martedì 11 gennaio 2011

Babar: dalle pagine al pentagramma

Si dice che in un caldo pomeriggio dell'estate del 1940, la quattrenne nipotina di  Francis Poulenc, annoiata dalla Melancolie che il celebre zio stava eseguendo al pianoforte, gli abbia messo sul leggio la sua copia della Histoire de Babar, di Jean de Brunhoff, pubblicata nel 1931 da Jardin de Modes e già di enorme successo in quasi tutto il mondo, dicendogli: «Suona questo.»
Lo zio, fra il divertito e il piccato, la prese in parola e cominciò a improvvisare quegli accordi che sarebbero diventati il melologo L'histoire de Babar.
Della versione per pianoforte e voce recitante è disponibile nel web questa versione inglese (purtroppo spezzata in due parti, ma godibilissima).




Ma esiste anche una versione per orchesta e voce recitante, con il vulcanico Paolo Poli a immedesimarsi in quella vecchia dama che trasforma l'enfant/elephant sauvage in un azzimato damerino con tanto di decappottabile rossa. Sul web non abbiamo trovato che questo collage, di qualità davvero insoddisfacente.



Se qualcuno non si accontenta, può acquistare il CD qui, indicando Poulenc come compositore e Babar come titolo. Noi l'abbiamo già fatto.

1 commento:

Silvia ha detto...

:-O Riuscite sempre a stupirmi e a far suonare le mie corde più intime