[di Valentina Colombo]
Avevo due ottime ragioni per vedere Fantastic Mr. Fox. La prima: il regista è Wes Anderson. Tanto per capirci è il regista di film come I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steve Zissou (indimenticabili la colonna sonora di Seu Jorge e il grande Bill Murray). Quando ho saputo che si sarebbe cimentato nella regia di un film d'animazione, in 3d e per di più in stop-motion, basandosi su nientepopòdimenoche un racconto di Roald Dahl, ebbene, ecco la seconda ragione per cui non avrei potuto lasciarmelo scappare.
Il fantastico papà volpe è stato pubblicato in Italia nel 1984 dalla Janus Editrice, in una bellissima edizione che Alessandra Mastrangelo mi ha gentilmente fatto avere dalla Biblioteca di Mozzo. Già la copertina di Libico Maraja è splendida, e le illustrazioni al tratto di Jill Bennett sono perfette.
L'edizione originale aveva le immagini di Donald Chaffin, e ne è stata fatta anche una versione divenuta famosissima con le illustrazioni di Quentin Balke (qui sotto la copertina dell'edizione Salani ne "Gli scriccioli").
Rispetto al libro, il film di Wes Anderson è non tanto una messa in scena quanto una personalissima rivisitazione della storia. Dell'originale racconto di Dahl, il regista conserva la divisione in capitoli, azzeccata e ben distribuita nel corso del film; la storia di fondo, quella di una famiglia di volpi il cui capofamiglia è un abilissimo ladro; i cattivi, i tre contadini avari e spregevoli; e il finale felice. Ma questa commedia si sposta su tematiche diverse.
La storia secondo Dahl: Mr. Fox è un ladro che ruba galline, anatre e sidro ai vicini contadini Boggins, Bunce e Bean. I tre mascalzoni decidono di stanare la volpe e la sua famiglia e per questo mettono in piedi un vero e proprio esercito di ruspe, fucili e uomini. Mr. Fox e gli animali del bosco, però, scavano sottoterra dei cunicoli che gli permettono di rubare dai tre magazzini quello di cui hanno bisogno per sopravvivere, in barba ai tre contadini, vivendo felici e contenti sottoterra.
Dahl intrattiene il lettore per poche, divertenti pagine in cui il furbo papà volpe dimostra costantemente la sua scaltrezza nella lotta contro i tre perfidi Boggins, Bunce e Bean. Qui, Mr. Fox non si ribella in nessun momento ai suoi istinti che nella sua famiglia si tramandano di generazione in generazione, dalla madre ai quattro pargoletti. Anderson invece punta a una umanizzazione di Mr. Fox.
La signora Fox, infatti, spinge il marito ad abbandonare la sua vita di ladro per dedicarsi alla famiglia. Mr. Fox si riduce a fare il giornalista, insomma, diventa una volpe onesta. Ma l'istinto ha sempre la meglio, così come il desiderio di avere sempre di più.
Il Mr. Fox di Anderson è ambizioso, cocciuto e furbo, con una punta di egoismo e di vanità irresistibili.
Con un papà così, è difficile crescere. E infatti qui Anderson compie l'operazione più radicale: mettere in scena la relazione papà-bambino, giocata fra conflitto ed emulazione. I signori Fox hanno un solo figlio, Ash, un bizzarro volpacchiotto che io ho amato alla follia per tutto il film. E ad aggravare e complicare le cose, accanto ad Ash spunta il personaggio di Kristofferson, il cugino buono come il pane che tutto sa fare e che persino gli soffia la volpacchiotta più carina da sotto il naso. Ash, Mr. Fox e Kristofferson impareranno uno dall'altro nel corso di tutto il film, tra colpi di scena divertentissimi, momenti comici e scenari meravigliosi, con una animazione vagamente retro (o sarò io che mi sto abituando ai 3d digitali?) e una ironia degna della migliore commedia americana.
Sottile e coinvolgente l'intesa tra Mr. Fox e la moglie, un personaggio femminile più importante e di carattere rispetto all'originale di Dahl.
E i cattivi? Sono tre personaggi da antologia. Un miscuglio incontenibile di perfidia, cattiveria, spacconeria e ignoranza, senza parlare della violenza con cui si accaniscono contro la collina-casa di Mr. Fox. Ben gli sta il furto di massa del finale. E forse anche ben sta a noi, che sventriamo, distruggiamo e sfruttiamo le risorse dell'ambiente senza preoccuparci delle conseguenze. Forse alla fine Anderson ha fatto di Fantastic Mr. Fox una favola ecologista.
Ma non vi dirò di più...
Se volete leggere una bella recensione su questo film, potete andare qui, e per qualche immagine del making of qui. E se avete due minuti, ecco come hanno dato vita e voce ai personaggi.
Avevo due ottime ragioni per vedere Fantastic Mr. Fox. La prima: il regista è Wes Anderson. Tanto per capirci è il regista di film come I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steve Zissou (indimenticabili la colonna sonora di Seu Jorge e il grande Bill Murray). Quando ho saputo che si sarebbe cimentato nella regia di un film d'animazione, in 3d e per di più in stop-motion, basandosi su nientepopòdimenoche un racconto di Roald Dahl, ebbene, ecco la seconda ragione per cui non avrei potuto lasciarmelo scappare.
Il fantastico papà volpe è stato pubblicato in Italia nel 1984 dalla Janus Editrice, in una bellissima edizione che Alessandra Mastrangelo mi ha gentilmente fatto avere dalla Biblioteca di Mozzo. Già la copertina di Libico Maraja è splendida, e le illustrazioni al tratto di Jill Bennett sono perfette.
L'edizione originale aveva le immagini di Donald Chaffin, e ne è stata fatta anche una versione divenuta famosissima con le illustrazioni di Quentin Balke (qui sotto la copertina dell'edizione Salani ne "Gli scriccioli").
Rispetto al libro, il film di Wes Anderson è non tanto una messa in scena quanto una personalissima rivisitazione della storia. Dell'originale racconto di Dahl, il regista conserva la divisione in capitoli, azzeccata e ben distribuita nel corso del film; la storia di fondo, quella di una famiglia di volpi il cui capofamiglia è un abilissimo ladro; i cattivi, i tre contadini avari e spregevoli; e il finale felice. Ma questa commedia si sposta su tematiche diverse.
La storia secondo Dahl: Mr. Fox è un ladro che ruba galline, anatre e sidro ai vicini contadini Boggins, Bunce e Bean. I tre mascalzoni decidono di stanare la volpe e la sua famiglia e per questo mettono in piedi un vero e proprio esercito di ruspe, fucili e uomini. Mr. Fox e gli animali del bosco, però, scavano sottoterra dei cunicoli che gli permettono di rubare dai tre magazzini quello di cui hanno bisogno per sopravvivere, in barba ai tre contadini, vivendo felici e contenti sottoterra.
Dahl intrattiene il lettore per poche, divertenti pagine in cui il furbo papà volpe dimostra costantemente la sua scaltrezza nella lotta contro i tre perfidi Boggins, Bunce e Bean. Qui, Mr. Fox non si ribella in nessun momento ai suoi istinti che nella sua famiglia si tramandano di generazione in generazione, dalla madre ai quattro pargoletti. Anderson invece punta a una umanizzazione di Mr. Fox.
La signora Fox, infatti, spinge il marito ad abbandonare la sua vita di ladro per dedicarsi alla famiglia. Mr. Fox si riduce a fare il giornalista, insomma, diventa una volpe onesta. Ma l'istinto ha sempre la meglio, così come il desiderio di avere sempre di più.
Il Mr. Fox di Anderson è ambizioso, cocciuto e furbo, con una punta di egoismo e di vanità irresistibili.
Con un papà così, è difficile crescere. E infatti qui Anderson compie l'operazione più radicale: mettere in scena la relazione papà-bambino, giocata fra conflitto ed emulazione. I signori Fox hanno un solo figlio, Ash, un bizzarro volpacchiotto che io ho amato alla follia per tutto il film. E ad aggravare e complicare le cose, accanto ad Ash spunta il personaggio di Kristofferson, il cugino buono come il pane che tutto sa fare e che persino gli soffia la volpacchiotta più carina da sotto il naso. Ash, Mr. Fox e Kristofferson impareranno uno dall'altro nel corso di tutto il film, tra colpi di scena divertentissimi, momenti comici e scenari meravigliosi, con una animazione vagamente retro (o sarò io che mi sto abituando ai 3d digitali?) e una ironia degna della migliore commedia americana.
Sottile e coinvolgente l'intesa tra Mr. Fox e la moglie, un personaggio femminile più importante e di carattere rispetto all'originale di Dahl.
E i cattivi? Sono tre personaggi da antologia. Un miscuglio incontenibile di perfidia, cattiveria, spacconeria e ignoranza, senza parlare della violenza con cui si accaniscono contro la collina-casa di Mr. Fox. Ben gli sta il furto di massa del finale. E forse anche ben sta a noi, che sventriamo, distruggiamo e sfruttiamo le risorse dell'ambiente senza preoccuparci delle conseguenze. Forse alla fine Anderson ha fatto di Fantastic Mr. Fox una favola ecologista.
Ma non vi dirò di più...
Se volete leggere una bella recensione su questo film, potete andare qui, e per qualche immagine del making of qui. E se avete due minuti, ecco come hanno dato vita e voce ai personaggi.
1 commento:
Stupendo!A differenza dei cartoons fatti completamente in 3d da computer, quelli in stop-motion sono affascinanti. E’ una tecnica che obbliga a fare persino del fumo, delle nuvole o della bava dei cani qualcosa di materico e le trovate in Fantastic Mr. Fox sono geniali. Il regista poi, come racconti tu, ha saputo caratterizzare le varie personalità dei personaggi, dal figlio imperfetto al nipote perfetto, all’amico leale e al sentire l’amore, le illusioni, l’istinto.
Un altro stop-motion da vedere,decisamente più demenziale, addirittura fatto con personaggi che si muovono con una base come i soldatini è ”Panico al Villaggio”, da morir dal ridere!
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