Ricordiamo bene quando Giusi ce lo propose, nel 2006, anticipando, a scanso di equivoci: «Vi dico subito che è una raccolta di poesie...»
«E allora?» rispondemmo noi, sorpresi dalla precisazione.
«E allora, la poesia è bella, ma non vende» rispose Giusi, facendosi latrice del responso ricevuto quando, più volte, aveva proposto il progetto.
A noi il libro interessava proprio perché era di poesia. Poesia come lo sono le filastrocche, le ninne nanne popolari, i versi sciolti, i sonetti, le canzoni petrarchesche, i poemi omerici, i madrigali... Uno dei nostri primi due libri pubblicati nel 2004 fu una filastrocca, e inaugurò la collana Parola magica la cui definizione recita: Poesie da recitare insieme ai bambini come formule magiche per superare gli ostacoli lungo il cammino delle giornate. Perché incontrare la poesia per un bambino significa fare esperienza della potenza delle parole, incontro raro, come fa notare Hölderlin quando scrive:
Nominerò allora l'alto? Ciò che non conviene, dispiace a un dio
e per coglierlo è quasi troppa poca la nostra gioia.
Spesso non possiam che tacere; mancano i nomi sacri.
Battono cuori, eppure tarda il discorso?
e per coglierlo è quasi troppa poca la nostra gioia.
Spesso non possiam che tacere; mancano i nomi sacri.
Battono cuori, eppure tarda il discorso?
E a proposito di questi versi, Heidegger scrive: «“Cogliere”» significa nominare l'alto stesso. Nominare poetando significa fare apparire nella parola l'alto stesso, non solo dire la sua dimora... (La poesia di Hölderlin, a cura di Leonardo Amoroso, Adelphi,1988).
Illustrazione di Chiara Carrer, da E sulle case il cielo. |
Quella che vi proponiamo oggi, ha avuto luogo a Roma, al 121° Circolo Didattico, plesso “Rio de Janeiro” ed è stata realizzata da Raffaella Giardina, a cui abbiamo chiesto di raccontarci brevemente in cosa è consistito il lavoro coi bambini e in che modo il libro è stato utilizzato.
Il libro di Giusi Quarenghi e Chiara Carrer E sulle case il cielo, da cui sono tratte le poesie che i bambini hanno illustrato, ci accompagna, direi affettuosamente, da tre anni, ed è stato alla base di diverse attività. Per esempio, su ispirazione della poesia Se trovo un costume di acqua salata i bambini scrissero delle bellissime poesie.
Usai questo testo pensando al Carnevale: inventare un vestito immateriale che potesse esprimere un vissuto profondo dei bambini.
In un altro caso, ripercorrendo la storia dell'incontro tra i bambini e la poesia e, quindi, tra i bambini e l'autrice (poiché l'anno scorso Giusi è venuta a trovarci a Roma), abbiamo anche realizzato un piccolo libro.
L'idea del calendario, invece, è nata dalla speranza che i bambini di quinta potessero portarsi via un frammento della loro storia elementare anche dopo averci lasciato.
Nel calendario il lavoro di illustrazione dei versi Gennaio le ombre è stato libero: dopo aver dato una semplice indicazione su come sarebbe stato montato, i bambini hanno utilizzato una serie di tecniche che hanno assimilato in questi anni.
Hanno imparato attraverso tanti laboratori pratici svolti nel corso del ciclo elementare (su Mirò, Burri, Munari, Picasso, la Pop Art, Calder, Fontana...) a esprimersi con libertà utilizzando tecniche tra le più varie (dalla pittura all'assemblaggio di oggetti, al collage di ispirazione surrealista ecc.).
Mi occupo da molti anni di didattica dell'arte contemporanea e il rapporto tra parola e immagine è stato per me il punto di partenza della maggior parte del mio lavoro, per questo tra l'altro amo particolarmente i vostri libri. Ci sarebbe molto altro da dire e la documentazione del lavoro dei bambini è molto ampia, anche perchè dallo scorso anno mi sto occupando di formazione.
Infine, abbiamo realizzato tutti insieme un calendario per la classe: i bambini hanno composto collettivamente due versi per ogni mese, sull'esempio della poesia di Giusi, e i versi sono stati poi illustrati con la collaborazioni di tutti.
In sequenza, alcune immagini realizzate dai bambini per i calendari. |
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