Come si diventa poeti? E perché?
Ecco una domanda che sarebbe piaciuta a Wisława Szymborska, che reputava caratteristica principe del poeta quella di non credere all'ovvio e di non praticarlo, ponendosi continuamente interrogativi nati da uno stato di sistematica stupefazione.
E quando Dean E. Murphy, inviato del Los Angeles Times a Varsavia, le chiese: «Perché ha iniziato a scrivere poesie?»
Lei rispose, serafica: «Semplicemente è successo. Forse è stata l'atmosfera in casa. Eravamo una famiglia piuttosto intellettuale, parlavamo di libri. E leggevamo tanto, soprattutto mio padre. Ho cominciato a scrivere poesie a cinque anni.
Se scrivevo una poesia – cose da bambini – che a mio padre piaceva , allora si metteva una mano in tasca e mi dava qualche soldino. Non ricordo esattamente quanto, ma per me era molto» (trovate tutto questo in La prima frase è sempre la più difficile, imperdibile librino pubblicato da Terre di mezzo).
Sì, era moltissimo. E, per quanto il gesto non vada preso come una ricetta, certi padri, certe madri si leggono in controluce nei talenti dei figli.
Qualche giorno fa, ci è arrivata questa mail:
Ciao, Topipittori,
sono Francesco, ho otto anni e frequento la seconda elementare. La maestra di italiano ci ha assegnato il compito di inventare una poesia usando delle similitudini per definire il nero e io mi sono ricordato di una poesia che avevo letto in Cielo Bambino e che mi era piaciuta moltisssssimo. Così ho scritto questo testo:
Nero di notte
senza le stelle
nero di buio
senza sorelle
nero di pece
nel mio letto
nero paura
dentro il cassetto
nero pantera
che esce dall'ombra
mi balza addosso
dall'alto piomba.
Accendo la luce
mi guardo intorno:
era solo nero di sogno.
La mamma ha detto che forse vi avrebbe fatto piacere leggerla così ho deciso di mandarvela. Spero vi piaccia!
Ciao, Topipittori!
Francesco Sartori
Esatto: leggerla ci ha fatto molto piacere. E per questo abbiamo risposto a Francesco:
Caro Francesco,
hai scritto una poesia bellissima.
E te ne siamo davvero grati.
Se c’è una cosa che rende bello il nostro lavoro è proprio che i bambini come te lo usino per fare cose nuove e sublimi, divertendosi.
Ci piacerebbe molto pubblicare la tua poesia sul nostro blog.
Non è proprio come pubblicarla in un libro, ma quasi.
La leggeranno in molti e siamo sicuri che piacerà moltissimo.
E tu potrai dirlo a tutti: alla mamma e al papà, ai nonni, agli zii e ai cugini, alla maestra e ai compagni.
Sarà come una festa!
Ci permetti di pubblicarla?
Insieme alla tua poesia, pubblicheremo anche quella di Alessandro , e il disegno di Alicia.
Sono sicuro che loro saranno felicissimi di stare in tua compagnia.
Anzi, adesso li metto “per conoscenza”, così la leggono in anteprima.
E magari gli viene voglia di scriverti una lettera.
Sei proprio un bravo poeta.
Magari cambierai idea e vorrai fare un altro mestiere.
Ma sarai comunque un bravo ingegnere, un bravo insegnante, un bravo alpinista, o un bravo postino.
Decidi tu.
Ciao
Giovanna e Paolo (alias, i Topipittori)
Ed ecco qui, la poesia di Alessandro Riccioni:
Nero di fumo
senza l’arrosto
nero di seppia
senza aragosta
nero lavagna
senza gessetto
nero di sporco
dentro il cassetto
nero di oggi
senza domani.
Nero di pianto
senza allegria.
Nero di tutto
vattene via!
Il giorno dopo Francesco ci ha scritto:
Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì che bello! Pubblicatela pure. Grazie!
A me Cielo bambino piace tanto perché le parole sono come canzoni e le poesie le imparo a memoria senza fare fatica. Sono loro che si incollano da sole nella mente dopo che la mamma me le ha lette. Il disegno del libro che più mi piace è quello della bambina con lo zaino a forma di casetta che guarda ed è guardata da una stella. Forse la stella sogna di essere visitata dalla bambina e lei di andare su quella stella. In tasca ha anche una scala.
Ciao Paolo, Giovanna e Alicia.
Francesco
Ecco, e questo è quanto. Ha ragione Wisława Szymborska: non c'è niente di ovvio. Proprio niente.
I bambini ce lo ricordano a ogni istante.
Ecco una domanda che sarebbe piaciuta a Wisława Szymborska, che reputava caratteristica principe del poeta quella di non credere all'ovvio e di non praticarlo, ponendosi continuamente interrogativi nati da uno stato di sistematica stupefazione.
E quando Dean E. Murphy, inviato del Los Angeles Times a Varsavia, le chiese: «Perché ha iniziato a scrivere poesie?»
Lei rispose, serafica: «Semplicemente è successo. Forse è stata l'atmosfera in casa. Eravamo una famiglia piuttosto intellettuale, parlavamo di libri. E leggevamo tanto, soprattutto mio padre. Ho cominciato a scrivere poesie a cinque anni.
Se scrivevo una poesia – cose da bambini – che a mio padre piaceva , allora si metteva una mano in tasca e mi dava qualche soldino. Non ricordo esattamente quanto, ma per me era molto» (trovate tutto questo in La prima frase è sempre la più difficile, imperdibile librino pubblicato da Terre di mezzo).
Sì, era moltissimo. E, per quanto il gesto non vada preso come una ricetta, certi padri, certe madri si leggono in controluce nei talenti dei figli.
Qualche giorno fa, ci è arrivata questa mail:
Ciao, Topipittori,
sono Francesco, ho otto anni e frequento la seconda elementare. La maestra di italiano ci ha assegnato il compito di inventare una poesia usando delle similitudini per definire il nero e io mi sono ricordato di una poesia che avevo letto in Cielo Bambino e che mi era piaciuta moltisssssimo. Così ho scritto questo testo:
Nero di notte
senza le stelle
nero di buio
senza sorelle
nero di pece
nel mio letto
nero paura
dentro il cassetto
nero pantera
che esce dall'ombra
mi balza addosso
dall'alto piomba.
Accendo la luce
mi guardo intorno:
era solo nero di sogno.
La mamma ha detto che forse vi avrebbe fatto piacere leggerla così ho deciso di mandarvela. Spero vi piaccia!
Ciao, Topipittori!
Francesco Sartori
Esatto: leggerla ci ha fatto molto piacere. E per questo abbiamo risposto a Francesco:
Caro Francesco,
hai scritto una poesia bellissima.
E te ne siamo davvero grati.
Se c’è una cosa che rende bello il nostro lavoro è proprio che i bambini come te lo usino per fare cose nuove e sublimi, divertendosi.
Ci piacerebbe molto pubblicare la tua poesia sul nostro blog.
Non è proprio come pubblicarla in un libro, ma quasi.
La leggeranno in molti e siamo sicuri che piacerà moltissimo.
E tu potrai dirlo a tutti: alla mamma e al papà, ai nonni, agli zii e ai cugini, alla maestra e ai compagni.
Sarà come una festa!
Ci permetti di pubblicarla?
Insieme alla tua poesia, pubblicheremo anche quella di Alessandro , e il disegno di Alicia.
Sono sicuro che loro saranno felicissimi di stare in tua compagnia.
Anzi, adesso li metto “per conoscenza”, così la leggono in anteprima.
E magari gli viene voglia di scriverti una lettera.
Sei proprio un bravo poeta.
Magari cambierai idea e vorrai fare un altro mestiere.
Ma sarai comunque un bravo ingegnere, un bravo insegnante, un bravo alpinista, o un bravo postino.
Decidi tu.
Ciao
Giovanna e Paolo (alias, i Topipittori)
Ed ecco qui, la poesia di Alessandro Riccioni:
Nero di fumo
senza l’arrosto
nero di seppia
senza aragosta
nero lavagna
senza gessetto
nero di sporco
dentro il cassetto
nero di oggi
senza domani.
Nero di pianto
senza allegria.
Nero di tutto
vattene via!
Il giorno dopo Francesco ci ha scritto:
Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì che bello! Pubblicatela pure. Grazie!
A me Cielo bambino piace tanto perché le parole sono come canzoni e le poesie le imparo a memoria senza fare fatica. Sono loro che si incollano da sole nella mente dopo che la mamma me le ha lette. Il disegno del libro che più mi piace è quello della bambina con lo zaino a forma di casetta che guarda ed è guardata da una stella. Forse la stella sogna di essere visitata dalla bambina e lei di andare su quella stella. In tasca ha anche una scala.
Ciao Paolo, Giovanna e Alicia.
Francesco
Ecco, e questo è quanto. Ha ragione Wisława Szymborska: non c'è niente di ovvio. Proprio niente.
I bambini ce lo ricordano a ogni istante.
5 commenti:
Credevo che la poesia preferita di Francesco, fosse quella del “buio ragno…”. Ma lui è stato bravissimo a fare un riassunto di quasi tutto il libro, si vede che ha assaporato ogni pagina. Cose belle del fare questo mestiere.
Le illustrazioni di Alicia sono tutte bellissime, ma a me, come a Francesco, quella che piace di più è quella della bambina con lo zainetto-casa. E la poesia di Francesco mi ha mandato un brivido lungo la schiena. Bravo Francesco! Grazie ai Topi per averla pubblicata. Evviva il nero, allora, evviva il buio! ale riccio
Ciao Topipittori, grazie! C'è anche l'illustrazione di Alicia che più mi piace. Ma Alessandro Riccioni è l'omino tondo che fa impazzire il mondo?
Francesco
Ciao Francesco. E benvenuto anche nel blog.
Certo, Alessandro Riccioni è l'omino tondo che fa impazzire il mondo. Ma tu come fai a conoscerlo?
Perchè noi giochiamo a omino tondo ma non avevo capito che ale riccio fosse Alessandro Riccioni. Si gioca prendendo il proprio nome o il nome di un amico o un altro nome a caso e poi si inventa una frase per descrivere la persona. Ci sono solo due regole. La frase deve essere breve e bisogna fare la rima. Non come mia sorella che recita la divina commedia e non fa neanche rima però si prende l'ovetto chinder lo stesso perchè è piccola
Franci
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