Ugo Cornia in bicicletta interpretato da Eleonora Antonioni (che non l'ha mai visto). |
Leggere Ugo Cornia è come andare in un centro benessere. Ma un centro dove si può mangiare quello che si vuole, bere quello che si vuole e persino fumare. Non è necessario socializzare e non è prevista alcuna sauna. Si può non fare movimento, evitare le cure estetiche, i massaggi e le pratiche di rilassamento. Insomma, un centro benessere vero, dove si sta proprio bene e il sentirsi bene deriva dal fatto che, curiosamente, nel gran caos universale, si scopre di essere contenti.
Contenti almeno come Cornia quando va in bicicletta per Modena. L’andare in bicicletta per Modena è ciò che accomuna “Scritti di impegno incivile“ e “Autobiografia della mia infanzia“ che sono i due libri che Ugo Cornia leggerà venerdì, 28 giugno, alle ore 19, a Spazio B**K. Sentire Cornia che legge è quasi meglio che leggere Cornia. Perciò ci sembra che proprio non si possa non andare, il 28 sera da B**K. Magari si può anche andare in bici. E poi sulla copertina dell’ultimo libro di Cornia c’è un elefante bellissimo, di cui è proprio impossibile fare a meno.
Un piccolo esempio di come Cornia è contento in bicicletta, tratto da Autobiografia della mia infanzia.
E così ci dedicavamo sempre e con piacere a queste nostre attività parateppistiche, anche se trenta anni fa il traffico a Modena doveva essere meglio che adesso, oppure la gente era più abituata a certe cose, perché per esempio, anche in bicicletta, e anche la bici ha significato l’apertura di una grande epoca, soprattutto d’estate, e soprattutto dalle due alle quattro, quando era categorico il divieto di uso del cortile, e lì, la bici era soprattutto con Gianni Pecchini, che in bici abbiamo fatto grandi esplorazioni, ma tra l’altro mi viene in mente adesso, cioè a dire la verità mi è venuto in mente ieri sera mentre ero in ascensore e stavo salendo a casa e allora, scrivendo questa specie di Autobiografia della mia infanzia, che all’inizio dicevo no, non ce la posso fare a scrivere un’autobiografia della mia infanzia, e invece dopo iniziavano a tornarmi in mente un sacco di cose, e alcune mi commuovevano anche molto mentre ci pensavo, e forse se uno mi avesse guardato da fuori mi vedeva un po’ con gli occhi lucidi, anche se a ricordarle son belle addirittura anche le cose brutte, e allora comunque mi era venuto in mente un pomeriggio, e lì eravamo di sicuro a fine giugno, perché me lo ricordo e son sicuro che si trattava di fine giugno, e sono anche sicuro che dovevo compiere undici anni, e non so perché ma i miei mi avevano dato da tenere la Mari, mia sorella, e poi dovevano essere andati da qualche parte, mentre c’era Gianni che sua madre gli aveva dato da tenere William, suo fratello piccolo, che aveva un anno in meno di mia sorella, e soltanto che sia io che Gianni avevamo in programma di andare in un negozio in viale Storchi, che si chiamava Mary
Model ed era un negozio di modellismo perché dovevamo guardare o comprare dei modellini, e da viale Storchi a casa nostra ci saranno non più di tre chilometri, ma era una distanza che andarci a piedi con mia sorella e William non sapevamo come fare e anche caricarli in bicicletta non ci riuscivamo e quindi pensavamo a come fare, ma mentre pensavamo a come fare William e mia sorella avevano socializzato tra di loro, e allora poi ci è venuta questa bellissima idea di chiuderli nel mio garage per mezz’ora che andavamo di corsa alla Mary Model e poi tornavamo a riaprirli, e così li abbiamo messi nel mio garage, con la luce accesa, e tra l’altro c’erano delle brande, contro il muro del garage, quindi gli abbiamo anche aperto due brande così se volevano potevano far finta di dormire, e poi abbiamo chiuso a chiave la porta del garage e siamo partiti, soltanto che quando siamo stati alla fine di via Medaglie d’oro, dove c’è il Parco, secondo me era molto più breve andare a sinistra verso Vittorio Veneto, mentre per Gianni era più breve andare verso Largo Garibaldi, poi fare la via Emilia, e non ci siamo riusciti a mettere d’accordo, quindi poi ci avevamo scommesso non so cosa su chi arrivava primo e ognuno era andato per la sua strada. E poi sono arrivato alla Mary Model e lì guardavo la vetrina, e poi ho guardato anche dentro, e Gianni non c’era, e sono tornato a guardare la vetrina, e dopo venti minuti Gianni non era ancora arrivato, e allora ho aspettato ancora altri cinque minuti e poi ho detto adesso torno indietro per la via Emilia fino a Largo Garibaldi, cioè per la strada che voleva fare Gianni, e infatti poi sulla via Emilia, all’altezza di piazza Mazzini, vedo Gianni che scancherava nella bici, e la bici c’aveva tutta la ruota davanti scarlancata, e gli ho chiesto che cosa aveva fatto, e allora lui ha detto che stava andando fortissimo per la via via Emilia quando un autobus di merda aveva inchiodato per la fermata e lui se l’è visto fermo lì davanti e ha frenato, soltanto che era andato a sbattere sull’autobus e si era imberlato tutta la ruota, e dopo era sceso il guidatore a vedere che cosa era successo e Gianni gli aveva detto se era il modo fermarsi così, a inchiodata, e il guidatore invece voleva anche dargli una sberla e avevano un po’ litigato per due minuti, poi il guidatore era risalito sull’autobus e se n’era andato, anche perché sull’autobus c’erano tutti i passeggeri da portare, e però dopo un po’ che tornavamo indietro con le bici a mano, ci è anche venuto in mente di mia sorella e William chiusi in garage, e c’è venuto in mente che magari piangevano e piantavano qualche grana e Rebuttini si accorgeva che li avevamo chiusi in garage per farci gli affari nostri, e così ci eravamo messi a correre tirandoci dietro le nostre bici, e invece poi quando siamo arrivati William e mia sorella erano nella branda abbracciati che si dicevamo delle cose, e così via...
3 commenti:
Ugo Cornia è il classico tipo che vorresti a casa tua dopo cena, messi a letto i bimbi, per discutere delle cose del mondo fino alle tre del mattino, davanti a una bottiglia di buon rhum e cinque/sei sigarette.
A quasi quarant'anni sto perdendo i colpi: mi ero persa questa autobiografia tra gli Anni in tasca. Provvederò.
Con Cornia non so se 5 o 6 sigarette sono sufficienti. E comunque sì, hai ragione, Cornia è simpaticissimo.
Mi è piaciuto poco, lunedì sera da bk. Posso dirlo? Lo dico. Cervello fino, certo, immaginazione invidiabile,si,si. Ma sono stanca di questa facile ironia del maschio che ragiona sempre e (quasi) solo col pisello. Mi fa tristezza. Non l'ho letto e lo leggerò, prima o poi. Giudizio a priori, quindi. Ma la voglia di leggere non me l'ha fatta venire.
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