martedì 14 ottobre 2014

I Martedì della Emme / 3: Un’avventura invisibile

Per la seconda puntata di I Martedì della Emme, Ilaria Tagliaferri scrive di Un’avventura invisibile di Juarez Machado, edito da Emme edizioni nel 1975. La ringraziamo per questo contributo che ci sembra particolarmente interessante per come dà conto del modo in cui i bambini si avventurano con piacere, curiosità e libertà attraverso l'esperienza di lettura di un libro senza parole. Rosellina Archinto fu la pioniera in Italia di questa tipologia di libro. Il primo albo senza parole da lei pubblicato fu Il palloncino rosso, di Iela Mari, nel 1967, un libro che ha fatto e continua a fare scuola.

[di Ilaria Tagliaferri*]

A passeggio tra sorprese, misteri e incontri

“Ma dove vanno tutti questi passi?” hanno chiesto i bambini mentre in biblioteca sfogliavamo insieme  di Juarez Machado. Era uno di quei pomeriggi grigi dove per frenare gli sbadigli ci vuole una storia misteriosa, e il rosso acceso della copertina attraversata dalle orme ci aveva incuriositi. Decisi a seguirle, magari accarezzandole con le dita, ci siamo ritrovati a entrare, passo dopo passo, nella giornata di un invisibile protagonista e dei suoi amici, che camminano instancabili tra oggetti e strani incontri. Un libro-passeggiata, poetico e divertente, senza testo, dove le immagini in sequenza scatenano la gioia misteriosa dell’immaginazione.


La prima lettura dell’albo l’abbiamo fatta tutta d’un fiato, curiosi e rannicchiati accanto allo scaffale, perché dita e occhi erano ansiosi di sapere dove si andava a finire con tutto quel camminare. Poi abbiamo allungato braccia e gambe, preso un bel respiro (con relativo svolazzare di pagine) e siamo tornati indietro, sfogliando di nuovo il libro.
Ci è venuta voglia di sapere chi fosse il protagonista: che faccia avrà dopo essersi fatto una doccia? e dopo aver sbocconcellato la colazione non gli sarà mica cresciuta la pancia?


Soffermandoci su ogni immagine abbiamo immaginato viso, voce, pancia e sorriso di un personaggio misterioso e affascinante, che conosce la gentilezza (fa dono di una piantina a una passante), cambia colore dopo essersi lavato (i suoi passi passano dal verde al blu) improvvisa balletti quando sente la musica e (evviva!) sa centrare perfettamente il vetro di una finestra calciando un pallone.



















Le pagine più “calde” e contestate sono state quelle della scelta del cappello. Una bambina, improvvisando un broncio di quelli che passano subito, ha protestato che i passi non dovevano per forza essere maschili: la forma delle tracce è quella di uno stivale, e gli stivali li portano anche le femmine, per non parlare del calcio, gioco nel quale le bambine sanno essere fortissime.


E ancora: perché la vecchietta elegante – per di più con ombrello e stivali!– che riceve la piantina fa quella faccia? Non se l’aspettava? Le sarebbe piaciuto di più un dolcetto? E il trampoliere non è affaticato con quel cartello così grande appeso al collo, che prima o poi gli farà perdere l’equilibrio? Domanda dopo domanda, alla fine, stanchi di camminare, siamo saliti tutti su due ruote, e durante la discesa qualcuno ha fatto anche suonare il potente, per quanto invisibile, campanello della bici.


Juarez Machado, artista brasiliano che oltre a disegnare e a dipingere ha fatto il mimo, lo scenografo, il graphic designer e lo scultore, ha creato – nel 1975– un albo raffinato, emozionante, in equilibrio tra allegria, trampoli, gesti quotidiani e mistero. Un albo che ancora oggi cattura i piccoli accompagnandoli lungo sentiero da percorrere lentamente, mentre spuntano domande, lo sguardo si allarga e prendono vita tante altre micro storie, che pagina dopo pagina, si intrecciano l’una all’altra. E un pomeriggio noioso si è acceso e ha trovato la sua strada: bastava seguire le tracce lasciate dai passi colorati, che ci portano in giro anche senza una meta.

*Ilaria Tagliaferri vive a Firenze, è laureata in Teoria della letteratura e lavora nella biblioteca di Villa Montalvo a Campi Bisenzio, sede del Centro regionale di servizi per le biblioteche per ragazzi toscane. Collabora con la rivista LiBeR, con La vita scolastica e con Scuola dell’infanzia di Giunti Scuola, per le quali ha tenuto la rubrica Progetto lettura, suggerendo percorsi e attività da fare con i libri. È membro della giuria e coordinatrice scientifica del Premio-Laboratorio Ceppo Ragazzi di Pistoia, che ogni anno propone ai lettori dai 12 ai 14 anni un autore da incontrare e recensire.

Vi ricordiamo che alla storia di Emme Edizioni e della sua fondatrice è dedicato il nostro La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina.

Sempre a questo tema è dedicata la mostra La Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Vent’anni di successi in mostra (1966-1985), a cura di Loredana Farina, Alessandra Mastrangelo e ABCittà, con il patrocinio di Nati per Leggere e della sezione lombarda dell’Associazione Italiana Biblioteche.

Tutte le informazioni sul percorso espositivo che la mostra propone, per tutti coloro che la volessero visitare o ospitare, lo trovate qui.

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