martedì 20 dicembre 2011

Quando nasce un bambino…


 [di Antonella Capetti]

Beatrice Alemagna, Che cos'è un bambino

La nascita è un mistero che accomuna credenti e laici: per gli uni, è il manifestarsi quotidiano di Dio, per gli altri è la forza della vita. Il Natale incarna questi due fatti straordinari, e nostro compito è risvegliare l’incanto, soprattutto in chi da tempo lo ha perduto.
C’è da preparare lo spettacolo natalizio: ma noi non amiamo le recite, il bambino bello, bravo e buono sul palco, la perfezione mummificata di un adulto in miniatura. Ci piacciono i bambini, tutti; anche quelli meno belli, meno bravi e meno buoni, quelli imperfetti, come noi, quelli che balbettano e, dovessero imparare qualcosa a memoria, di certo lo dimenticherebbero, di fronte a tutti quei visi in attesa.
Ci piace che anche gli adulti si mettano in gioco, perché se sul palco c’è la maestra Lisa, anche i bambini si sentono più sicuri…


Bisogna inventarsi qualcosa, perché non ci piacciono i dialoghi già pronti e la morale preconfezionata, adatta al giorno di festa e dopo due minuti già dimenticata.
 «Ci sarebbe quello splendido libro… ma sì… Che cos’è un bambino, di Beatrice Alemagna. E se lo usassimo? E se ogni bambino realizzasse il proprio autoritratto, sul modello delle illustrazioni del libro, e con i ritratti di tutti (sono più di duecento!) riempissimo dei grandi teli neri, a illuminare il buio (che non c’è nulla come il viso di un bambino felice che possa far risplendere la notte)?


E poi ci potremmo fare anche i biglietti augurali... massimo risultato con il minimo sforzo.»
(A scuola, spesso, bisogna fare i conti con un tempo sempre più tiranno).



E va bene: prendiamo il libro, tutto, perché non si può tagliare nemmeno una parola, è perfetto così. Lo dividiamo in scene, e per ognuna ci saranno dei bambini sul palco a drammatizzare il racconto. E i genitori in sala parteciperanno, anche solo con un “Ah!” di meraviglia al momento giusto.

Un bambino ha piccole mani  (i bambini alzano le mani all’altezza della testa)
piccoli piedi  (i piedi in aria, stando seduti e con le mani poggiate dietro la schiena)
e piccole orecchie, (portano le mani dietro le orecchie)
ma non per questo ha idee piccole. Le idee dei bambini a volte sono grandissime, divertono i grandi, fanno loro spalancare la bocca e dire: “Ah!” (gli adulti in platea ripetono “Ah!”)

E poi quell’idea: videoproiettare le foto dei maestri, da bambini e poi da grandi. Perché anche loro sono stati bambini, e in questo modo forse non se lo dimenticano.


Beatrice Alemagna, Che cos'è un bambino
E poi? E poi? (come i bambini, sempre a chiedere «E poi?»)
E poi non ci basta, vogliamo di più. E, ancora una volta, i libri dei Topi. Perché c’è un altro albo, Quando sono nato, di Isabel Minhòs Martins e Madalena Matoso, che sembra scritto apposta per noi.
Perché c’è una cosa, una sola, che ci accomuna davvero tutti: tutti siamo figli, tutti siamo nati da qualcuno. E allora via, via con il tutto buio, e quelle immagini meravigliose:

Isabel Minhòs Martins, Madalena Matoso, Quando sono nato

Quando sono nato, non avevo ancora visto niente.
Solo il buio.
Un grande buio nella pancia della mamma.
Quando sono nato, non avevo ancora visto il sole o un fiore o un viso.
Non conoscevo nessuno, e nessuno conosceva me.
[…] Quando sono nato, era tutto nuovo.
Tutto stava per cominciare.


E poi?
E poi è stata una festa bellissima, commovente, con i bambini un po’ buoni un po’ no, come sempre. I maestri prima agitati e nervosi, poi felici e soddisfatti, e i genitori commossi, che ci dicevano: «Bravi. Bravi soprattutto per la scelta dei testi.» 
E allora, se una festa di Natale è così bella, è anche merito dei Topi.

[Qualche tempo fa, Antonella Capetti, insegnante elemetare, ci ha mandato un messaggio in cui ci raccontava delle attività svolte a scuola con i nostri libri, soprattutto in prima e seconda classe, per l'apprendimento dell'alfabeto, della lettura e della scrittura. Il suo lavoro ci è sembrato molto interessante e per questo le abbiamo chiesto di descrivere qualcuna di queste esperienze per il nostro blog. Il post che avete appena letto si riferisce a uno spettacolo che Antonella, insieme ai suoi bambini, ha realizzato nel 2009. Antonella Capetti è nata in Valtellina, a Grosio, nel 1967. Insegna italiano e immagine nelle scuole primarie di Carimate e Montesolaro. Per più di quindici anni ha insegnato nella scuola dell'infanzia. Ha pubblicato racconti per l'infanzia con la casa editrice Ghisetti e Corvi e con la Gulliver, con cui collabora anche alla stesura di articoli di didattica scolastica.] 
Isabel Minhòs Martins, Madalena Matoso, Quando sono nato

3 commenti:

carla ghisalberti ha detto...

cara maestra e cari topi, nel post sono nascoste, in mezzo ad altre, due parole che meglio di qualsiasi discorso complesso e articolato, definiscono il libro di Beatrice Alemagna: è perfetto.
Ogni sera quando vado a letto, stanca stanca, chiudo la persiana e tiro la tenda, che in verità è un pezzo di un vecchio lenzuolo, e leggo quello che c'è scritto sopra a grandi lettere viola: "Un bambino ha grandi mani, grandi piedi, grandi orecchie, ma non per questo ha idee piccole. Le idee dei bambini a volte sono grandissime, divertono i grandi e fanno loro spalancare gli occhi e dire: "Ah!".
Sempre inaspettattate e per questo emozionanti sono le tangenze tra persone lontane che non si conoscono, ma che evidentemente si intendono...
bello, no, che possa succedere ?
c

Antonella Capetti ha detto...

e bello sì, carla.
perchè questo libro tocca delle corde profondissime, per chi ama i bambini e per chi dei bambini ha fatto il suo "mestiere".
grazie per queste tangenze inaspettate...e grazie a Beatrice Alemagna, per averci regalato queste parole e le sue immagini.

Federica MammaMoglieDonna ha detto...

Meravigliosi questi libri... li voglio, li voglio, li voglio!