mercoledì 16 maggio 2012

C'è posta!

[di Valentina Colombo]

_List Books from Korea è un gioiello. Chiunque lo tenga in mano rimane stupito: dalla qualità fisica dell'oggetto, dall'impaginazione elegante e sobria; e poi dai contenuti vari e tutti interessanti, dalla qualità degli interventi, dalla coerenza del progetto.

_List è una rivista coreana come poche esistono. Quattro numeri all'anno, che riceviamo puntualmente nella nostra casella e dai quali traiamo spesso spunti e informazioni utili per capire il mercato coreano, le tendenze, i nomi e i luoghi. Tutto questo a un prezzo incredibile: gratis. Si tratta infatti di una di quelle belle esperienze di promozione della cultura che ci piacerebbe venisse alla luce anche qui in Italia. Pubblicata in inglese, coreano e cinese, disponibile anche online e per ipad, arricchita da una newsletter mensile (sottoscrizione qui), questa rivista è gestita dal Korea Literature Translation Institute (o LTI), a sua volta parte del Ministero della Cultura, Sport e Turismo.

Lo scopo della rivista è quello di "contribuire alla cultura globale promuovendo la conoscenza della letteratura e cultura coreane nel mondo".
Al suo interno si trovano interviste, focus sui generi letterari principali, articoli specialistici sulla letteratura coreana e sul mondo editoriale, sulle relazioni internazionali tra editori e la loro crescita, analisi di mercato e opinioni di critici, coreani e non, sul mondo del libro. L'ultimo numero che abbiamo ricevuto è dedicato proprio ai libri per ragazzi, con uno speciale sugli illustratori che hanno promosso, con i loro lavori, la cultura dell'albo coreano nel mondo; un' analisi del mercato; uno studio sulle principali linee di lavoro su cui gli editori e gli illustratori si sono mossi negli anni. Infine, come in ogni numero, una interessante selezione dei libri raccomandati dagli editori stessi, sia per la narrativa adulta che per i ragazzi. Mentre alcuni nomi sono già noti, perché presenti per esempio a Bologna alla Mostra degli illustratori, alcune cose mi hanno incuriosito, e spero di poter presto approfondire di persona durante la fiera di Seoul.

Chun Gap-bae, One fine day, Sakyejul, 2006

Tra gli illustratori della scuola che potremmo definire "tradizionalista", mi ha colpita il lavoro di Chun Gap-bae, che però ho rintracciato anche con il nome di Jun Gab-bae. One fine day è la storia, meravigliosamente illustrata ad acquarello, di un funerale coreano. Un albo che affronta il tema della morte attraverso la ritualità del rito. La scheda è disponibile qui, ma spero, nel mio prossimo viaggio in Corea, a giugno, di sfogliare per intero una copia.







Yoo Juyeon, One Day, Borim Press, 2010
C'è poi One day di Yoo Juyeon, pubblicato dalla nota Borim Press, altro albo dalla copertina accattivante e dalle illustrazioni delicate e poetiche. Da aggiungere alla lista di libri da cercare.
_List è quindi una rivista dove si parla di libri e linguaggio, dei luoghi-simbolo del mondo editoriale coreano (in questo numero Bosu-dong Book Valley, ovvero il quartiere dei librai antiquari), di case editrici e scrittori del momento.
L'LTI organizza anche corsi estivi e intensivi di traduzione ed è l'ente che gestisce i fondi destinati agli editori stranieri che vogliono pubblicare nel loro paese un libro coreano. Una pratica, questa, molto diffusa all'estero, ma assente in Italia, e molto interessante sotto il profilo della promozione internazionale, in quanto fornisce un budget a editori stranieri (che così risparmiano dei costi di traduzione, per questa lingua, abbastanza significativi) e un sostegno e un aiuto ai traduttori. C'è in questo la consapevolezza che la traduzione non è solo una trasposizione di un contenuto in un linguaggio diverso, attraverso segni diversi, ma che si tratta soprattutto di una finestra su di una cultura altra, che va quindi interpretata e presentata in modo comprensibile, completo e competente. Significa quindi mettere in comunicazione due mondi, e la comprensione delle differenze e delle affinità è ciò che rende lo scambio fruttifero e utile.
Un'altra cosa interessante è il fatto che questa rivista sia finanziata e sostenuta dal governo coreano. Anche in questo caso, lo stato si fa promotore culturale, investendo in quella che potremmo definire la sua "immagine", aiutando imprese straniere a importare la cultura coreana, facendola volare oltre i confini geografici del paese. Organismi simili al LTI esistono in Portogallo (DGLB, che ha finanziato anche il nostro Nove storie sull'amore, e la traduzione dei libri acquisiti da Planeta Tangerina), nei Paesi Bassi (Flemish Fund), in Spagna (direttamente con il Ministerio de Cultura), per citarne alcuni. Accanto alla rivista LTI, da anni esiste anche il prestigioso Cj Picture books award (vinto anche dai Topipittori). Si tratta insomma di una politica culturale aperta verso l'estero come promotrice della produzione libraria locale, sia narrativa, sia illustrata, sia divulgativa. Un modo di intendere il libro come veicolo di comunicazione tra le culture che rappresenta il lato più interessante e stimolante della globalizzazione, quella che non uniforma, ma che avvicina gli estremi del pianeta, mantenendo però la peculiarità di ogni paese.

5 commenti:

federica salemi ha detto...

un post molto interessante!!!
per caso c'è un sito sulla fiera a Seoul?
(immagino di sì, ma non riesco a trovarlo cercando con google).

federica salemi ha detto...

credo di averlo trovato:
http://www.sibf.or.kr/

Topipittori ha detto...

Buongiorno Federica, scusami se rispondo con ritardo: sì, hai preso il sito giusto! Anche quest'anno cercherò di fare qualche post sulla fiera, quindi ne riparlerò verso fine giugno. A presto e grazie, valentina

ha detto...

Che meraviglia, grazie della segnalazione!

Monica Monachesi ha detto...

Grazie Valentina!