mercoledì 17 ottobre 2012

Dell'amicizia, ovvero: un libro per aspettare la neve


L'altro giorno una signorina inusitatamente gentile, con l'uniforme bianca e blu di una nota ditta di consegne espresso, ci ha recapitato un pacchetto. Ne riceviamo tanti, ma questo proprio non lo aspettavamo: recava il logo di Amazon e non avevamo ordinato nessun libro.

Dentro al pacchetto, un biglietto ci spiegava che era un regalo di Anna Castagnoli, che in quei giorni era in Giappone, e forse non è ancora tornata. E il regalo era un libro: White Snow, Bright Snow di Alvin Tresselt e Roger Duvoisin, con la sua bella medaglia Caldecott sulla sovraccoperta.

Chi conosce Anna per il suo blog, immagina già che si tratta di un libro meraviglioso: Anna ha un gusto raffinatissimo e non sbaglia mai un colpo. Ma per noi, che siamo suoi amici, oltre che bellissimo, questo libro è anche carico di affetto. Un affetto che le ha fatto pensare a quanto, dopo questa estate torrida e questo autunno afoso, i Topi bramino il gelo (quello vero, da venti sotto zero), la tramontana (quella così forte che ti ci puoi appoggiare contro), la neve (che cade lenta a grandi fiocchi o che vortica finissima e turbinosa) e la polenta (gialla, ma anche bianca, o taragna).


Dolce, gentile nella notte, in segreto,
giù dal Nord viene il bianco quieto.
Fluttua e vacilla in un volo discreto,
dolce, gentile, nella notte, in segreto.
Sono questi i primi versi [la traduzione è mia, ed è libera quel tanto che basta, NdA] di un poemetto in rima baciata che apre il libro. La magia della neve sta tutta lì: prima non c'era e adesso c'è; anzi, c'è prima che ci sia, annunciata da colori, odori e dolori (reumatici).


Nessuno si è accorto di quando ha cominciato.
Un fiocco, due fiocchi, cinque, otto, dieci e di colpo
l'aria era densa di fiocchi fini e lievi.
Quasi non fanno rumore, cadendo.



La città ne viene coperta. Una bella scocciatura per gli adulti che cercano di continuare a vivere come se la neve non ci fosse, come se non contasse niente, come se fosse solo un piccolo inconveniente che porta in regalo piedi fradici al poliziotto, vialetti da spalare al contadino, scomodi stivali di gomma al postino, pediluvi e senapismi da preparare alla pragmatica moglie del poliziotto.


Ma per i bambini, la neve è un mondo nuovo e meraviglioso. Una magia di giochi e battaglie, di sogni da inseguire e teorie di impronte da seguire.


Poi arriva il sole, la neve si scioglie e si sente - chiaro, distinto - l'odore di terra bagnata. La vita continua, come se non fosse successo nulla. Le solite incombenze: la posta da consegnare, il giardino pubblico da sorvegliare, le mucche da pascolare, le aiuole da zappare.


E così anche la meraviglia. Che questa volta arriva con il trillo di un riconoscibilissimo, ancorché stilizzato, merlo americano (Turdus migratorius) in mezzo alle gemme di un ramo. (Il merlo americano è, come la rondine da noi, il simbolo della primavera, come ci ricorda Emily Dickinson, qui.)

Un mondo adulto e un mondo bambino che sembrano non incontrarsi mai. Neppure nelle illustrazioni di Roger Duvoisin, con il loro fondo a larghe pennellate di acquerello grigio sul quale si stagliano, nette e coloratissime di giallo, di arancio e di verde, le sagome delle cose e delle persone. L'esatto contrario di quello che ci si aspetta da un libro "invernale". Eppure, non è proprio in mezzo al candore della neve che il giallo diventa più giallo, il rosso più rosso, il verde più verde?

Grazie Anna: un libro così bello ce lo dobbiamo ancora meritare.

Post scriptum: leggo e traduco dalla breve postfazione: White Snow, Bright Snow - scrive Alvin Tresselt -  è arrivato mentre passeggiavo in una strada di New York, durante una nevicata notturna. Il poemetto è venuto da sé, come se si fosse scritto da solo nella mia testa mentre camminavo. Poi, cercando una storia, mi è tornato in mente che mia madre diceva sempre che se le doleva l'alluce voleva dire che avrebbe nevicato. Così ho pensato a tutti i modi che ha la gente per prevedere una nevicata e li ho attribuiti al mio cast di personaggi: il postino, il contadino, il poliziotto e, naturalmente, la moglie del poliziotto, così dotata di senso pratico. Ma cosa sarebbe la neve se non ci fossero i bambini a godersela?

6 commenti:

giulia ha detto...

Meraviglia! Aspetto la neve con voi.

Elisabb ha detto...

Questo libro è incantevole! Grazie Paolo per averlo condiviso.

Topipittori ha detto...

@ Giulia: hai comprato le catene per il passeggino di Filippo?
@ Elisabb: sì, è proprio incantevole. ma il merito non è mio. È di Anna che me l'ha regalato.

çç ha detto...

grazie Anna di dare felicità ai topi, portare neve, e tra l'altro mi diverto come un bambino.

gianlorenzo ingrami ha detto...

una neve che emana un calore fortissimo :-))

illustrAutori ha detto...

che carina Anna, che bello il libro!