martedì 30 aprile 2013

Un omaggio al Primo Maggio



Il blog è chiuso, riapre giovedì. In questa nouvelle vague di lazzaronismo topesco, ci sembra bello festeggiare il primo maggio insieme a tutti voi, cantando in coro "Je ne veux pas travailler".

Ps: prima di essere insultati da qualche purista, sottolineiamo che questa canzone non c'entra niente con la favolosa Edith Piaf, per quanto aspiri a essere "à sa manière".

giovedì 25 aprile 2013

Una mattina, mi son svegliato /2



Questa canzone ci piace proprio. E anche oggi, come l'anno scorso, non abbiamo molto altro da aggiungere, se non che bisogna proprio essere, sempre più e con sempre più forza, orgogliosi dell'Italia che ci ha dato questa canzone.

Da oggi, ci prendiamo qualche giorno di riposo. Ci ritroviamo il 2 maggio. 

mercoledì 24 aprile 2013

Da un seme di carta, un’intera tribù

[di Monica Monachesi. Foto di Piero Baraldo, Giuseppe Braghiroli, Antonio Pigatto]

Cosa fanno i Warli?, di Gita Wolf, Ramesh Hengadi & Shantaram Dhadpe (con l'assistitenza di Rasika Hengadi e Kusum Dhadpe) è un libro edito da Ippocampo Junior nel 2010, e interamente prodotto a mano, in India, da tre artisti indiani della comunità tribale Warli del Maharashtra, sulla cattedra di una scuola elementare.

Nel 2010, Do! (titolo dell’edizione originale, Tara Books), ha ricevuto il Bologna Ragazzi Award New Horizons. Nel maggio 2011, durante la Tribù dei lettori, a Roma, ho visto all’opera Gita Wolf, fondatrice di Tara, insieme a ELSE, durante un laboratorio: i bambini stampavano alcune illustrazioni del libro in serigrafia e poi rilegavano i fascicoli, tutto a mano. Bellissimo!
Non avevo ancora avuto l’occasione di utilizzare questo prezioso seme di carta che Tara da tempo aveva pubblicato.

Dovendo progettare un laboratorio veloce, e che conducesse alla realizzazione di alcuni pannelli decorativi, ho pensato di proporre ai bambini questa pittura antichissima, quasi preistorica, costruita con elementi grafici elementari. Potevo utilizzare fogli marroni e semplici matite bianche. Tecnicamente non intravedevo grandi difficoltà.
Ma come rendere profondamente partecipi i bambini?
Come renderli in grado di raccontare attraverso questo linguaggio grafico?
Come proporre il senso profondo di questi disegni?
L’aspetto più importante era, infatti, non l’apprendimento della tecnica, ma la comprensione di un mondo, di una civiltà, dell'universo armonico in cui vive la comunità tribale Warli del Maharashtra.

Ho proposto un esperimento alla classe II B della Scuola Primaria Albertelli di Parma, di cui ho già raccontato qui.

Sono partita dall’oggetto libro, facendo osservare la rilegatura, e invitando i bambini a toccare le pagine, poi ho mostrato questo video:



Non ho potuto spiegare nel dettaglio la serigrafia, ma nel video i bambini hanno visto FARE il libro: stampare i fogli, piegarli, rilegarli e realizzare la copertina (e da qui si poteva partire a fare ancora altro - la prossima volta!). La divertente animazione finale ci ha fatto entrare pienamente nel tema.

A questo punto, ho spiegato che il libro si intitola Cosa fanno i Warli?, perché questi disegni rappresentano proprio la vita di questa tribù.
I Warli sono agricoltori, allevatori, cacciatori, raccolgono anche frutti spontanei che la foresta offre.
La musica e la danza sono molto importanti nella loro vita.
Danzando tutti insieme rinnovano i legami tra gli appartenenti alla tribù e tra Warli e Natura, e rafforzano la loro capacità di fare, insieme, tutto ciò che è necessario alla loro esistenza.
La danza al suono dei tamburi e del Tarpa, strumento a fiato, è un soggetto di grande significato e allude alla ciclicità della vita in cui la morte non è che un nuovo inizio.

Le donne dipingono tutto questo sui muri delle loro case in occasioni speciali: feste e matrimoni. Celebrano così la loro vita in armonia con la Natura.
Dipingono con pennelli di bambù e il pigmento bianco deriva da polvere di riso mista ad acqua e gomma naturale; il supporto marrone è una mistura di fango e sterco.
Persino questo ha un significato preciso: dipingere sulla madre terra con il riso da lei generato è di buon auspicio perché nuovo riso possa essere seminato e raccolto.

Ho poi mostrato un altro video: Warli Walking Picture, un bellissimo disegno animato realizzato dagli artisti Warli Shantaram Dhape e Gul Ramani:



Non ho parlato come esperta di cultura indiana, ma come chi ha scoperto un tesoro.

A questo punto, ognuno aveva svariati argomenti da elaborare.
I Warli usano tre elementi grafici elementari: cerchio, triangolo, linea.
Ho disegnato alcuni esempi alla lavagna e...
Immediatamente sui fogli hanno preso vita piccoli racconti, e anche se avevo lasciato delle fotocopie sui tavoli, mi sono accorta che ognuno raccontava a modo suo, senza copiare.
Questo mi ha colpito e mi dato molta soddisfazione.


Qualcuno ha cominciato con una scena di caccia.
Qualcun altro ha fatto correre delle formiche sul bordo del foglio...
… o si è subito dedicato a soggetti complessi e bellissimi.
Qualcuno ha persino cominciato dalla danza – tarpa dance -, che non mi
sembrava semplice e, invece, guardate che ritmo!
C’è chi ha rappresentato la divinità, e si è anche divertito
a far dormire una donna nella sua capanna: ZZZ...

Quando i disegnatori oramai erano ben consapevoli di quante cose belle si potevano dire con quell'arcaico e potente abicì, ho pensato di presentare loro i Warli.

Ho mostrato un documentario: In harmony with nature, mentre ancora stavano disegnando.
Allora la meraviglia è cresciuta.

Davanti agli artisti Warli che nel filmato sviluppano dipinti incredibilmente fitti di linee e pieni di dinamica armonia, sono partiti vari Ohhh! di ammirazione.

 

Ero arrivata in classe alle 14, e alle 16 abbiamo cominciato a prepararci per lasciare l’aula.
In due ore, ecco alcuni esempi di quello che abbiamo realizzato:


Bravissimi tutti i bambini della II B! E grazie, Warli!


Ma non è finita qui: forte dell’entusiasmo e dei risultati, sabato 13 e domenica 14 aprile, ho riproposto questa esperienza a insegnanti, genitori, bambini, e il risultato è stato ancora straordinario.
Da cinque anni, il Festival Biblico di Vicenza ospita un’antologica di Le immagini della Fantasia; da due anni collaboro con il direttore del Festival, Antonio Pigatto, che ha inserito nel programma il mio corso di aggiornamento Universi inattesi e un laboratorio per realizzare pannelli decorativi per gli spazi espositivi del Centro Culturale San Paolo. Il Festival propone visite guidate e laboratori per scuole e famiglie. Se vi interessa, curiosate qui.

Dal 27, maggio la Mostra si trasferirà alla Basilica Palladiana e nel programma del Festival, all’inizio di giugno, è prevista la partecipazione di Gita Wolf che parlerà delle tradizioni artistiche popolari e tribali indiane: tenete d’occhio il programma.

A Vicenza, abbiamo lavorato in 26, fra bambini e adulti. Ho seguito gli stessi passi sperimentati a scuola e anche questa volta il disegno è nato spontaneamente: tutti si sono appassionati alla pittura Warli.






















Ecco come abbiamo raccontato la vita dei Warli:


Per qualche ora siamo stati come una tribù, e abbiamo lavorato insieme, pensando a un popolo lontano che vive presso le foreste dell'India occidentale.
Il loro nome, Warli, deriva da una parola che significa terra, campo, quel pezzo di terra guadagnato alla foresta, da coltivare, per vivere.
La loro danza e la loro musica erano forti, e ci spronavano ad andare avanti a raccontare.




Concludo con alcune parole di Gita Wolf, tratte dal catalogo di Le immagini della fantasia 29 in cui parla dei libri Tara Book (che si trovano in Italia grazie a Donzelli, Ippocampo Junior, Salani):

Quando abbiamo iniziato a pubblicare, nel 1995, c’erano pochissimi libri illustrati per bambini in India. La nostra è stata una tradizione in gran parte orale, e la nozione di letteratura per ragazzi è arrivata dall’estero. Quindi i libri per bambini indiani tendevano a essere delle copie altrui. Per creare qualcosa che fosse originale, ci siamo guardati intorno alla ricerca di illustratori indiani, e ciò che più ci ha emozionato è stato il potenziale che abbiamo visto negli artisti tradizionali.
Si trattava di artisti popolari e tribali, appartenenti alle comunità rurali e periferiche, che dipingevano in base a certi stili tradizionali. Pur essendo le tradizioni numerose e molto diverse tra loro, la maggior parte di questa arte scaturisce da un’unica origine quotidiana: la decorazione di case, di spazi di comunità o di luoghi di culto. Gran parte di essa era ed è tuttora, dipinta su pareti e pavimenti.
Che cosa portano tali voci alla letteratura per ragazzi? Offrire ai bambini una varietà di prospettive reali sembra semplice, ma è in effetti una delle cose più difficili da raggiungere, soprattutto ora. Oggi c’è la sensazione di avere più scelte di quanto mai sia avvenuto nella nostra storia, ma gran parte di esse sono in realtà omogenee tra loro - i libri diffusamente apprezzati sono commercializzati in tutto il mondo, i programmi televisivi sono trasmessi in tutto il mondo, i contenuti internet sono disponibili ovunque - e tutte queste cose ci danno l’illusione di avere una scelta sconfinata, ma hanno in realtà tutti origine da fonti molto simili e limitate. Hanno il potere di essere ascoltate, quindi sono forti. Da un altro punto di vista, sono il mercato e i media che decidono in gran parte su ciò che è da escludere e ciò che vale la pena di prendere in considerazione. Questo è anche il potere dell’editoria commerciale.
Ma si potrebbe anche considerare tutto ciò come una forma di timidezza che trova sicurezza nel ripetere formule che vendono. C’è posto per qualcosa di nuovo in questo schema delle cose, ma deve essere sempre all’interno dell’accettabile e del familiare. La varietà è benvenuta, ma solo se posizionabile entro il già noto. La vera differenza, al contrario, è radicale, riconoscendo una molteplicità di esperienze che è per definizione al di fuori del regolare e dell’abituale. Questa differenza è una qualità da esaltare, non da temere. Quindi, l’universalità non deve essere un’identità globale, ma un riconoscimento della comune umanità risultante da un’empatia con coloro che non sono come noi.


Un esempio della straordinaria tradizione artistica a cui attinge Tara Books: in un
villaggio del nord dell'India, le donne decorano muri e pavimenti di case e spazi pubblici.

martedì 23 aprile 2013

Teresa, Caterina e gli animali in viaggio

Menomale che piove, sennò per venire qui 
ci toccava rinunciare ad andare al parco.
E poi, abbiamo già disegnato le nostre cartoline. 
Chissà se le mettono in mostra?
Che bello! Le cartoline appese ai lampadari. 
Possiamo farlo anche noi a casa!
Hanno cucito le cartoline nella plastica. 
Chissà se la mamma ce lo lascia fare?
Non toccare!
Sì che posso toccare, guarda!
Lo fanno anche i grandi.
Uffa, sta arrivando tanta gente. 
Quando le attaccano le nostre cartoline?
Qui non ci sono.
E neanche qui. 
Ah, eccole! Le stanno attaccando adesso.
Sono piaciute anche ad Anna.
Ecco, adesso comincia la noia: quelli bevono e chiacchierano. E noi?
Senti... allora sediamoci qui e mettiamoci a leggere un bel libro. 
Buoni sogni senza sonni anche a voi, amici.
Questo post è il frutto di una intensa attività di stalking di Arianna Favaro e della sua prodezza con la macchina fotografica e nella creazione delle didascalie (due sole delle sue molte virtù, che pure tende a nascondere).

L'inaugurazione milanese di Libretto Postale - Animali in viaggio, allo Spazio Bk, è finita, ma la mostra potete ancora vederla, fino al 19 maggio. Non ci troverete più Teresa e Caterina, ma non perdetevela comunque. E non perdetevi la libreria: una delle migliori di Milano e circonvicini. Parola di Topi.

Di Libretto postale - Animali in viaggio si è parlato quiqui, quiqui, qui, qui, qui e in un milione di altri posti, ma non posso mica dirveli tutti: fatevi una bella ricerca google.




lunedì 22 aprile 2013

Da Sant’Agostino al Flash Book Mob

Città invisibili, atelier per la mostra ABC arte contemporanea.
[di Marnie Campagnaro]

Domani, 23 aprile, in tutto il mondo si festeggia la Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, iniziativa patrocinata dall’Unesco: una data simbolica per chi si occupa di letteratura e promozione della lettura. Anche il nostro gruppo di lavoro, nel dicembre del 2011, ancora in pieno fermento progettuale, ha deciso di scegliere questa data per realizzare la giornata evento del progetto Città invisibili, promosso dalla Regione del Veneto, inaugurato il 26 ottobre 2012 nell’ambito del IX Forum del libro a Vicenza, con  l’obiettivo di creare nuovi spazi di incontro e di educazione culturale per i più piccoli e veicolare una maggiore conoscenza della letteratura dell’infanzia, dell’arte e del patrimonio artistico italiano, attraverso il Gruppo di Ricerca sulla Letteratura per l’infanzia dell’Università di Padova diretto da Donatella Lombello.

Letture animate nelle scuole per il Festival Città invisibili.

Ricordo bene come nacque l’idea di questo evento speciale. Mancavano solo due giorni a Natale. Assieme alle mie inseparabili compagne d’avventura, Alessandra Carraro e Roberta Zago, eravamo sedute in un piccolo bar nel centro cittadino di Padova, e mentre stavamo discutendo alcuni punti del nostro programma prima della pausa natalizia, ci siamo scambiate i regali. Ovviamente non potevano mancare i libri. Sorridenti, senza poterci appoggiare sul tavolino pieno di scartoffie, e nella confusione più totale del locale, abbiamo sfogliato i nostri libri, iniziando a leggere qualche riga assieme ad alta voce.  È  stata una folgorazione. Così ci siamo dette: “Perché non organizzare assieme alle altre iniziative in programma il 23 aprile anche una grande lettura corale in cui tutti contemporaneamente, indipendentemente dal luogo e dall’età, possono leggere assieme ad  alta voce un pezzettino della propria storia preferita?”
Detto fatto. 

Marbie Campagnaro, Alessandra Carraro e Roberta Zago, curatrici di Città invisibili.

Il Flash Book Mob è diventato così l’evento a più alto impatto visivo ed emozionale di Città invisibili, intorno a cui abbiamo fatto convogliare tutta la pianificazione della giornata: volevamo trasformare la lettura solitaria del libro in un’azione visibile, condivisa,  simbolica. Una grande campagna collettiva a sostegno dell’importanza della lettura. Nel maggio del 2012, abbiamo poi scoperto con grande soddisfazione che l’iniziativa del Flash Book Mob, di cui abbiamo adottato il nome, era stata già lanciata con successo da case editrici come Donzelli, Instar, Iperborea, Minimum Fax, Nottetempo, La Nuova Frontiera e Voland.

Città invisibili, mostra ABC arte contemporanea.
Cosa succede domani mattina, 23 aprile? Fra le nove cinque e le nove e dieci, bambini, ragazzi, insegnanti, sindaci, assessori e bibliotecari, genitori, nonni, zii, amici, e quanti vorranno unirsi liberamente all’iniziativa, si ritroveranno nella piazza più vicina alla scuola o in un luogo all’aperto del proprio comune o frazione, portando con sé il proprio libro preferito e tenendolo in mano. 
Alle nove e un quarto, contemporaneamente, in tutte le piazze, inizierà il Flash Book Mob: dopo un segnale convenuto (un fischio, uno squillo...) e mostrando ognuno il proprio il libro, tutti assieme diremo ad alta voce: “I libri sono come la mente: funzionano solo se li apri”. Ciascuno poi aprirà il proprio libro e inizierà a leggerlo ad alta voce, in contemporanea con tutti gli altri.


Città invisibili, libri d'artista alla mostra Click City.
Anche i bambini e le insegnanti della scuola dell’infanzia parteciperanno perché, come abbiamo fatto loro notare, i bambini possono raccontare ad alta voce la loro storia preferita, raccontando ciò che vedono sulle figure. 
Dopo tre minuti, lo stesso segnale decreterà la fine del Flash Book Mob, con un grande applauso. Ogni appuntamento del Flash Book Mob sarà filmato (durata massima di 30 secondi) e inviato al nostro gruppo di lavoro come video promozionale dell’iniziativa.
A Bassano del Grappa, gli insegnanti in collaborazione con l’attivissima Biblioteca Civica hanno chiamato a raccolta oltre 2.500 ragazzi per inondare con i loro libri e la loro lettura ad alta voce le piazze del centro storico. Affollatissimo anche il Flash Book Mob organizzato a Lonigo, con 1550 ragazzi.

Città invisibili, Festival Villa del Conte.
A Vigonza, così come pure ad Arzignano, si ritroveranno quasi 800 bambini, con la festa che continuerà nel pomeriggio presso la splendida Biblioteca Civica. Oltre 400 ragazzi saranno rispettivamente coinvolti a Portogruaro, San Zenone degli Ezzelini, Valeggio sul Mincio, Carmignano di Brenta, San Giorgio in Bosco. Saranno invece oltre 300 gli studenti che si sono dati appuntamento nelle piazze di Cittadella, Castelfranco Veneto, Este, Massanzago, Battaglia Terme, Vicenza, Ponte San Nicolò, senza dimenticare tutti i  comuni aderenti del Veneto che aderiscono con numeri che rasentano i duecento ragazzi a raduno. Una grande festa del libro per ricordare ai nostri bambini, e soprattutto ai noi adulti l’importanza di rinnovare quotidianamente la sana abitudine di condividere la lettura ad alta voce.

ABC della mia Città, ad Arzignano.

Il Flash Book Mob sarà poi seguito da diverse attività dedicate al libro: “a scuola senza zaino” ovvero i ragazzi a scuola solo con i libri di letteratura; inaugurazioni di mostre dedicate agli abbecedari “ABC della mia città”; letture animate, letture sotto  l’ombrello, mostre del libro, mercatini, baratti del libro, bookcrossing, laboratori creativi, conferenze, spettacoli. A Monselice, grazie a un accordo con Ascom, gli alunni della scuola primaria “Giorgio Cini” gireranno per i negozi aderenti all’iniziativa, e in cambio di letture ad alta voce ai clienti del negozi, riceveranno in dono un libro o un albo illustrato per rimpinguare gli scaffali della loro biblioteca scolastica. È un’azione pilota per strutturare in occasione della prossima edizione un’iniziativa forte a sostegno della campagna della Sinnos I libri? Spediamoli a scuola!.

Città invisibili a Castelfranco per promuovere letteratura ragazzi.

In questi mesi, durante gli incontri di preparazione del progetto, insegnanti e amministratori ci hanno talvolta manifestato la loro perplessità rispetto alla realizzazione del Flash Book Mob, chiedendoci: “Ma come facciamo a leggere tutti assieme ad alta voce nello stesso luogo? I bambini non capiranno nulla! Non è meglio leggere piano o fare una lettura silenziosa?”.

Città invisibili, incontri di formazione della Biennale, al Museo Diocesano di Padova.

Confortate dai commenti positivi di bambini e ragazzi, già appassionatamente impegnati nella ricerca del “loro” libro preferito per l’evento del 23 aprile, abbiamo ricordato loro che sino al X secolo “la lettura normale veniva fatta ad alta voce”. Desueta e fuori dall’ordinario era semmai la lettura silenziosa e bisbigliata. Sant’Agostino, nelle sue Confessioni, rivela che quando cercava un testo nelle biblioteche di Cartagine e di Roma, lo doveva fare (e quindi leggere) in mezzo a un brusio ininterrotto, talmente abituato alla lettura ad alta voce che oramai non sentiva più alcun rumore. Alberto Manguel docet.



venerdì 19 aprile 2013

Scegliere la fiducia

Illustrazione di Simone Rea.
Quando si parla della rapida trasformazione che, da poco più di un decennio, ha interessato la letteratura, soprattutto illustrata, per ragazzi, si pensa subito, solitamente, ai prodotti editoriali, cioè ai libri e al lavoro, più o meno di ricerca, svolto dagli editori per realizzarli. Ma, forse perché nasciamo editori, insieme al mutamento che coinvolge libri e scaffali di libreria, ci balza all'occhio il cambiamento intervenuto di pari passo nel leggere, valutare, analizzare e selezionare i libri, cioè nel modo di scriverne da parte della critica.
Questa riflessione nasce da due strumenti che abbiamo riportato a casa dalla Fiera di Bologna, e cioè Scelte di classe. I migliori libri del 2012 e Hamelin 33. Annuario di libri per ragazzi 2012.
In entrambi i casi, i volumi si offrono agli operatori di settore (bibliotecari insegnanti, formatori, librai eccetera), ma non solo, come galleria ragionata dei migliori libri usciti lo scorso anno, dalla narrativa, agli albi illustrati, ai fumetti, offerti per temi e fasce di età.
Alla sua quarta edizione, Scelte di classe, progetto di Tribù dei lettori, diretta da Gianluca Giannelli, in collaborazione con Hamelin, associa alla selezione e pubblicazione critica, un momento ludico-didattico, in cui i libri selezionati, ma non solo, vengono letti, guardati, animati, discussi nel corso di una “festa della lettura e dell'editoria”, in cui sono coinvolti i bambini, gli editori, gli illustratori, gli autori, in un calendario fitto di incontri rivolti ai piccoli ma anche, cosa importantissima, ai grandi, in funzione formativa e divulgativa.

Scheda dedicata a A che pensi? di Laurent Moreau (Orecchio acerbo 2012).

Cosa ci sia di nuovo in questa iniziativa e perché in modo nuovo sia necessario avvicinarsi ai libri, lo dice bene nell'introduzione al volume la studiosa francese Sophie Van der Linden, quando afferma che, nonostante l'insistenza ultradecennale da parte di insegnanti, educatori, bibliotecari ecc., sull'importanza della lettura, “a forza di martellare sul 'purché legga', abbiamo persa la strada per una questione cruciale che non avrebbe mai dovuto essere dissociata dalla lettura: quella della letteratura! Perché oggi poco importa quel che i bambini leggono, purché leggano.” E, invece, aggiunge, poco dopo, “la letteratura raramente raggiunge i bambini e gli adolescenti” e questo, a fronte di una produzione editoriale "eccessiva". E nonostante ciò, prosegue Van der Linden:

Scheda dedicata a A che pensi? di Laurent Moreau (Orecchio acerbo 2012).

Sempre più editori, scrittori, illustratori si sono impossessati della letteratura per ragazzi come supporto d'espressione letteraria e artistica a tutti gli effetti [] sono decine e decine di opere straordinarie, pubblicate ogni anno, molto diverse fra loro: testi raffinati e acuti dalle immagini virtuosistiche, che possiedono forza di espressione; storie originali, sorprendenti o assolutamente corroboranti, che producono eco durature e feconde, al tempo stesso perfettamente allineate con le proccupazioni e gli interessi dei bambini. [] E i bambini che leggono questi libri, lo sappiamo, hanno una curiosità, una predisposizione all'astrazione, una attitudine a immaginare, un senso creativo che gli sono propri per il continuo confronto con queste opere letterarie e artistiche, che li accompagneranno e sosterranno per tutta la vita. [] Il ruolo cruciale svolto da Tribù dei lettori con Scelte di Classe è esattamente questo: selezionare con rigore le opere più interessanti, capaci di arrivare ai giovani lettori e far condividere queste letture nella maniera più intelligente, lavorando sulle motivazioni e sul desiderio di leggere dei giovani. Alla fine, questa è senza dubbio la questione centrale, la sola attraverso cui le cose potranno cambiare: la fiducia. La fiducia che dobbiamo concedere ai giovani lettori in contatto con la letteratura. Niente è più importante di questo oggi.

Scheda dedicata a Henri va a Parigi, di Saul Bass (Corraini 2012).

Quanto Tribù dei lettori sposi e realizzi questo punto di vista, e quanto pratichi la fiducia non solo nei ragazzi, ma nella letteratura e negli adulti che stanno accanto ai ragazzi, lo manifesta attraverso scelte importanti: per esempio quella delle persone che chiama a selezionare i volumi e a scriverne. Persone che di libri si occupano sotto punti di vista diversi: non solo studiosi istituzionali, ma anche creativi, organizzatori di mostre, bibliotecari, scrittori, blogger, tutti capaci di portare la ricchezza del proprio orizzonte visuale e dei propri linguaggi nella lettura e nella valutazione dei libri. Va sottolineato, a questo proposito, che le schede proposte sui singoli volumi hanno una qualità sorprendente, spesso altissima.

Scheda dedicata a Henri va a Parigi, di Saul Bass (Corraini 2012).

Quest'anno mi hanno colpito particolarmente le schede di Massimiliano Tappari, acuto fotografo e autore, che in modo poetico, brillante, colto e limpido spiega Henri va a Parigi di Saul Bass e di A che pensi? di Laurent Moreau (di quanto sia importante che gli strumenti critici e i criteri di valutazione dei libri per ragazzi non rimangano unicamente sapere “da esperti”, per essere invece condivisi e allargati ad altri ambiti, e di quanto sia fondamentale che la letteratura e la cultura per ragazzi escano da un ambito specialistico per diventare tout court letteratura e cultura, prodotte e frequentate da tutti, di interesse e sotto la responsabilità di tutta la collettività degli adulti, avevamo scritto due anni fa, in questo articolo).
Un altro segnale importante di Scelte di Classe è la qualità della pubblicazione per cui fin dall'inizio si è contraddistinta. E a questo proposito cito la parte finale dell'introduzione al volume di Hamelin associazione culturale:

La vocazione pedagogica è anche di chi questo testo lo ha voluto, curato, corretto, rivisto, e di chi lo ha impaginato, di chi gli ha dato colori e immagini, di chi con la grafica lo ha reso bello (Fausta Orecchio n.d.r). Poiché la vocazione pedagogica è, innanzitutto, estetica. Offrire ai bambini e ai ragazzi qualcosa di bello e ricco di storie, ecco il piacere di fare e leggere Scelte di Classe

Illustrazione di Steven Guarnaccia.
Insomma, se il luogo comune a proposito dei "libri per i figli degli architetti" o addirittura "dei libri per architetti" è  duro a morire, molto si sta facendo e da parte di molti, perché si tramuti nell'ovvia stupidaggine che è.

Sulla stessa onda, nello suo stile proprio e autonomo, appare la rivista Hamelin che nel nuovo numero si presenta come annuario, ovvero selezione dei migliori libri del 2012. Ho avuto già modo di segnalare come il cambio di formato e grafica di questa rivista, a partire dal 2012, abbia coinciso con un cambiamento anche nell'impostazione dei contenuti. E certamente uno dei mutamenti più evidenti sta nel peso maggiore che vi hanno le figure (per esempio, a ogni numero è proposto un inserto centrale a colori dedicato a un illustratore), una scelta che, per chi si occupa di immagini, non è esteriore, ma si inscrive in una riflessione estetica che riguarda i contenuti stessi di quanto proposto. Un altro percepibile cambiamento sta in una decisa, quasi combattiva, assunzione di responsabilità, a fronte di una offerta editoriale percepita come  “eccessiva”, per tornare all'espressione di Sophie van der Linden, rispetto alla propria funzione critica, avvertita, oggi più che mai, come fondamentale: non per, teatralmente, stroncare o beatificare questo o quel libro, ma invece problematizzando, andando al cuore delle questioni, approfondendo temi, stili, filoni e dinamiche editoriali, studiando immagini e contenuti, interrogando le scelte di autori e illustratori, dando la parola a voci, punti di vista e competenze diverse, ponendosi domande senza formulare facili risposte, e dando ragione ai lettori di giudizi positivi e negativi, di osservazioni e valutazioni, argomentando sempre scelte e preferenze. Un atteggiamento importante, perché la qualità e la crescita dei prodotti editoriali nasce, anche, da un confronto critico autentico e condivisibile. Prendere sul serio la funzione critica significa credere nella letteratura e nei lettori, dare a entrambi fiducia. Sapere che le scelte che facciamo e le parole che usiamo determinano altre scelte e altre parole.
Dall'introduzione di Hamelin, riporto:

Provate a pensare all’attimo in cui mettete piede in libreria, piccola o grande che sia, indipendente o meno. L’attimo prima di ricordare il motivo per cui siete entrati è un attimo di vertigine, di sconvolgente smarrimento e insieme di ebbrezza. Sono centinaia i titoli esposti, le copertine ammiccanti, le fascette esclamative, e spesso gli stessi titoli cambiano nel giro di un paio di settimane, sostituiti da altri apparentemente uguali ai primi. Perché se ne dovrebbero acquistare alcuni, e non altri? Qual è il valore, il merito, la necessità di ciascuno? Ce ne sono alcuni che sono migliori di altri, più urgenti, più vitali? Sono domande, queste, che ne sottendono altre, più essenziali: perché leggiamo? Che cosa ci dà la lettura di un libro? Che cosa stiamo cercando? E per chi si occupa di promuovere la lettura, c’è un’altra domanda ancora: perché far leggere? Perché scegliere un libro per bambini o ragazzi piuttosto che un altro?
Perché, e abbiamo l’ambizione di pensarlo, alcuni libri sono migliori di altri, e lo sono sulla base di valori letterari, estetici e pedagogici necessari. Perché raccontano storie che possono aiutare a fare una scelta, dare la spinta che serve, cambiare la vita. Perché raccontano di noi, di dove siamo e dove stiamo andando.


(gz)