martedì 23 ottobre 2012

Madalena & Isabel

Il primo libro che ho visto di Madalena Matoso e Isabel Minhós Martins è stato Quando eu nasci, nel 2008, durante la fiera di Bologna, in uno scaffale della libreria Stoppani. La sua copertina mi chiamò a gran voce: Aprimi!, intimava, fra i tanti. Sopra: un albero bianco su fondo nero, gremito di uccelli coloratissimi. Fu amore a prima vista. Lo mostrai a Paolo, entusiasta: Questo lo dobbiamo fare, farfugliai, tirandolo per la giacca. Guarda che queste due autrici portoghesi le incontro domani - fu la sua risposta -. Gli ho dato un appuntamento perché mi hanno mandato dei materiali bellissimi. Hanno una minuscola casa editrice, Planeta Tangerina.



Così è nata la nostra amicizia con questa casa editrice, col gruppo di autori e illustratori portoghesi che l'ha fondata e coi loro meravigliosi libri. Planeta Tangerina, oggi, non è più tanto minuscola e si è affermata come una delle migliori e più innovative case editrici europee e del mondo. Se lo merita, perché i libri che produce sono gioielli autentici, che hanno il dono della bellezza e quello dell'intelligenza. E sono, in più, di-ver-ten-tis-si-mi. Gran parte dello spirito si deve all'ironia e all'umorismo di Isabel, autrice di quasi tutti i testi dei libri pubblicati. Isabel ha due invidiabili caratteristiche: ha idee strepitose e sa raccontare benissimo. Vi faccio un esempio, leggete attentamente questa frase e guardate l'immagine che l'accompagna:
"Quando sono nato, non avevo ancora visto il sole, un fiore o un viso. 
Non conoscevo nessuno e nessuno conosceva me."


Che un bambino non conosca nessuno, quando è appena nato, lo sanno tutti. Ma che nessuno conosca lui... ecco qualcosa a cui non si pensa mai. Ed ecco cosa significa saper scrivere: significa dire qualcosa a cui nessuno pensa mai, ma che pure è sotto gli occhi di tutti. E sapete perché importante questa idea? Perché se tutti sappiamo quanta fatica costi a un bambino conoscere il mondo, nessuno pensa mai che fatica ancora più grande sia farsi conoscere.





















I lavori dei bambini ispirati al libro, durante i laboratori al Festival Tuttestorie 2012.

Ecco cosa vuol dire parlare di infanzia in modo non convenzionale. Qualcosa che pochi sono capaci di fare. E l'immagine di Madalena Matoso è altrettanto geniale: dopo il buio della pancia della mamma (una pagina nera, dove in bianco si legge: "quando sono nato non avevo ancora visto niente. Solo il buio. Un grande buio nella pancia della mamma"), un bambino indica se stesso. Alle sue spalle, una galleria di ritratti di persone, quelle che sono il suo mondo ancora sconosciuto: il mondo che l'ha messo al mondo. Il bambino deve conoscerlo e deve, insieme, conoscere se stesso per farsi conoscere.
Vi sembra poco? Basta poco per decidere di pubblicare un libro, ma quel poco è, in verità, moltissimo.

Di Madalena e Isabel abbiamo pubblicato anche Quanti siamo in casa. Libro che fonda una nuova branca della matematica: la matematica familiare. Suo scopo è conteggiare quel che c'è in una casa: occhi, teste, nasi, piedi, gambe... Così, per una famiglia di 5 persone + 1 cane: si scoprono numeri incredibili: 6822 ossa, centinaia di chilometri di intestino, un milione di capelli, 924 denti... La matematica familiare è una matematica gentile perché sempre riporta la quantità alle qualità ovvero al lato non conteggiabile delle cose: 10 piedi equivalgono a “10 scarpe da lasciare in giro tutte le sere, 10 calzini da buttare in un angolo... e appena due mani per mettere in ordine tutto questo guazzabuglio.”
118 unghie sono quelle “che la mamma ci fa tagliare tutte le domeniche.”
12 narici, quelle “che nella stagione dei pollini gocciolano tutte allo stesso modo.”
800 000 mila capelli, quelli “che bisogna lavare, asciugare, spazzolare e pettinare. E in estate ce li facciamo tagliare corti.





I lavori dei bambini ispirati al libro durante i laboratori al Festival Tuttestorie 2012.

Insomma, è chiaro: questa è una matematica che induce all'affetto, come dovrebbe essere per tutte le scienze esatte, se conservassero la loro radice umana.

Madalena interpreta la bellezza di questi calcoli dando rappresentazioni gioiose di quel che il corpo è, dentro e fuori: come l'intestino che diventa un labirinto lampeggiante di colori. O come il risguardo finale: magnifica parodia di tavola anatomica, che ne conserva il fascino, irridendone la tetra crudezza.
Quando sono nato e Quando siamo in casa sono stati scelti dal Festival Tuttestorie (onore al merito!) che li ha proposti in una serie di laboratori, a cura di Madalena Matoso, giunta da Lisbona per l'occasione.  Insieme ai libri di cui abbiamo appena parlato, nel programma di Tuttestorie era presente anche il delizioso, brillante e tenerissimo, Il mio vicino è un cane, edito da La Nuova Frontiera Junior, di cui potete sfogliare qualche pagina qui.




Le fotografie pubblicate si riferiscono all'installazione interattiva ispirata all'albero del libro Quando sono nato e realizzata dal Festival Tuttestorie 2012, e ai laboratori di Madalena Matoso tenuti in occasione del festival.

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