette molta tristezza.

5) Alcuni concorrenti hanno un numero impressionante di fratelli, cugini, zii e parenti vari, molto, molto, molto affettuosi. È bello saperlo.

6) Ci sono dei buontemponi che hanno degli account email dai nomi significativi. Citiamo fra gli altri: falso.falsi, email.falsa1; email.falsa2; e email.falsa3. Ci domandiamo se le usano tutti i giorni, per la normale corrispondenza, o se le hanno creata apposta per sostenere la loro illustrazione preferita in questo bel gioco.

Si sa che "per un punto Martin perse la cappa" e, visto quanto sopra ai punti 4 e 6, vi segnaliamo che il primo dei non vincitori è Giulia Bacchini.
PREMIO SPECIALE "PER UN PUNTO MARTIN PERSE LA CAPPA":
GIULIA BACCHINI

Il premio di consolazione per l'immagine cha ha ricevuto meno voti va a Francesca Zoboli (proprio lei, la sorella dell'editore). Il premio di consolazione consiste nella partecipazione al programma "A cena coi Topi". Quindi, Francesca, puoi preparare zuppa di lenticchie, polpette con purea di patate e formaggi assortiti. Arriviamo alle otto e mezza.

PREMIO DI CONSOLAZIONE "UNA LACRIMA SUL VISO":
FRANCESCA ZOBOLI

Grazie a chi ha disegnato. Grazie a chi ha guardato. Grazie a chi ha scelto. Grazie a chi ha votato.
(Se volete rivedere tutte le immagini selezionate per il gioco e scoprire a chi le ha realizzate per il gioco, potete cliccare qui: abbiamo aggiornato il post aggiungendo i nomi e i link dei tutti gli illustratori)

mercoledì 13 marzo 2013

Votate! Votate! Votate!

Cari illustratori, eccoci finalmente giunti al redde rationem: la seconda fase de Il pigiama dei vostri sogni. Il primo gioco dei Topipittori per illustratori. A seguito di un'attenta analisi e di una discussione quasi degenerata in rissa, la giuria, composta da Valentina Colombo, Giovanna Zoboli, Marco Piunti e Paolo Canton, riunitasi lunedì 11 marzo alle ore 15:00 ha insindacabilmente selezionate le venti immagini da sottoporre al giudizio dell'inclito pubblico.  Ci saranno giubilo per il sorprendente successo, lacrime per esclusioni inaspettate, polemiche per le scelte della giuria. Ma ricordatevi che è un gioco. Un bel gioco al quale hanno partecipato settantotto illustratori, provenienti da cinque nazioni in tre continenti, nonostante fosse stato esplicitamente dichiarato che non si vince niente, neanche la visibilità. 
A tutti gli illustratori, grandi e piccoli, celebri e ignoti, selezionati e non, che hanno dedicato il loro tempo a giocare, il più vivo ringraziamento topesco. A chi guarderà le immagini, sceglierà la preferita e voterà, un grazie altrettanto sentito.

VOTARE È SEMPLICE
1) guardate con attenzione tutte le immagini:
2) decidete quale preferite
3) inviate una email indicando in oggetto la vostra immagine preferita all'indirizzo email pigiamitopi@gmail.com entro le 23:59 del 17 marzo 2013
4) NON saranno conteggiati i voti espressi come commento a questo post, o al tamburino sulla nostra pagina Facebook o inviati ad altri indirizzi della casa editrice.

Le tre immagini più votate saranno dichiarate vincitrici. Non vinceranno niente, ma saranno pubblicate in gran pompa, con accompagnamento di fanfare, in un post sul blog dei Topipittori il giorno 20 marzo 2013, con commosse dichiarazioni degli autori, motivazione della giuria e qualcos'altro che ci faremo venire in mente.

E, adesso, la parola alle immagini. L'ordine nel quale sono presentate è casuale e non indicativo di preferenze della giuria (che le sue preferenze le ha, ma ci tiene a non manifestarle).

Immagine A - Simone Rea

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Immagine B - Cristina Berardi

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Immagine C - Ignazio Fulghesu

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Immagine D - Anna Castagnoli

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Immagine E - Alicja Jagoda Paluch

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Immagine F - Livia Ghiglia

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Immagine G - Gioia Marchegiani

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Immagine H - Francesca Zoboli

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Immagine I - Donatella Crippa

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Immagine L - Marina Marcolin


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Immagine M - Sara Tassan Mazzocco

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Immagine N - Luisa Nascosto
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Immagine O - Barbara Baldi


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Immagine P - Laura Campadelli

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Immagine Q - Rossana Bossù

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Immagine R - Oran Going

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Immagine S - Silvia Baroncelli

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Immagine T - Marco Viale

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Immagine U - Antonina Pulvirenti

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Immagine V - Giulia Bacchini